La gara maschile dei campionati russi ha visto la conferma di Yevgeniy Semenenko, il ventenne allievo del leggendario Aleksey Mishin, oggi ottanduenne, e della di lui moglie Tatyana Olenyeva-Mishina, già singolista di valore ai tempi dell’Unione Sovietica. Semenenko si è imposto al termine di una gara “tiratissima”, se è vero che le posizioni sul podio si sono determinate nello spazio di poco più di due punti e che ben otto atleti hanno oltrepassato la soglia dei 250 punti totali, ovvero la soglia di eccellenza a livello internazionale e nello specifico europeo.

Lo short program aveva visto primeggiare la rivelazione della stagione, ovvero Vladislav Dikidzhi, anch’egli, come Semenenko, talento cresciuto alla scuola del mitico palazzo del ghiaccio “Yubileinyi” di San Pietroburgo, ma allievo di Oleg Tataurov, ottimo pattinatore, a sua volta allievo di Mishin, sesto agli Europei del 1995 e undicesimo alle Olimpiadi di Lillehammer nel 1994. Sulle note di una moderna versione delle “Quattro Stagioni” di Vivaldi, Dikidzhi ha preso il comando delle operazioni grazie ai propri ottimi salti, in particolar modo il quadruplo lutz, la combinazione quadruplo salchow-triplo toeloop e il triplo salchow, limitando i danni nella sequenza di passi, suo tallone d’achille, classificata di livello tre.

Semenenko, sulle note del brano “Le Clown” del compositore canadese Bruno Pelletier, concludeva il segmento di gara al secondo posto, scontando l’arrivo sul “quarto” del suo quadruplo salchow: grazie comunque alla combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop e al triplo axel, finiva a poco più di un punto dal rivale, rimanendo in piena corsa per il titolo.

Il terzo posto era invece del redivivo Dmitriy Aliyev, campione europeo a Graz nel 2020, anche lui penalizzato da un arrivo sul quarto nel suo triplo axel, facente seguito all’ottima combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop e al quadruplo salchow. Anche lui di San Pietroburgo, ma della scuola dell’Accademia del Ghiaccio, Aliyev accusava solo tre punti di distacco dalla vetta della classifica, complice le sue trottole non del tutto perfette.

Grande deluso di giornata era il favorito della vigilia, l’altro pietroburghese Pyotr Gumennik: esponente del club della grande Tamara Moskvina, apriva il suo programma positivamente con la combinazione quadruplo salchow-triplo toeloop, ma poi concludeva sul quarto il quadruplo loop e soprattutto cadeva inopinatamente nel suo triplo axel. Alla fine chiudeva al quarto posto, a undici punti da Dikidzhi, davanti comunque ad altri due pattinatori piuttosto noti quali Ignatov e Savosin. Molto negativa era la prova di altri nomi illustri: Mark Kondratyuk, campione europeo a Tallinn nel 2022, non era meglio che undicesimo a causa della caduta nel quadruplo salchow previsto in combinazione, mentre Aleksandr Samarin, vicecampione europeo 2019 era addirittura sedicesimo dopo la caduta nel quadruplo lutz e la mancata realizzazione della combinazione.

Nel libero Gumennik tentava una dispertata rimonta, pattinando in modo brillante il suo programma sulla colonna sonora del film fantasy-horror “Dorian Gray”: grazie ad un’ottima combinazione quadruplo salchow-triplo toeloop, a un secondo quadruplo salchow, a un quadruplo loop atterrato sul quarto e a due tripli axel, uno dei quali in sequenza con un doppio axel, Pyotr si aggiudicava il libero, ma la sua rimonta si realizzava solo nei confronti di un Alyev comunque bravo ad eseguire due quadrupli, un salchow e un toeloop in combinazione con il triplo toeloop, poiché sia Semenenko che Dikidzhi non mostravano cedimenti.

Dikidzhi esordiva in modo splendido nel suo libero su un mix di musiche di Eternal Eclipse e Woodkid, infilando uno dopo l’altro un quadruplo lutz, la combinazione quadruplo salchow-triplo toeloop, un secondo quadruplo salchow e un triplo axel, per poi commettere qualche imprecisione di troppo nella seconda parte del programma. Tuttavia ciò che gli impediva di conservare il primo posto dello short era la qualità complessiva del suo pattinaggio, giudicata inferiore rispetto a quella dei rivali e intorno alla quale erano comunque nate molte discussioni da parte degli addetti ai lavori al termine della prima giornata di gara.

Semenenko dal canto suo andava a vincere il suo secondo titolo nazionale consecutivo, al termine di un libero pattinato su delle musiche molto care al pubblico degli appassionati italiani, ovvero la colonna sonora del film “Romeo and Juliet”, la stessa usata dagli indimenticabili Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio in occasione della conquista del loro titolo mondiale a Vancouver nel 2001. Pattinatore elegante ed espressivo, l’allievo di Mishin completava a sua volta la combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop, il quadruplo salchow, un secondo quadruplo toeloop, la sequenza triplo axel-doppio axel e un secondo triplo axel, risultando tuttavia meno competitivo di Gumennik nelle trottole. Meritato dunque il suo titolo, in una gara di altissimo contenuto, che vedeva la splendida rimonta fino al quinto posto finale dell’ex-enfant prodige di Eteri Tutberidze, Daniil Samsonov, ritornato ad alto livello dopo peripezie fisiche di ogni genere. Vista la qualità dei ragazzi russi è auspicabile un loro ritorno sulla scena internazionale e in particolar modo in sede di campionati europei, dove la rivalità con i pattinatori francesi e con i nostri splendidi atleti, darebbe certamente ulteriore lustro al pattinaggio del vecchio continente.

Nella foto Yevgeniy Semenenko (RUS)

Nella foto Vladislav Dikidzhi (RUS)

Nella foto Pyotr Gumennik (RUS)

Categorie: Ghiaccio