La gara femminile del Lombardia Trophy è stata sicuramente quella di minor contenuto tecnico, poiché nel settore delle donne, più che mai, pesa l’assenza delle atlete russe.
In realtà ad imporsi è stata una russa purosangue, Anastasiya Gubanova, che, dopo un’onesta carriera in patria, nel 2022 si è accasata, senza alcuna motivazione di origine parentale o di legame affettivo in essere, presso la compiacente federazione georgiana, capace in tempi record di darle la cittadinanza così da permetterle la partecipazione olimpica.
Nastya è in effetti originaria di San Pietroburgo, dove sportivamente è cresciuta presso l’Accademia di Pattinaggio sotto la guida dell’ottimo Yevgenyi Rukavitsin, allenatore tra gli altri del campione europeo 2020 Dmitryi Aliyev. Nel suo cambiamento di nazionalità è stata più che mai tempestiva, dal momento che approfittando dell’assenza delle connazionali lo scorso anno si è aggiudicata il titolo europeo ad Espoo, risultato che fino a pochi mesi prima aveva solo sognato.
A Bergamo ha vinto di misura, nel dettaglio quindici centesimi di punto, poiché dopo un corto assolutamente privo di incertezze, nel libero è incorsa sì in una caduta nel triplo flip sottoruotato, ma soprattutto ha commesso un’ingenuità nell’ultima combinazione, dove eseguendo in successione al doppio axel il terzo doppio toeloop del suo programma, ha visto quest’ultimo non essere valutato, perdendo dunque preziosi punti.
Ad insidiarla fino all’ultimo è stata dunque Hana Yoshida, diciottenne allieva di Mie Hamada in quel di Kyoto: atleta relativamente nuova, sesta lo scorso anno ai nazionali, è stata l’unica nel libero a tentare di eseguire il triplo axel, purtroppo senza fortuna, perché oltre a cadere, il salto è risultato degradato. Nonostante alcune altre imprecisioni, specie nella combinazione triplo lutz-triplo toeloop, salti entrambi incompleti, grazie alla combinazione doppio axel-triplo toeloop e alla sequenza triplo salchow-doppio axel-doppio toeloop, entrambe positivamente realizzate, ha vinto il libero, salendo come detto sul secondo gradino del podio.
Il bronzo è stato invece appannaggio di Chaeyeon Kim, rappresentante di una scuola coreana, che in scia alla leggendaria Yuna Kim, oro olimpico a Vancouver 2010 e argento a Sochi 2014, sta sfornando talenti in continuazione. La Kim non si è spinta in tentativi di elementi di grandissima difficoltà, come triplo axel e quadrupli, facendo della regolarità la sua forza. È così che nonostante qualche sbavatura è riuscita a garantirsi il bronzo.
Detto del quarto posto di un’altra russa “emigrata”, Yekaterina Kurakova, polacca per legittima ambizione sportiva, visto che vive ben lontana dal paese baltico, essendosi accasata in Italia, va segnalato l’ottimo quinto posto di Lara Gutmann, che dopo un ottavo posto deludente nel corto, complice la caduta nel triplo flip, grazie al suo collaudato libero su musiche tratte da film di Hitchcock è risalita fino al quinto posto finale, realizzando in apertura una bella combinazione triplo lutz-euler-triplo salchow e in successione la sequenza triplo toeloop-doppio axel.
La ventunenne allieva di Gabriele Minchio in quel di Trento, tre volte campionessa italiana, ha dunque cominciato con il piede giusto la propria stagione, in cui dovrà consolidare i propri elementi tecnici per aspirare a quelle posizioni di vertice a livello europeo da tempo pronosticatele.
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Nella foto Anastasiya Gubanova (GEO)

Nella foto Hana Yoshida (JPN)

Nella foto Chaeyeon Kim (KOR)
