Per la quarta volta in epoca post-sovietica Chelyabinsk ha ospitato i Campionati Nazionali Russi, indiscutibilmente la competizione di più alto contenuto tecnico a livello mondiale. Già, perché i valori espressi dalle varie gare sono risultati sicuramente più significativi di quelli visti in qualsiasi gara sin qui disputatasi in stagione a livello internazionale: in tal senso non è azzardato affermare che nemmeno i grandi campionati in calendario potranno nel complesso eguagliare il livello espresso dai pattinatori russi, purtroppo esclusi da tali manifestazioni.

La grande città sugli Urali ha accolto i campionati con grande passione da parte del pubblico, che in ogni giornata di gare ha letteralmente gremito le tribune dell’arena “Traktor”, un impianto capace di ospitare 8000 spettatori. La gara individuale più attesa era certamente quella femminile, dove il pubblico non desiderava altro che applaudire la sportiva più famosa di tutta la Russia, ovvero Kamila Valiyeva, che a due anni circa dalle tristi vicende doping di Pechino 2022 non ha ancora avuto pace in ragione della sua presunta colpevolezza.

Kamila, accolta ovunque in patria come un eroe, ha iniziato la competizione nel migliore dei modi, aggiudicandosi lo short program in ragione di un programma splendidamente pattinato sul tema di “I See Red”, brano portato al successo dal duo texano degli Everybody Loves an Outlaw: grazie a una perfetta combinazione di triplo lutz-triplo toeloop, al triplo flip e al doppio axel in singolo, con tutti gli altri elementi a livello quattro, andava ad oltrepassare la soglia degli ottanta punti, sopravanzando di oltre due punti la compagna di squadra Petrosyan.

Nel libero, tuttavia, nel suo programma sulla colonna sonora del film “Black Panther: Wakanda Forever”, commetteva un grave errore, cadendo nel quadruplo toeloop iniziale e, pur eseguendo tutti gli altri elementi perfettamente, scivolava al terzo posto in classifica, in una gara vinta dalla citata Petrosyan. La sedicenne di origini armene, dopo il secondo posto nello short, pattinato sulle note di brani di Michael Jackson, nel libero cominciava con una caduta nel quadruplo lutz. Senza perdersi d’animo, mostrando un coraggio non indifferente, eseguiva immediatamente dopo il quadruplo toeloop in combinazione con il doppio toeloop e successivamente un secondo quadruplo toeloop, assicurandosi un margine di vantaggio incolmabile per le rivali. Adeliya è l’esempio di un’atleta che a causa dell’esclusione dei russi dal contesto delle gare internazionali non ha mai avuto la possibilità di gareggiare all’estero, dato questo che deve far riflettere sugli effetti negativi prodotti da scelte che con lo sport hanno poco a che vedere e che finiscono con il penalizzare generazioni di giovani atleti, privati dei propri legittimi sogni.

Alle spalle della Petrosyan, ma davanti alla Valiyeva, si è inserita Sofya Muravyova, splendida pattinatrice allieva del leggendario Plyushchenko. Sonya deve recriminare molto per lo short program dove, dopo aver eseguito perfettamente il triplo axel, finiva per cadere “banalmente” nella sequenza di passi: errore fatale il suo, senza il quale avrebbe sicuramente chiuso al primo posto il segmento di gara. Nel libero, d’accordo con Plyushchenko, pattinando prima della Petrosyan, preferiva non rischiare e dopo una bellissima combinazione triplo axel-doppio toeloop, evitava quel secondo triplo axel che alla luce di quanto fatto dalla rivale, non le sarebbe comunque servito per vincere il titolo.

La Muravyova è comunque una pattinatrice in grande crescita, che certamente farà parlare di sé negli anni a venire. Giù dal podio, quarta, è finita la sempre elegantissima Kseniya Sinitsyna, mentre nel libero si è segnalato un altro prodigio della Tutberidze, la quindicenne Darya Sadkova che, solo quattordicesima nel corto a causa di un bruttissimo programma, ha completato il quarto libero di giornata, risalendo all’ottavo posto finale, grazie anche a un perfetto quadruplo toeloop.

In coda alla classifica ha fatto tristezza vedere penultima Mariya Talalaykina, pattinatrice di San Pietroburgo, che trasferitasi per un certo periodo a Egna, ha provato due anni fa a pattinare per i colori italiani. Ancora di più ha stretto il cuore vedere all’ultimo posto, il diciottesimo, Maya Khromikh, diciassettenne allieva della Tutberidze, quarta ai Mondiali junior del 2021, ma l’anno dopo capace di due secondi posti in tappe del Grand Prix maggiore: reduce da tanti infortuni e chiaramente in difficoltà nell’adattarsi alla sua fisiologica maturazione fisica, Maya è sembrata al momento lontana da un totale recupero della sua abilità tecnica, che in un contesto come quello russo necessità di essere costantemente testata.

Nella foto Adeliya Petrosyan (RUS)

Nella foto Sofya Muravyova (RUS)

Nella foto Kamila Valiyeva (RUS)

Categorie: Ghiaccio