La città scozzese di Dundee, posta sulle rive del fiume Tay, il più lungo dell’intera Scozia con i suoi 193 chilometri di lunghezza, ha ospitato il Tayside Trophy, competizione internazionale, che da alcuni anni a questa parte sta cercando di ritagliarsi una propria specifica dimensione nel contesto del calendario ISU: in tal senso preziosa è l’opera del suo “factotum” Simon Briggs, ex-pattinatore di coppia, da molti anni allenatore del club locale organizzatore dell’evento insieme alla moglie Debi.

La frequentazione della gara in oggetto da parte dei pattinatori italiani è sempre stata ampia e qualificata e a conferma di ciò va immediatamente segnalata la vittoria nelle coppie di Sara Conti e Niccolò Macii, tornati in gara dopo l’esordio vincente al Lombardia Trophy. Assente l’altra coppia azzurra formata da Lucrezia Beccari e Matteo Guarise, ferma per motivi precauzionali in ragione di un problema fisico di Matteo, i due campioni europei hanno avuto vita relativamente facile, dominando la gara pur con qualche imprecisione, soprattutto nell’ambito dello short program, basato quest’anno sulle splendide note dell’intermezzo sinfonico della “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni.

Sara, infatti, cadeva malamente sull’arrivo del triplo loop lanciato, pregiudicando un punteggio che diversamente avrebbe sfiorato il loro primato personale. Gli allievi di Barbara Luoni si sono poi ampiamente rifatti nel programma libero, la cui coreografia, preparata da Raffaella Cazzaniga, è la stessa dello scorso anno, incentrata sulla colonna sonora di “Nuovo Cinema Paradiso”: dopo aver volutamente ridotto la difficoltà della loro sequenza di salti, eseguendo “solo” semplice il doppio axel finale, seguito al triplo salchow e a un primo doppio axel, erano poi molto validi negli altri elementi, fatta eccezione per il triplo salchow lanciato, dove Sara concludeva il salto con un’evidente sbilanciamento che la costringeva ad appoggiare le due mani sul ghiaccio per scongiurare una possibile caduta. Gli azzurri hanno comunque dimostrato di essere pronti a cimentarsi nel Grand Prix, dove andranno alla caccia del loro primo specifico successo di “tappa”.

Alle loro spalle la coppia di casa Vaipan-Law/Digby ha conquistato il secondo posto, prevalendo sulla coppia finlandese di stanza a Bergamo, formata da Milania Vaananen/Filippo Clerici, apparsa un po’ stanca, dove la bellissima prova fornita la settimana prima al Finlandia Trophy, concluso al quarto posto.

L’Italia ha gioito anche per la vittoria di Maurizio Zandron, ormai da cinque anni portacolori della nazionale austriaca: il bolzanino, prossimo ai trentuno anni, ha dettato legge pur senza ricorrere a salti quadrupli, riuscendo comunque a distanziare i rivali grazie ad un’ottima prova, in cui la sua esperienza ha fatto la differenza.

Sul secondo gradino del podio è salito il bravissimo messicano Donovan Carrillo, atleta particolarmente caparbio, cresciuto sino ai più alti livelli internazionali senza uscire dalle proprie frontiere. Ripresosi dopo un periodo di appannamento e trasferitosi in Canada, Carrillo ha pattinato molto bene, staccando il sorprendente britannico Ken Fitterer, un pattinatore americano mai emerso in campo internazionale, che ha deciso da poco di rappresentare la Gran Bretagna, nazione da tempo priva di pattinatori di alto livello.

Nel settore femminile ad imporsi è stata la veterana lituana Aleksandra Golovkina, da tempo trapiantata in Scozia per motivi di studio e di stanza a Dundee per i suoi allenamenti. Stimolata dalla possibilità di disputare gli Europei in patria, per la precisione in quel di Kaunas, la bella Sasha ha prevalso sulla vicecampionessa polacca Karolina Bialas e sulla giovane inglese Genevieve Somerville, in una gara che ha proposto un livello tecnico complessivamente modesto.

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Nella foto Sara Conti/Niccolò Macii (ITA)

foto di Laura Malvarosa
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