Il Grand Prix di Russia, sponsorizzato dal prestigioso marchio Rostelecom, la più grande azienda di telefonia russa, ha avuto inizio a Ufa, città con più di un milione di abitanti, capitale della repubblica autonoma di Baschiria. Previsto in sei tappe, esattamente tante quante sono quelle del Grand Prix ISU, il circuito di gare russo vuole essere un prestigioso e stimolante percorso agonistico per gli atleti russi, ingiustamente banditi da competizioni internazionali che in altre discipline sportive li vedono regolarmente gareggiare.
In attesa che il pattinaggio internazionale li possa dunque ritrovare, i pattinatori russi si sono dati battaglia sia a livello assoluto che a livello junior, fornendo immediatamente prova del loro grande livello tecnico. Il confronto dei risultati di Ufa con quelli della prima tappa del Grand Prix ISU è apparso naturale, anche se in Russia, in questa tappa, non era prevista la competizione delle coppie: è così che dallo stesso è emerso quanto si prevedeva, ovvero che le gare di Ufa sono state altamente competitive.
Nelle donne ha dominato come previsto Adeliya Petrosyan, sedicenne moscovita, il cui grandissimo talento è stato plasmato dalla sempre più famosa Eteri Tutberidze. Vincitrice dell’intero Grand Prix di Russia lo scorso anno, Adeliya ha letteralmente “ucciso” la competizione sin dallo short program, allorché sulle note di Michael Jackson è riuscita in uno splendido triplo axel iniziale, cui sono seguiti il triplo lutz e la combinazione triplo flip-triplo toeloop.
Nel libero, proposto su “February”, noto brano del pianista russo Leonid Levashkevich, Adeliya è incorsa sì in due cadute, una sul quadruplo flip e una sul quadruplo teoloop, ma è ugualmente riuscita a completare correttamente una difficilissima sequenza quadruplo toeloop-doppio axel, oltre alla combinazione, ugualmente molto complessa, triplo lutz-euler-triplo salchow.
Alle sue spalle si è rivista ad alti livelli Anna Frolova, diciottenne moscovita emigrata all’Accademia di Yevgeniy Rukavitsyn a San Pietroburgo: pur senza presentare elementi di straordinaria difficoltà, facendo leva sulla pulizia tecnica degli elementi, ha difeso l’argento dalle velleità di Yelizaveta Kulikova, terza.
La gara maschile è stata particolarmente combattuta, con ben cinque atleti capaci di oltrepassare la significativa soglia dei 250 punti. Ad imporsi è stato il ventenne pietroburghese Yevgeniy Semenenko, già campione russo lo scorso anno prima di patire un serio infortunio, dal quale si è fortunatamente ripreso. Secondo nello short program, a causa di uno step-out nel quadruplo toeloop iniziale, cui comunque faceva seguire la combinazione quadruplo salchow-triplo toeloop e il triplo axel, nel lungo realizzava ben quattro quadrupli, due toeloop, un salchow e un loop, così da cogliere un prestigioso successo. L’allievo dei coniugi Mishin ha presentato un programma libero molto bello, coreografato, sul tema di “Romeo e Giulia”, dal noto Benoit Richaud, professionista del settore particolarmente apprezzato e ricercato.
Alle spalle di Semenenko ha brillato il redivivo Roman Savosin che, abbandonati i propositi di ritiro seguiti ai troppi infortuni patiti, ha dato prova di una ritrovata efficienza tecnica. Medaglia d’argento ai Mondiali Juniores di Zagabria nel 2019, Roman è allenato da Aleksey Chetverukhin e dalla grande Mariya Butyrskaya, prima pattinatrice russa a vincere un titolo mondiale in quel di Helsinki nel 1999. Grazie soprattutto all’ottima qualità dei suoi quadrupli, nel dettaglio salchow e toeloop, ha distanziato il campione del mondo junior 2021 Andrey Mozalyov, non ancora al meglio della sua forma.
La competizione della danza ha visto il trionfo dei campioni russi 2023 Yelizaveta Khudayberdieva/Yegor Bazin, approdati alla fine della primavera scorsa alla corte di Aleksandr Zhulin. La carismatica Lisa, ventunenne moglie di un famoso produttore televisivo russo, Kirill Blagov, e il suo compagno Yegor hanno presentato una valida rhythm dance, basata sui brani “Stop” di Sam Brown e “Kiss” degli Art of Noise, che ha consentito loro di prendere immediatamente la testa. Nel libero, “costruito” su una moderna versione di “I Will Always Love You” di Whitney Houston, hanno sì incrementato il loro margine di vantaggio, ma non hanno del tutto convinto, complice una coreografia non particolarmente accattivante.
Al secondo posto si è piazzata una coppia completamente nuova, quella formata da Irina Khavronina e Devid Narizhnyi, allenati da quel Denis Samokhin, che è stato fino a qualche mese fa tecnico della coppia vincitrice. Il promettente binomio ha a sua volta lasciato giù dal podio Sofya Leontyeva/Daniil Gorelkin, campioni nazionali juniores, all’esordio nella categoria assoluta: quest’ultima coppia è al momento quella di punta della scuola di Aleksandr Svinin e Irina Zhuk, storici allenatori dei famosi Stepanova/Bukin, passati anche loro alla scuola di Zhulin.
Le gare juniores sono state di livello eccezionale e tutti gli atleti che hanno occupato il podio, in alcuni casi anche gli altri piazzati nelle retrovie, avrebbero facilmente vinto in ogni tappa del Grand Prix Junior che si è disputata: a simboleggiare tale supremazia, basta ricordare la prova della dodicenne di scuola Tutberidze, Margarita Basylyuk, capace di vincere con lo stratosferico punteggio di 228.59, frutto in particolare di una formidabile combinazione triplo axel-triplo toeloop nel corto e di un libero in cui, pur cadendo nel quadruplo toeloop, ha saputo realizzare ancora il triplo axel, la sequenza quadruplo toeloop-doppio axel e il quadruplo salchow, il tutto corredato da splendide trottole di livello quattro.
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Nella foto Yevgeniy Semenenko (RUS)
