Per la terza volta nella storia, la grande città di Chongqing ha ospitato la Cup of China, manifestazione creata nel 2003 e da allora subito inserita nel contesto del Grand Prix. Il prestigioso torneo asiatico è stato riproposto dopo due anni di assenza dal calendario internazionale: l’ultima edizione disputata era stata quella del novembre 2020, in piena emergenza Covid, allorché in gara si presentarono solo pattinatori cinesi. Dunque quella di quest’anno è stata un’occasione davvero speciale per il pubblico cinese, che in effetti ha risposto entusiasticamente al richiamo degli organizzatori, mostrando manifestazioni di affetto e di attenzione per gli atleti, simili a quelle che per consuetudine si rilevano in Giappone.
In un contesto così qualificato ancora una volta molto positiva è stata la prova della squadra azzurra, che ha innanzitutto festeggiato la medaglia d’argento di Rebecca Ghilardi e Filippo Ambrosini, vicecampioni europei in quel di Espoo lo scorso anno. Gli allievi di Rosanna Murante e Ondrej Hotarek hanno confermato i pronostici, lottando per il successo con i canadesi Stellato-Dudek/Deschamps, coppia che in stagione era reduce dal successo di Skate Canada. La matura coppia mista canadese (la Stellato, 40 anni compiuti, è a tutti gli effetti statunitense, ndr) ha preso il comando nello short, mantenendolo poi sino a fine gara. Molti precisi nella prima parte di gara, fatta eccezione per l’arrivo di Deanna nel triplo loop lanciato, nel libero sono incorsi in numerose imprecisioni e soprattutto in un grave errore nel sollevamento finale, letteralmente “crollato”, non sufficientemente penalizzato dalle giurie.
La coppia italiana nel corto ha scontato l’errore di Rebecca nel triplo salchow in parallelo e nel libero non ha tratto particolare vantaggio dagli errori dei rivali, incorrendo a sua volta in incertezze fatali: nel contesto di una bellissima coreografia che Luca Lanotte ha preparato per loro sulle note del film “Dracula di Bram Stoker”, Rebecca cadeva sul triplo salchow in parallelo, mentre Filippo eseguiva semplice un previsto doppio axel posto in sequenza. Nel complesso i due pattinatori italiani conservavano un ampio vantaggio sulla nuova coppia cinese formata da Cheng Peng e Lei Wang, apparsa particolarmente fallosa, e soprattutto sui vincitori di Skate America, i tedeschi Hocke/Kunkel, coppia di stanza in quel di Bergamo. In gara vi era anche la seconda coppia azzurra Valesi/Piazza, classificatasi al sesto posto con un punteggio discreto, non lontano dal record personale stabilito in settembre al John Nicks Challenge di New York.
Molto bravo è stato anche l’altro azzurro presente in quel di Chongqing, Gabriele Frangipani, autore di una prova eccellente in un contesto tecnico di altissimo livello. Trasferitosi a San Donato per allenarsi sotto la guida dell’ex-pattinatore azzurro Fabio Mascarello, rientrato in Italia dopo aver lungamente insegnato negli Stati Uniti, Frangipani è riuscito a trovare stabilità nel suo pattinaggio, cogliendo un valido quinto posto, a solo mezzo punto dal brillante giapponese Tomono, quarto classificato. Capace già nel corto di una splendida combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop, che insieme a un triplo axel eseguito nella seconda parte del programma gli regalavano, nella sostanza, il quinto posto parziale, nel libero sulle note di “Io Ci Sarò” di Andrea Bocelli si rendeva artefice di un ulteriore splendido programma, forte del quadruplo toeloop, del quadruplo salchow e di due tripli axel, uno dei quali in combinazione con un euler e un triplo salchow, cogliendo in tal modo il prestigioso piazzamento già citato.
La gara maschile è stata ancora una volta la più bella, con il campione europeo Adam Siao Him Fa capace di una straordinaria rimonta ai danni del campione del mondo Shoma Uno, per andare a vincere il un secondo Grand Prix nel giro di una settimana: attardato di ben quattordici punti dal nipponico nello short, a causa della caduta nel quadruplo toeloop della combinazione, nel libero era a dir poco sontuoso nel suo programma, realizzando quattro quadrupli, nel dettaglio un lutz, un salchow e due quadrupli toeloop, oltre a due tripli axel, così da oltrepassare per la terza volta in carriera la barriera dei 200 punti, aggiudicandosi la gara.
Il giapponese, all’esordio stagionale, al contrario era sì splendido nel suo bellissimo corto sulla colonna sonora del film “Everything Everywhere All at Once”, con un quadruplo flip, la combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop e il triplo axel, ma risultava altresì molto impreciso nel libero, dove cadeva nel quadruplo loop iniziale ed eseguiva solo doppio il previsto quadruplo flip, compromettendo la sua possibile vittoria.
Sul terzo gradino del podio saliva invece il bravissimo pattinatore kazako Mikhail Shaidorov, già argento ai Mondiali juniores del 2022: Misha è allievo in quel di Sochi del grande Aleksey Urmanov, campione olimpico a Lillehammer nel 1994, e nel suo short program si è avvalso di una coreografia preparata per lui dall’ex-campione italiano Ivan Righini.
La danza ha visto il previsto successo di Piper Gilles/Paul Poirier, inopinatamente secondi nella rhythm dance alle spalle dei connazionali Lajoie/Lagha a causa di un evidente errore di Piper nella sequenza di twizzles: grazie al loro bellissimo libero sulle note della colonna sonora di “Wuthering Heights”, “Cime Tempestose”, recuperavano la vetta della classifica, relegando al secondo posto i giovani rivali, già campioni del mondo juniores 2019 e bronzo ai Four Continents della passata stagione.
Nella modesta gara femminile si è registrata la doppietta giapponese, realizzata dalla nazione del Sol Levante grazie alla vittoria di Hana Yoshida e al secondo posto di Rinka Watanabe: senza l’ausilio di quadrupli e con la sola Yoshida a provare, senza successo, il triplo axel, le nipponiche hanna costretto la belga Loena Hendrickx, sottotono nel libero, al bronzo finale.
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Nella foto Rebecca Ghilardi/Filippo Ambrosini (ITA)
