Per il trentunesimo anno consecutivo il titolo mondiale delle coppie di artistico è stato conquistato da una coppia italiana, a sottolineare un dominio incontrastato dei nostri binomi, talmente solido da determinare nelle altre nazioni un sentimento misto di scoraggiamento e di rassegnazione, che in conseguenza ha causato uno scarso impegno nel propagandare la pratica della specialità.

Era il 1992 quando a Tampa, Florida, Patrick Venerucci in coppia con la sua prima partner Maura Ferri, coglieva una storica medaglia d’oro, sottraendola agli americani, nell’occasione “padroni di casa”. In continuità con quel successo Patrick era a bordo pista con la moglie Cristina Pelli e Stefano Rossi a supportare Alice Esposito e Federico Rossi, finalmente campioni dopo tanti ottimi piazzamenti. Dopo tre medaglie d’argento, la prima delle quali conseguita nel 2019 a Barcellona, la coppia azzurra ha trovato piena consacrazione, aggiungendo il titolo iridato assoluto ai due titoli mondiali juniores vinti nel 2017 e nel 2018 e al titolo europeo colto nel 2021.

Se è vero che la concorrenza straniera non era tecnicamente molto agguerrita, è anche vero che i due azzurri hanno dovuto fronteggiare le altre due validissime coppie italiane: forse, ancor di più, hanno dovuto combattere con loro stessi, dal momento che, da favoriti, la pressione su di loro era enorme.

Infatti, nel programma corto, facendo leva su una scelta coreografica molto coraggiosa ma vincente, volta a riprendere “Nada Te Turbe”, un brano di Mina tratto dalla tradizione di musica sacra e nello specifico riferito nel testo alle famose parole di Santa Teresa d’Avila, Alice e Federico prendevano il comando nonostante un errore significativo, quale la caduta di Alice nel doppio axel in parallelo. I livelli quattro dei sollevamenti e della spirale della morte e quelli tre della sequenza di passi e della trottola in parallelo, li spingevano oltre la soglia degli 80 punti, nel dettaglio 83.07, punteggio inarrivabile per gli altri.

Nel libero, sulle note di due brani evocanti le forze della natura, iniziavano alla grande con il triplo twist e il triplo loop lanciato, per poi incorrere entrambi in una caduta sul doppio axel in parallelo: dopo un triplo flip lanciato che Alice chiudeva su due piedi, vi era ancora una caduta della nostra pattinatrice sul doppio toeloop posto a seguire, in combinazione, un doppio loop. Purtroppo, prima della fine della loro prova vi era ancora una caduta di Federico nella Combo-Spin, a chiudere un programma ricco di transitions e reso comunque di alto livello dall’esecuzione di ottimi sollevamenti. Poco importa se il loro punteggio era lontano dal primato personale: si sa, ogni gara fa storia a sé e quel che conta, è che loro, meritatamente, sono entrati nella storia del pattinaggio con un oro che premia il loro talento e la loro dedizione al nostro splendido sport.

L’argento è stato appannaggio di Micol Mills e Tommaso Cortini, lo scorso anno medaglia di bronzo ai Mondiali di Buenos Aires e oro agli Europei di Andorra. La coppia azzurra era seconda già al termine della prima giornata di gara, dove pattinando sulle musiche di “Saturn”, brano del gruppo noto con il nome di Sleeping At Last, incorreva in un grave errore, allorchè Micol cadeva nell’esecuzione del doppio axel, salto a lei degradato. Nel libero, sulle note della colonna sonora della serie televisiva “Yellowstone”, eseguivano perfettamente tutti gli elementi previsti, fatta eccezione per la trottola cosiddetta di contatto, nella quale cadeva Micol.

La loro medaglia d’argento non era comunque a rischio, benché la terza coppia azzurra, quella dei campioni europei Alice Piazzi e Alessandro Bozzini, si sia ben destreggiata: dopo un corto sulle note di “I Feel Lonely”, pezzo eseguito da Karl Hugo, in cui Alice completava su due piedi un doppio loop comunque degradato, nel libero erano tecnicamente molto bravi, soprattutto negli elementi di coppia, pagando dazio in quelli di salto, nel contesto dei quali commettevano un grave errore, con la caduta di Alice nel doppio loop.

Fra le altre nazioni si distingueva l’Argentina, con ben tre coppie in gara e con i giovani Azzara/Alvarez ottimi quarti, dall’alto di un buon livello tecnico. Deludente è stata invece la Colombia, che ha invece proposto in gara solo una coppia, quella del quarantatreenne Juan Manuel Lemus con la giovane Daniela Rodriguez, in ragione del fatto che le altre due coppie che la nazione sudamericana possiede erano bloccate da infortuni.

Tutte le fotografie nella sezione FOTOGRAFIE, sottosezione ROTELLE

Nella foto Alice Esposito/Federico Rossi (ITA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Micol Mills/Tommaso Cortini (ITA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Alice Piazzi/Alessandro Bozzini (ITA)

foto di Raniero Corbelletti
Categorie: Rotelle