L’Italia del pattinaggio artistico “ha fatto tredici” verrebbe da dire, parafrasando l’espressione di chi, indovinando i pronostici di tredici partite di calcio del campionato italiano, si aggiudica montepremi milionari: sì, perche con il loro successo di Kaunas Charlene Guignard e Marco Fabbri hanno conquistato il tredicesimo titolo europeo della storia del pattinaggio italiano, che nell’insieme PUò contare anche su sedici medaglie d’argento e quindici medaglie di bronzo. I due danzatori milanesi, al secondo titolo europeo di carriera, si affiancano a nomi straordinari del pattinaggio italiano, come Carlo Fassi (due titoli), Barbara Fusar-Poli/Maurizio Margaglio (uno), Carolina Kostner (cinque), Anna Cappellini/Luca Lanotte (uno), Sara Conti/Niccolò Macii (uno) e Lucrezia Beccari/Matteo Guarise (uno).

La conferma sulla vetta d’Europa dei nostri due campioni non è stata per niente facile, dal momento che gli avversari più accreditati alla vigilia, i britannici Fear/Gibson, li avevano sconfitti nella tappa giapponese del Grand Prix, dimostrando di avere molto supporto dalle giurie. D’altra parte i due inglesi sono esponenti di una scuola, quella di Montreal, che appare sempre di più una multinazionale della danza su ghiaccio, cui approdano coppie da tutte le parti del mondo, portando con sé l’indubbio supporto dei propri giudici.

Sta di fatto che Marco e Charlene sono stati così superiori da sabotare qualsiasi pregiudizio, aggiudicandosi l’oro con pieno merito: primi nella rhythm dance, grazie all’ormai collaudato programma sulle note di brani di Bonnie Tyler e Phil Collins, nel libero hanno dissolto con autorevolezza ogni illusione coltvata dal binomio inglese. Scesi sul ghiaccio dopo i rivali e dunque dopo che il pubblico aveva manifestato il giusto entusiasmo, determinato da un programma, sulla colonna sonora di “Rocky”, altamente spettacolare, Marco e Charlene hanno incantato pubblico e giurie con una prestazione artisticamente coinvolgente e matura, oltre che tecnicamente di grande qualità, staccando nettamente i bravi Lilah e Lewis sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista artistico. L’obiettivo è ora quello di contrastare al meglio i binomi nordamericani ai prossimi Mondiali di Montreal, facendo leva sulla fiducia derivata da questo splendido successo.

La citata scuola di Montreal ha comunque gioito per aver occupato anche il terzo gradino del podio con i lituani Allison Reed e Saulius Ambrulevicius, che hanno tratto certamente vantaggio dal supporto del pubblico di casa, ma che in tutta la stagione hanno evidenziato un ottimo salto di qualità. In particolare ha fatto piacere vedere premiata la grande passione dell’americana di origine giapponese Allison, già presente alle Olimpiadi di Vancouver 2010, pattinando sotto bandiera georgiana, e successivamente ai Mondiali 2013, sotto bandiera israeliana: a fine gara, molto commossa, Allison ha dedicato la propria medaglia al fratello Chris, morto prematuramente nel 2020, che fu bronzo ai Four Continents 2018 in coppia con la Muramoto.

La lotta per i piazzamenti a ridosso del podio è stata particolarmente accesa, premiando alla fine le coppie francesi, con Loparyova/Brissaud al quarto posto e i talentuosi Demougeot/Le Mercier al quinto. Molto delusi sono stati i finlandesi Turkkila/Versluis, medaglia di bronzo lo scorso anno agli Europei di Espoo e quest’anno solo sesti, e i fratelli cechi di stanza in Italia Taschlerova/Taschler, quinti dopo il primo segmento di gara ma solo settimi alla fine. Victoria Manni e Carlo Roethlisberger hanno peggiorato il loro piazzamento della passata stagione (11°, ndr), classificandosi al quindicesimo posto, ma d’altra parte hanno confermato di essere progrediti dal punto di vista tecnico: gli allievi di Luca Lanotte hanno patito un livello tecnico generale molto alto, in cui ogni errore anche piccolo è stato scontato oltre misura. Ne sanno qualcosa Leia Dozzi e Pietro Papetti che, ventiduesimi, non hanno avuto accesso al libero finale: tuttavia la loro prova va archiviata positivamente, visto che per loro si trattava dell’esordio in una grande competizione internazionale.

Nella foto Fear/Gibson (GBR), Guignard/Fabbri (ITA) e Reed/Ambrulevicius (LTU)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Charlene Guignard/Marco Fabbri (ITA)

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Nella foto Charlene Guignard/Marco Fabbri (ITA)

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Nella foto Lilah Fear/Lewis Gibson (GBR)

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Nella foto Allison Reed/Saulius Ambrulevicius (LTU)

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Categorie: Ghiaccio