C’è stata gloria per l’Italia nei Campionati Mondiali di pattinaggio inline, conclusisi recentemente in quel di Ibagué: il merito va ascritto a Sofia Paronetto, che nella gara assoluta femminile ha regolato con autorevolezza tutte le avversarie. Assente agli Europei dove aveva trionfato l’altra azzurra Metka Kuk, la Paronetto ha fatto la differenza nel libero, dove è riuscita a staccare in modo sufficientemente ampio l’argentina Leila Aciar e la brasiliana Maysa Tedeschi, atlete che come lo scorso anno l’hanno accompagnata sul podio.

In tale parte della gara la ventenne veneta ha saputo eseguire il triplo salchow, anche se non completo nella rotazione, e due doppi axel, a suggellare un’ ottima coreografia. Tuttavia, è un vero peccato che la Kuk non sia stata inviata ai Mondiali, poiché il suo punteggio degli Europei è stato nettamente superiore a quello della Paronetto ai Mondiali e dunque il duello delle nostre due pattinatrici avrebbe infiammato i campionati.

D’altra parte il problema della partecipazione ridotta ai campionati del mondo è nel settore dell’inline particolarmente annoso e, soprattutto, molto scoraggiante, perché è un dato di fatto che, prima ancora che in pista, le classifiche si determinano prendendo atto delle starting list delle varie gare: ecco che allora, in Colombia, oltre alla nostra Kuk, era assente l’altro azzurro Elvis Martinello, così come erano assenti gli atleti spagnoli, a partire dalla senior Cuervo, per poi arrivare allo junior Gutierrez e alle juniores Romaguera e Pitto.

Tutti questi atleti sarebbero sicuramente saliti sul podio e dunque viene da chiedersi a chi convenga un campionato mondiale dimezzato, realtà che certo non giova allo sviluppo della specialità: non appare dunque fuori luogo la provocatoria proposta di qualche addetto ai lavori, che si è chiesto se a questo punto non sia meglio unificare le competizioni, lasciando libertà ai pattinatori su che pattini utilizzare in gara.

Del resto, il vincitore della prova maschile, lo statunitense Motley, ha gareggiato sia nella gara tradizionale sia nella prova inline, conseguendo un punteggio nettamente più ampio proprio nell’inline. Motley, con le sue prestazioni di indubbio valore tecnico ha vinto senza patemi di alcun genere, dominando una competizione nella quale il nostro Antonio Panfili è stato per la quarta volta medaglia d’argento.

L’atleta originario di Appomattox, in Virginia, ha dominato, mostrando altresì un netto miglioramento tecnico rispetto a un recente passato: nel libero, per esempio, è riuscito a proporre cinque salti tripli, oltre che due doppi axel, ipotecando in tal senso il titolo. Assente lo scorso anno a Buenos Aires, ha conquistato il suo secondo titolo iridato di carriera, in un contesto dove ha pesato l’assenza del rappresentante di Taiwan, Yi-Fan Chen, sei volte campione del mondo e nello specifico campione uscente.

L’ex-pattinatore su ghiaccio Antonio Panfili è parso decisamente sottotono, così che il suo argento, è stato da lui conservato con estrema difficoltà, a segnalare una condizione di forma precaria.

Nelle prove juniores si è registrato tra gli uomini il successo del taiwanese Yan-Wei Liao che, vincendo ai danni del nostro Vittuari, ha ribaltato il verdetto dello scorso anno allorché ad imporsi fu l’azzurro. Tra le juniores la gara è stata di portata epocale perché, aggiudicandosi l’oro, la brasiliana Maria Joaquina Reikdal è divenuta la prima atleta transgender a fregiarsi di un titolo mondiale, non soltanto nel pattinaggio ma in senso assoluto. La Reikdal, che contemporaneamente alle rotelle si cimenta sul ghiaccio, è stata in grado di sottrarre il titolo all’argentina Scamarda e all’azzurra Sofia Ciacia, campionessa in carica, distinguendosi per la grande difficoltà tecnica dei suoi programmi.

Tutti i risultati nella sezione COMPETIZIONI, sottosezione INLINE

Tutte le fotografie nella sezione FOTOGRAFIE, sottosezione INLINE

Nella foto Sofia Paronetto (ITA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Collin Motley (USA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Maria Joaquina Reikdal (BRA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Yan-Wei Liao (TPE)

foto di Raniero Corbelletti
Categorie: Inline