Contravvenendo alla regola, peraltro non scritta, che da sempre il rigido mondo del pattinaggio a rotelle applica, secondo la quale ogni pattinatore, indipendentemente dal suo valore tecnico, deve gareggiare solo nella propria categoria d’età, Madalena Costa è andata a prendersi il primo titolo mondiale della sua giovane carriera, al termine di una gara di altissimo livello tecnico, affrontata da vera fuoriclasse. La diciassettenne pattinatrice portoghese ha dominato la competizione dall’alto di una classe straordinaria, che ne fa in modo inequivocabile la stella del pattinaggio a rotelle mondiale. Basti pensare al punteggio da lei raggiunto nella somma dei due programmi, 260.15, superiore di ben diciassette punti a quello ottenuto da Diez per vincere il titolo assoluto maschile!
Nella foto Madalena Costa (POR)

Gareggiare nel settore juniores non avrebbe dunque avuto senso, essendo il suo livello troppo superiore a quello delle colleghe di categoria. In compenso, scendendo in lizza con le seniores, la Costa ha avuto modo di confrontarsi con l’altra grande fuoriclasse del pattinaggio mondiale, ovvero l’azzurra Gioia Fiori, non solo vicecampionessa del mondo lo scorso anno ma anche grande “eroina” del pattinaggio in senso lato, visto l’ottima carriera da lei parallelamente intrapresa sul ghiaccio. L’incontro di queste due straordinarie pattinatrici ha dato vita a un duello memorabile, che ha visto per la prima volta, in sede mondiale, due atlete oltre la soglia dei 200 punti, traguardo che da quando il sistema Rollart è in vigore era riuscito solo alla grande Rebecca Tarlazzi. Madalena Costa ha immediatamente preso il comando della competizione grazie al suo splendido short program sulle note della “Danza delle Ore”, tratta da “La Gioconda”, opera del grande compositore Amilcare Ponchielli: il programma coreografato dall’ottimo Sandro Guerra, già vicecampione del mondo nel 1989, è sembrato un vero e proprio gioiello, destinato a rimanere nella storia del pattinaggio, come esempio di giusto connubio fra arte e sport. La fuoriclasse portoghese ha esordito con la combinazione triplo flip-triplo toeloop-loop-doppio loop, per poi proporre il triplo lutz e il doppio axel, oltre a due trottole incredibilmente complesse, ma eseguite magistralmente. Solo la sua sequenza di passi risultava al di sotto del suo standard, essendo stata classificata di livello due, ma ancora una volta il punteggio la portava nettamente oltre i 90 punti, nonostante una valutazione dei components non del tutto all’altezza delle aspettative, visto la miopia di alcuni giudici capaci di non raggiungere, di fronte a tale splendore, il livello del sette.
Nella foto Madalena Costa (POR)

Nel suo libero, eseguito su musiche del compositore statunitense Michael Levine, arricchite dai vocalizzi della soprano britannica Grace Davidson, volte a rappresentare nella mente del coreografo l’idea di una donna che con la sua bellezza diventa “perla dell’oceano”, Madalena, che dall’oceano viene essendo nata e cresciuta alle Azzorre, si è trovata perfettamente a suo agio, realizzando il nuovo record del mondo di programma libero, conseguentemente abbinato a quello del punteggio totale. Dopo un’iniziale combinazione triplo lutz-triplo toeloop e un successivo doppio axel, nella seconda parte del programma realizzava la combinazione triplo flip-triplo toeloop e quella triplo lutz-euler-triplo salchow, concludendo il suo schema di salti con uno splendido triplo lutz! Nel mezzo trottole meravigliose per precisione di rotazione e per posizione facevano da contraltare a una sequenza di passi di livello due, regalandole il primo titolo mondiale di carriera, dopo i due vinti nella categoria juniores.
Nella foto Gioia Fiori (ITA)

Gioia Fiori ha combattuto come una leonessa, dando prova di una qualità di pattinaggio che la frequentazione delle piste da ghiaccio non ha potuto che impreziosire. La ventenne laziale, allieva della mamma Valeria Fabiani, ha letteralmente spaventato la giovane portoghese, offrendole una resistenza maggiore a quella mostrata in sede di Campionati Europei, dove era giunta in non perfette condizioni di salute. Non a caso è andata a migliorare tutti i record nazionali di Rebecca Tarlazzi, pattinatrice che nella scorsa decade ha fatto la storia del nostro sport, spingendosi a un livello di punteggio che a livello mondiale nessuna aveva toccato prima dell’arrivo sulle scene di Madalena Costa. Nel corto sulle note di “Mad Swan”, sofisticata coreografia preparata per lei da Andrea Vaturi, danzatore sul ghiaccio di livello internazionale ad inizio secolo, Gioia apriva con la combinazione triplo toeloop-triplo toeloop-loop-doppio loop, proseguendo poi con il triplo salchow e il doppio axel. Per lei, come del resto è avvenuto poi nel libero, vi era la soddisfazione di superare la rivale nel punteggio dei components, grazie anche a una sequenza di passi di livello tre.
Nella foto Gioia Fiori (ITA)

Nel suo libero, basato su varie musiche, forse troppe, che, partendo da Jamie Salisbury e John Alexander, passando da Barbra Streisand, giungevano finalmente alle splendide note di Ludovico Einaudi, Gioia esordiva con uno step-out sul triplo lutz, eseguendo poi bene sia la combinazione triplo toeloop-triplo toeloop che il triplo loop. Dopo un arrivo faticoso sul triplo salchow seguito in combinazione a un doppio axel e un euler, l’azzurra chiudeva i suoi salti con un secondo triplo salchow e un altro doppio axel. Per lei vi era dunque la medaglia d’argento, come quella dello scorso anno a Rimini, quando a sopravanzarla fu Benedetta Altezza, ormai ritiratasi dalle competizioni, a chiudere una stagione in cui oltre all’argento europeo di Trieste può unire l’oro nella finale delle Series a Reggio Emilia e il mai scontato titolo italiano.
Nella foto Sira Bella (ESP)

Staccata di poco meno di quaranta punti, ad aggiudicarsi la medaglia di bronzo è stata la catalana Sira Bella, già medaglia di bronzo agli Europei di Trieste, nonché due volte argento mondiale juniores, nel ’22 dietro alla Fiori e nel ’23 dietro alla Costa. La pattinatrice iberica ha posto le basi della sua medaglia nello short program, dove migliorando il record nazionale di Carla Escrich, oltrepassava anche lei la soglia degli ottanta punti. Sulle note di musiche blues, esordiva dapprima con la combinazione triplo toeloop-euler-triplo salchow-doppio toeloop, per poi proseguire con il doppio axel e con un triplo salchow, viziato però dall’appoggio della mano sulla pista. L’iberica era invece disastrosa nel libero finale, poiché finiva per cadere tre volte, dapprima su un doppio axel, poi su un triplo toeloop completato sul quarto di rotazione e infine su un altro triplo toeloop posto alla fine del programma.
Buon per lei che le rivali non ne approfittavano, attardate dall’esito non del tutto positivo dei loro short: l’esperta spezzina Giada Romiti, allieva della grande Silvia Lambruschi, era a sua volta caduta tre volte in tale segmento di gara, nel dettaglio sul triplo salchow finale di una combinazione triplo toeloop-doppio toeloop e euler, nel doppio axel e nella trottola finale, accumulando oltre venti punti di distacco dalla rivale spagnola. Alla Romiti non era sufficiente un ottimo libero sulle note di musiche di Tommee Profitt, poiche con il terzo libero recuperava “solo” dieci punti: dopo una combinazione triplo flip, peraltro chiuso con step-out, loop-doppio toeloop, e altre due combinazioni, doppio axel-euler-triplo salchow, e triplo toeloop-loop-euler-triplo salchow, la ventiseienne azzurra completava il programma con un doppio axel, un triplo toeloop e una sequenza di passi di livello tre, utili a portarla al quarto posto finale dopo il sesto dello short.
Chi ha molto da recriminare è la toscana battente bandiera della Costa d’Avorio, Yenè Soro Bonati che nello short accumulava molto svantaggio a causa di un’imprecisione rilevante sull’arrivo di un doppio loop, a chiusura della combinazione con un triplo toeloop, un euler e un triplo salchow: la sequenza di passi solo di livello uno e un’inopinata penalizzazione in relazione alla non conformità del proprio costume, facevano il resto, obbligandola nel suo libero su musiche gospel a una rimonta rivelatasi troppo ardua. I sogni di una prima storica medaglia africana sono dunque rimandati al prossimo anno, allorchè i Mondiali torneranno in Paraguay, in quel di Asuncion.