Nella Kristall Arena di Krasnoyarsk, già sede delle gare di pattinaggio artistico delle Universiadi Invernali del 2019, è andata in scena la terza tappa del Grand Prix, la prima che ha proposto gare in tutte e quattro le specialità. Ancora una volta il livello tecnico si è rivelato altissimo e, complessivamente, superiore a quello registratosi ad Angers, nella terza tappa del Grand Prix dell’ISU.
L’occasione è stata utile per rivedere sul ghiaccio Aleksandra Stepanova e Ivan Bukin, a distanza di un anno e mezzo dalla loro ultima apparizione alle Olimpiadi di Pechino, dove si classificarono al sesto posto. In questo intervallo di tempo molti sono stati gli accadimenti che hanno riguardato i due atleti, a partire dalla maternità di Aleksandra, che nello scorso mese di marzo ha dato alla luce una bimba, Kira, per giungere poi alla decisione di lasciare la squadra “Mechta” (“sogni”, ndr) di Aleksandr Svinin e Irina Zhuk, per accasarsi alla squadra “Legenda” (“leggenda”, ndr) di Sasha Zhulin.
A Krasnoyarsk Sasha e Vanya hanno vinto facilmente, ma ciò che più conta è la ritrovata efficienza da loro mostrata e la validità dei loro programmi, la rhythm dance sul famoso brano di Bobby McFerrin, “Don’t Worry, Be Happy”, e il libero sulle note di “Time Out, Dive”, tratte dalle musiche che accompagnano le performances degli artisti canadesi “Les 7 Doigts”.
Alle loro spalle si sono classificati i compagni di allenamento Shanayeva/Drozd, ma il loro piazzamento è stato al centro di numerose polemiche, poiché nel warm-up della rhythm dance la Shanayeva si scontrava con l’attesissima nuova coppia di Anzhelika Krylova, quella formata da Annabelle Morozov e Igor Yeryomenko, tagliando con la lama del proprio pattino il polpaccio di Annabelle: mentre la Morozov in lacrime veniva assistita dalla Krylova e dagli infermieri, la Shanayeva proseguiva tranquillamente il riscaldamento, disinteressandosi dell’accaduto e, conseguentemente, suscitando con il suo atteggiamento lo sdegno manifesto della Krylova e la riprovazione di molti addetti ai lavori. La Morozov provava lo stesso a pattinare ma, visibilmente menomata, chiudeva al terzo posto il segmento di gara, per poi comunicare il proprio ritiro dalla competizione.
Aleksandra Boykova e Dmitriy Kozlovskiy hanno vinto la tappa nelle coppie ma sono stati insidiati da vicino da un binomio relativamente nuovo, quello formato da Yelizaveta Osokina e Artyom Gritsayenko, rappresentanti della forte scuola di Perm, da dove sono usciti grandi campioni, come per esempio Maksim Trankov, solo per citarne uno. Aleksandra e Dmitriy, neoallievi di Eteri Tutberidze, hanno cominciato la loro gara in salita, visto che nel loro corto sulla canzone di Charles Aznavour “La Boheme”, Sasha cadeva nel triplo loop in parallelo.
Nel libero, sulle musiche di Vivaldi arrangiate in modo splendido da Max Richter, nonostante la caduta di Aleksandra sull’arrivo del triplo loop lanciato, i due conservavano margine sui citati rivali Osokina/Gritsayenko, bravissimi nel loro libero su “It’s A Man’s Man’s Man’s World” di James Brown, forte in particolare della sequenza di salti in parallelo triplo salchow-doppio axel-doppio axel. Al terzo posto si è classificata la seconda coppia di Tamara Moskvina, Yasmina Kadyrova/Valeriy Kolesov, capaci di oltrepassare i duecento punti nel totale, mentre al quarto posto si è rivisto Denis Khodykin, bronzo agli Europei di Graz 2020 con Darya Pavlyuchenko, ma ora in coppia con Taisiya Sobinina.
Molto nervosa e combattuta è stata la gara degli uomini, dove ha prevalso il campione europeo 2020 Dmitriy Aliyev, che dopo un ottimo short program forte di due quadrupli, il salchow e il toeloop in combinazione con il triplo toeloop, ha commesso vari errori, conservando tuttavia margine su Aleksandr Samarin, argento agli Europei di Minsk 2019, secondo, e soprattutto su Pyotr Gumennik, al centro di un caso di censura, poi rientrata, sul brano da lui utilizzato nello short program, “Sonne” del gruppo rock tedesco Rammstein, noto per le sue posizioni di estrema destra, che hanno procurato alla band accuse di aperto neonazismo. Pyotr alla fine ha concluso al terzo posto vincendo il libero, ma nel corto è stato palesemente condizionato dalle polemiche mediatiche suscitate.
Tra le donne si è imposta Anna Frolova, splendida pattinatrice, da qualche tempo allieva di Rukavitsin a San Pietroburgo, che pur senza quadrupli e tripli axel ha regolato le avversarie, tra le quali, quinta, si è rivista Maya Khromykh, ex-bambina prodigio della Tutberidze, al rientro dopo due anni di infortuni.
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Nella foto Aleksandra Stepanova/Ivan Bukin (RUS)
