Che la competizione maschile dei Mondiali di Ibagué potesse risultare particolarmente difficile per i colori azzurri era stato ampiamente previsto nei pronostici della vigilia, ma che i nostri atleti rimanessero fuori dal podio appariva ai più un’ipotesi al quanto infausta, che inconsciamente si tendeva a scongiurare.

Diversamente, dopo ventisette anni, esattamente dall’edizione argentina di Mar del Plata, i pattinatori italiani sono rimasti senza medaglie, in una gara dominata dai pattinatori spagnoli. D’altra parte, dopo il ritiro di Luca Lucaroni, ultimo epigono di una serie incredibile di campioni, come Lallai, D’Alisera, Riva, Barbieri, Betti, Amadesi, Girotto, il peso della tradizione italiana nello specifico settore era tutto sulle spalle del bravissimo Alessandro Liberatore, vicecampione del mondo lo scorso anno e vicecampione europeo quest’anno, che indubbiamente in terra colombiana ha patito una grande pressione, che in generale lo ha condizionato, specie nel programma corto.

A confermarsi campione per il terzo anno consecutivo è stato lo spagnolo Pau Garcia, splendido pattinatore al momento difficilmente battibile. Il ventitreenne catalano ha dominato la gara, che è riuscito a vincere senza peraltro avvicinare i propri record personali, a dimostrazione di quanto sia netta la sua superiorità. Nel corto, pattinando sulla colonna sonora che Ennio Morricone scrisse per il famoso film “The Mission”, Garcia ha esordito con una eccellente combinazione triplo lutz-triplo toeloop-triplo toeloop, cui ha fatto seguire un doppio axel e un triplo loop, concludendo il programma con una magnifica sequenza di passi di livello quattro.

È così che a meta gara erano già sei i punti di vantaggio sul più diretto rivale, riuscendo in tal modo ad affrontare il libero con un approccio nel complesso sereno. Su note di Christian Reindl e di Travis Lake, Pau non era perfetto, concedendosi alcune imprecisioni: confermando che il doppio axel è il suo salto meno brillante, commetteva sullo stesso uno step-out, preludio a un triplo flip, posto in combinazione con un triplo loop, particolarmente difficoltoso nell’atterraggio. Dopo aver eseguito semplice un previsto triplo loop, riusciva a riprendere le redini del programma, eseguendo due bellissime combinazioni, triplo flip-triplo toeloop e triplo lutz-triplo toeloop, oltre che un secondo triplo lutz. Pur risultando secondo nel punteggio tecnico, Garcia vinceva il segmento di gara e con esso la medaglia d’oro.

L’argento era invece della rivelazione dell’anno, l’altro spagnolo Kilian Gomis, anch’egli catalano di Ripollet, città dalle grandi tradizioni rotellistiche. Dopo il terzo posto nello short, pattinato sul brano “Je Suis Malade”, penalizzato oltre modo nei components, a fronte di elementi tecnici di qualità, nel suo libero sulla colonna sonora del film “Evita” dava dimostrazione di tutto il suo talento, proponendo ben otto tripli, di cui due lutz, uno dei quali in combinazione con un triplo toeloop, e due flip, il primo dei quali in sequenza con un triplo loop. Kilian sembra avere davanti a sé una brillante carriera, avendo le doti per poter impensierire il connazionale Garcia.

La Spagna è stata vicina a conseguire una tripletta, se non fosse che Hector Diez, vincitore a giugno della finale delle World Series, è incorso in un libero disastroso. E pensare che il suo corto, pattinato su uno strano mix di czarde mittleuropee e di tanghi argentini, gli aveva donato il secondo posto grazie soprattutto alla difficilissima sequenza triplo flip-triplo toeloop-euler-triplo lutz. Nel libero, sulle musiche di Vivaldi rivisitate da Max Richter, cadeva quattro volte, compromettendo la sua gara.

Gara che invece Alessandro Liberatore comprometteva con il suo short program, un segmento di gara in cui agli Europei di Ponte di Legno, precedendo Garcia, era giunto al record del mondo. Alessandro cadeva in apertura sul triplo flip, cui seguiva un leggero step-out sul doppio axel e una sequenza di salti molto problematica, visto che il triplo flip iniziale era atterrato con step-out, mentre il triplo salchow finale veniva addirittura degradato. Alla fine erano trentacinque i punti di distacco da Garcia e comunque venti quelli che lo separavano dalla terza posizione. Il nostro atleta pattinava un valido libero, dimostrando di aver creduto fino in fondo ad una possibile rimonta. Purtroppo per lui la rincorsa al podio si bloccava di fronte alla splendida prova del portoghese Diogo Craveiro, che in sede di presentazione avevamo proposto come possibile sorpresa. Diogo, quarto nello short a causa di un pesante errore nella trottola finale, nel libero era splendido nel suo programma sul tema del musical “The Great Comet”, dove facendo emergere la sua eccezionale elevazione nei salti, realizzava a metà programma la sequenza triplo flip-triplo toeloop-euler-triplo salchow. Festa grande dunque per la delegazione portoghese, che con Craveiro ha colto la sua prima medaglia mondiale maschile della storia.

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Nella foto Pau Garcia (ESP)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Kilian Gomis (ESP)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Diogo Craveiro (POR)

foto di Raniero Corbelletti
Categorie: Rotelle