Accanto alle prove del Grand Prix e delle Challenger Series, la prima parte di stagione è stata sì contraddistinta da ulteriori gare internazionali, ma anche da una serie di campionati nazionali che hanno riguardato alcune nazioni asiatiche e sudamericane in piena ascesa nel contesto del pattinaggio mondiale. Di seguito proponiamo un’analisi di questi campionati, partendo da quelli svoltisi in Sud America.

ARGENTINA – Ospitati per il secondo anno consecutivo nella suggestiva pista all’aperto di Ushuaia, nella cosiddetta Terra del Fuoco, i campionati argentini, giunti alla quattordicesima edizione, hanno incoronato Sophia Dayan, pattinatrice di scuola americana, già vista in gara in alcune tappe del Grand Prix junior. La Dayan, tesserata per il club di Ushuaia, ha distanziato nettamente Cecilia Schinocca, rappresentante di un club di Buenos Aires. A livello juniores, con un ottimo riscontro in termini di punteggio, si è aggiudicata il titolo un’altra pattinatrice cresciuta negli Stati Uniti, Cecilia Donohue, che ha bissato il titolo dell’anno passato. La federazione argentina, in attesa di poter avere a disposizione una pista di dimensioni regolari nelle grandi città del paese, sta puntando molto sull’impianto di Ushuaia, località ai piedi delle Ande che è un po’ la culla degli sport invernali dell’intero Sud America. A breve partirà la costruzione di un vero e proprio palazzo del ghiaccio che, una volta realizzato, potrà completare l’offerta sportiva a disposizione di tutti i turisti della famosa località argentina e soprattutto dare la possibilità ai pattinatori argentini di pattinare in condizioni ideali per tutto l’anno.

ECUADOR – Il pattinaggio su ghiaccio in Ecuador è una realtà che esiste ormai da molti anni, ma solo da poco ha trovato spazio in seno all’ISU, in ragione del fatto che finalmente i dirigenti del ghiaccio si sono accordati con quelli delle rotelle, entrando a far parte di un’unica federazione. I campionati nazionali si sono svolti in due fasi, la prima delle quali, si è disputata in quel di Quito, la capitale del paese, che si trova a 2850 metri sul livello del mare, in condizioni dunque non facili per i pattinatori, in difficoltà nel portare a termine programmi gara di quattro minuti. Disputatisi su una pista di dimensioni ridotte, i campionati hanno incoronato fra gli uomini Esteban Lara, che nonostante un punteggio modesto ha mostrato di saper eseguire il triplo salchow, il triplo loop e il doppio axel, frutto della sua lunga esperienza di pattinatore a rotelle di buon valore. Tra le senior si è invece imposta Katherine Ona, pattinatrice che come la sorella Valeska, prima fra le juniores, ha già gareggiato nel Grand Prix Junior: già campionessa nazionale lo scorso anno, la pattinatrice di Quito ha tentato di realizzare il triplo toeloop e il triplo salchow, salti risultati, tuttavia, senza rotazione completa.

FILIPPINE – I campionati nazionali filippini si sono rivelati ancora una volta molto interessanti, poiché hanno visto in gara “nuovi” pattinatori filippini di valore, desiderosi di gareggiare per il paese d’origine dei genitori. Il pattinaggio filippino, tuttavia, non è solo il prodotto del talento di pattinatori oriundi, ma anche di un progetto di sviluppo, che ha come punto di riferimento la pista di dimensioni regolari presente in un grandissimo centro commerciale di Manila. Su tale pista, per esempio, è sportivamente cresciuto Michael Martinez, grande pattinatore capace di gareggiare in due Olimpiadi e di essere quinto ai Mondiali junior del 2013 e nono ai Four Continents del 2016. Venendo alle gare, assente il noto Edrian Celestino, ad aggiudicarsi il titolo maschile è stato Paolo Borromeo, pattinatore di origine americana di ottimo valore, tornato alle gare dopo anni di assenza. Venticinquenne già allievo di Raphael Aratunyan, Paolo fu terzo ai Nazionali americani juniores del 2015, senza aver mai la possibilità di partecipare a prove di campionato internazionale. Ora, gareggiando per il paese asiatico, sembra poter avere questa possibilità se solo otterrà il minimo di partecipazione in una prossima gara internazionale. A Manila ha preceduto un altro pattinatore neo-filippino, ovvero Henry Privett-Mendoza, pattinatore americano naturalizzato britannico, terzo ai campionati nazionali inglesi dello scorso anno. Per il ventunenne pattinatore quello di quest’anno è stato il primo passo di un possibile passaggio alle Filippine, visto che non più di un mese fa era stato dodicesimo con i colori inglesi al Tayside Trophy e dunque occorrerà almeno un anno prima di poter cambiare nazionalità sportiva. Detto che fra le donne si è imposta Sofia Frank, pattinatrice già apprezzata a livello internazionale, nelle coppie hanno meritato il titolo Isabella Gamez e Aleksandr Korovin, apparsi finalmente in buone condizioni di forma.

TAIWAN – Per il terzo anno consecutivo il titolo nazionale di Taiwan è andato a Che-Yu Yeh, ventiduenne che come il suo più famoso connazionale Chih-I Tsao affianca l’attività sul ghiaccio con quella delle rotelle. Privo di esperienza a livello internazionale, salvo una partecipazione al Nebelhorn del 2021, qualificante per le Olimpiadi, Yeh non può gareggiare a Mondiali e Four Continents proprio perchè privo di punteggi qualificativi. Alle sue spalle si è classificato Fang-Yi Lin, pattinatore di livello, quinto alla Kings Cup di Los Angeles. Tra le ragazze la diciassettenne Tzu-Han Ting si è confermata campionessa con una prestazione che lascia ben sperare la sua federazione in vista dei Mondiali Junior che Taipei ospiterà nel mese di marzo.

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Nella foto Isabella Gamez/Aleksandr Korovin (PHI)

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