La gara più combattuta dei Campionati Mondiali di Ibagué si è rivelata senza alcun dubbio quella femminile, visto che la vittoria si è giocata sul filo dei centesimi di punto, proponendo come negli ultimi anni un duello fra Italia e Spagna, da cui è uscita vincente, per l’ennesima volta, una campionessa straordinaria quale è Rebecca Tarlazzi.

La pattinatrice bolognese era reduce da una stagione del tutto atipica, visto che sino all’inizio di maggio non solo non si era vista in competizione, ma addirittura non aveva più calzato i pattini. Infatti, dopo il doppio trionfo ai Mondiali di Buenos Aires, successi preceduti da quello particolarmente prestigioso dei World Games, Rebecca aveva mostrato una certa “saturazione” per il pattinaggio, vuoi per la stanchezza fisica e mentale accumulata, vuoi anche, di riflesso, per il ritiro di Luca Lucaroni, suo partner storico, con il quale ha dato vita a un binomio incredibile, poiché frutto dell’unione di due fuoriclasse. Anche se mancava la comunicazione ufficiale, molti avevano letto la sua lontananza dalle piste, come il preludio ad un suo probabile ritiro.

Diversamente, Rebecca è tornata piano piano sui pattini, decidendo di riprovare a pattinare in chiave agonistica: come ha spiegato ai microfoni della televisione colombiana, la scelta è legata ad un bisogno molto personale di rimettersi in gioco senza tuttavia alcuna pressione, pattinando, come lei ha precisato, “per se stessa”. È così, che nonostante la parziale preparazione, è riuscita a salire sul podio dei campionati Italiani di Ponte di Legno, guadagnandosi con il suo secondo posto la qualificazione per i Mondiali.

Arrivata in Colombia senza particolari aspettative, ha iniziato la competizione in modo faticoso, concludendo lo short program nettamente distanziata dalla vetta della classifica. Imprecisa nella combinazione iniziale, dove il previsto triplo toeloop si trasformava in doppio, e incerta nell’atterraggio del doppio axel, alla fine accusava un notevole distacco dalla vetta della classifica, ben 14 punti, così che in pochi erano disposti a scommettere su una sua rimonta.

Diversamente, facendo leva sulla sua immensa classe, la Tarlazzi portava a termine un libero prodigioso, con cui ribaltava completamente i pronostici: sulla colonna sonora del film “L’amore al Tempo del Colera”, apriva il programma con una splendida combinazione triplo flip-doppio toeloop, cui faceva seguire quella con triplo toeloop-doppio toeloop e quella ancor più difficile triplo toeloop-euler-triplo salchow. Nonostante una sequenza di passi “solo” di livello due e grazie ad un ulteriore triplo salchow in singolo Rebecca andava a sfiorare il proprio primato personale, mettendo pressione sulle dirette rivali, che in effetti incorrevano in alcuni errori.

Per Rebecca si trattava dunque del quarto titolo mondiale consecutivo, allori cui vanno aggiunti i sette titoli conseguiti con Lucaroni nelle coppie di artistico, a delineare un palmares inimitabile. A fine competizione arrivava da parte sua l’annuncio, a questo punto inatteso, del suo definitivo ritiro, frutto di una decisione a lungo meditata: l’azzurra ha voluto chiudere la dove aveva cominciato, poiché l’ultimo titolo, quello odierno, è arrivato in Colombia, dunque proprio là dove lei aveva conseguito il suo primo titolo iridato, nelle coppie, esattamente a Cali nel 2015.

Chi ha tentato di sbarrarle la strada per il titolo è stata innanzi tutto Carla Escrich, ventiseienne spagnola, che nonostante sia sembrata, nel libero, nella migliore condizione di forma della sua carriera ha dovuto abbassare bandiera per soli trentadue centesimi di punto. La pattinatrice iberica deve recriminare per gli errori commessi nello short program, allorchè sulle note del famosissimo brano “Send in The Clowns”, proposto nella versione di Susan Boyle, dopo la bellissima combinazione doppio axel-euler-triplo salchow-doppio toeloop, non completava la rotazione del triplo toeloop in singolo e soprattutto realizzava solo semplice il previsto doppio axel.

Nel lungo, basato sulla colonna sonora del film “Man of la Mancha”, esordiva benissimo con la combinazione doppio axel-euler-triplo salchow, ma poi non completava la rotazione dei suoi due tripli toeloop, uno dei quali in combinazione con il doppio toeloop, non andando oltre il livello due nella sequenza di passi.

Esibendosi sul tema di “Catwoman”, la campionessa europea Giada Luppi aveva concluso il primo segmento di gara al primo posto, nonostante un’inopinata caduta, avvenuta a seguire la combinazione triplo toeloop-doppio toeloop-euler-triplo salchow. Perfetta negli altri elementi, l’allieva di Sara Locandro sembrava pronta per una storica medaglia d’oro. Presentando una bellissima coreografia sulle musiche del compianto Ezio Bosso, Giada commetteva però alcuni errori fatali, quali lo step-out all’arrivo del triplo salchow della combinazione, il pessimo atterraggio sul primo doppio axel e il secondo doppio axel eseguito solo singolo.

Alla fine la nostra atleta doveva accontentarsi del bronzo, una medaglia che le suscitava rimpianto, visto che il distacco dalla Tarlazzi si limitava a poco più di un punto. Ottima in competizione era anche Micol Zangoli, brillante quinta, a conferma di una regolarità ad alto livello che avrebbe meritato la soddisfazione della prima medaglia iridata di carriera.

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Nella foto Rebecca Tarlazzi (ITA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Carla Escrich (ESP)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Giada Luppi (ITA)

foto di Raniero Corbelletti
Categorie: Rotelle