Investita dell’onore di ospitarli all’indomani dell’inopinata rinuncia di Budapest, Kaunas ha dato vita a una edizione bellissima dei Campionati Europei di pattinaggio artistico che, in ragione dell’esito particolarmente positivo delle gare degli atleti azzurri, rimarrà per sempre nel cuore dei tifosi italiani. Ospitati nella magnifica cornice della Zalgirio Arena, un impianto da 15000 posti noto per essere la sede delle partite casalinghe della famosa squadra di basket dello Zhalgiris Kaunas, più volte vincitore di grandi competizioni internazionali, a partire dall’Eurolega, l’edizione lituana degli Europei è stata contraddistinta da una grande partecipazione di pubblico, che ha gremito le tribune sin dalla prima gara in programma, pur non avendo in lizza nessun pattinatore di casa.
D’altra parte il pubblico di Kaunas ha avuto modo di gioire per l’ottimo terzo posto della coppia di danza Reed/Ambrulevicius, capaci di rinverdire i fasti dei grandi Margarita Drobyazko/Povilas Vanagas, due volte bronzo europeo nel 2000 e nel 2006, oltre che medaglia di bronzo ai Mondiali di Nizza 2000. Peccato che, vittime di una russofobia particolarmente odiosa se manifestata in un contesto sportivo, in quel di Kaunas, su questo famoso binomio sia calato un completo oblio, in ragione di presunte simpatie che i due pattinatori avrebbero mostrato per il governo russo, concretizzatesi, a detta dei lituani, nella partecipazione a spettacoli organizzati in Russia dalla grande Tatyana Navka, “colpevole” di essere la moglie di Peskov, portavoce del presidente Putin.
Passando alla disamina delle gare, va detto che in ordine cronologico il primo titolo assegnato è stato quello delle coppie di artistico, dove a trionfare è stata ancora una volta la scuola italiana della specialità, che in assenza dei russi si è confermata la più forte a livello europeo. A trionfare sono stati Lucrezia Beccari e Matteo Guarise, coppia formatasi all’inizio dell’estate 2022, a seguito del ritiro dalle competizioni di Nicole Della Monica, storica partner di Matteo.
Se per Lucrezia gareggiare a un così alto livello è stata una totale novità, diversamente per Matteo si è trattato di un lungo percorso, che chi scrive ha avuto la fortuna di condividere sin dal primo passo sul ghiaccio. Iniziato in termini di partecipazione ai campionati europei nell’ormai lontano 2013, quello di Matteo è stato davvero un lungo viaggio, che lo ha condotto a scoprire in termini progressivi lo sconosciuto pianeta del ghiaccio, lui che proveniva da quello vicino delle rotelle: un viaggio talvolta tortuoso, spesso sfortunato, si pensi in tal senso a due quarti posti a ridosso dei fenomenali pattinatori russi, ma che finalmente lo ha visto arrivare su quel podio da lui tanto ambito.
Con la sua medaglia d’oro Matteo è divenuto il terzo pattinatore della storia a poter vantare un titolo europeo sulle rotelle e uno sul ghiaccio: prima di lui vi era riuscita solo la coppia tedesca dell’ovest, formata da Ria Baran e Paul Falk, oro agli Europei di rotelle del 1950 a Londra e successivamente oro sul ghiaccio agli Europei di Zurigo del ’51 e a quelli di Vienna del ’52, anno in cui conquistò anche l’oro olimpico ad Oslo.
Lucrezia e Matteo hanno costruito il loro successo grazie a un programma corto particolarmente solido, pattinato sulle note di “Run”, splendido brano del musicista italiano, ormai noto in tutto il mondo, Ludovico Einaudi. Brillanti terzi a quattro punti dalla vetta della classifica, nel libero i due nostri portacolori sono scesi sul ghiaccio consapevoli che per dare corpo al loro sogno di salire sul podio sarebbe servita una prova impeccabile, priva di quegli errori che avevano sempre macchiato l’esecuzione del loro programma durante la stagione. Dando dunque prova di straordinario carattere, pattinavano splendidamente sulle note di “Cats”, eseguendo tra l’altro con successo, per la prima volta in competizione, la sequenza triplo toeloop-axel-doppio axel.
Incredibile è stata l’emozione nel vederli nel kiss&cry esultare per una medaglia di bronzo sicura, che dopo l’esecuzione piena di incertezze delle coppie rivali che li precedevano in classifica, si è tramutata in una medaglia d’oro che resterà nella storia del pattinaggio. Complimenti dunque ai due atleti ma anche ai due allenatori che li seguono quotidianamente nei loro allenamenti, ovvero Rosanna Murante e Luca Demattè, e a Barbara Fusar-Poli, capace di creare l’eccellente coreografia del loro libero.
Alle spalle del binomio azzurro hanno vinto l’argento i russi battenti bandiera georgiana Anastasiya Metelkina/Luka Berulava, coppia che ancora può competere a livello junior. Praticamente perfetti nel loro short program sulle musiche di Billy Stewart, nel libero sono incorsi in alcuni errori, il più grave dei quali è stata la caduta di Anastasiya in un triplo salchow in singolo sottoruotato. Coppia di nuova formazione, gli allievi di Pavel Slusaryenko sono comunque destinati ad ottimi risultati futuri, in una carriera che vista la loro giovane età si preannuncia molto lunga.
La festa italiana è stata grande anche per lo splendido bronzo colto da Rebecca Ghilardi e Filippo Ambrosini, reduci dal fresco successo conseguito ai Campionati Italiani. Quinti nello short program, penalizzati oltre modo da una spirale della morte solo di livello uno, a causa della tardiva entrata in posizione da parte di Rebecca, nel libero i due azzurri hanno pattinato in modo splendido, confermando una crescita tecnica ed interpretativa davvero impensabile sino a poco tempo fa, decisamente frutto di un duro lavoro in allenamento e di una piena consapevolezza dei propri mezzi. Il loro “Dracula” è stato il libero più applaudito dal pubblico lituano e la medaglia conquistata ai danni degli ungheresi di origini russe Pavlova/Svyatchenko e dei tedeschi Hase/Volodin, recenti vincitori della finale del Grand Prix, è stata pienamente meritata, traendo pieno vantaggio da un triplo salchow, che sia pur completato sul “quarto” da Rebecca, ha regalato i punti necessari per entrare in zona medaglia.
I tedeschi Hase/Volodin, plurivittoriosi in stagione, sono risultati molto deludenti nel libero, ma d’altra parte i tanti errori commessi, a partire dal fallito sollevamento axel lazo e dalla caduta di Minerva sull’arrivo del triplo loop lanciato, non hanno dato loro alcuna chance. Anche se contrariati per il punteggio ricevuto, gli ungheresi di origini palesemente russe Pavlova/Svyatchenko hanno colto un valido quarto posto, significativo di un indubbio valore tecnico, non adeguatamente supportato da un analogo valore artistico.
Grandi delusi della gara di Kaunas sono stati i campioni uscenti Sara Conti/Niccolò Macii, artefici di un pessimo short program, concluso a un modesto settimo posto parziale a causa di numerose imprecisioni, a partire da quelle di Sara sull’arrivo del triplo loop lanciato e del triplo salchow in parallelo. I nostri atleti, reduci peraltro da un periodo di forzato stop a causa di una forte forma influenzale sofferta da Sara, hanno tentato nel libero una grande rimonta, pattinando con passione e determinazione il loro libero sulle note operistiche di Mascagni, ma il loro brillante e generoso programma li ha fatti fatti avanzare solo di un posto, così da concludere sesti.
Nella foto Lucrezia Beccari/Matteo Guarise (ITA)

Nella foto Rebecca Ghilardi/Filippo Ambrosini (ITA)

Nella foto Metelkina/Berulava (GEO), Beccari/Guarise (ITA), Ghilardi/Ambrosini (ITA)
