La venticinquesima edizione dei Campionati dei Quattro Continenti, meglio noti con la denominazione inglese di Four Continents, è andata in scena in quel di Shanghai, sulla stessa pista che nel 2015 vide svolgersi una memorabile edizione dei Campionati del Mondo, la prima della storia svoltasi in Cina. In un’arena capace di 16000 posti che, a conferma della crisi del pattinaggio cinese, ha proposto molti vuoti durante i vari giorni di gara, è andata in scena una buona edizione dei campionati, pur in assenza dei campioni uscenti della danza Chock/Bates, in ritardo di condizione, e in campo maschile di Shoma Uno, campione del mondo, e di Ilia Malinin, bronzo mondiale ma recente vincitore della Finale del Grand Prix.
A coronare una carriera ormai ultradecennale, Piper Gilles e Paul Poirier hanno colto un probante successo, il primo in un grande campionato internazionale. Infatti, anche se vittoriosi nella finale di Grand Prix 2023, ai Four Continents avevano collezionato la medaglia d’argento nel 2014 e nel 2020, oltre che il bronzo nel 2019, medaglie da affiancare ai due bronzi vinti ai campionati del mondo. Entrambi trentaduenni, l’americana di mamma canadese Piper e il pattinatore originario di Toronto Paul hanno mostrato un’ottima condizione di forma, supportata da due validissimi programmi, che in stagione hanno raccolto ampi consensi. Piper e Paul sono da sempre stati allenati da una triade di specialisti di grande prestigio, a partire da Jon Lane, il pattinatore britannico che in coppia con Janet Sawbridge, seppe vincere l’argento agli Europei di Garmisch nel 1969 e il bronzo ai Mondiali di Ginevra nel 1968. L’ex-campione britannico è coadiuvato dalla moglie Carol, anch’essa in passato pattinatrice di livello, e, soprattutto, da Yuriy Razgulyayev, campione del mondo junior nel 1991 insieme con Aliki Stergiadu, sotto i colori dell’Unione Sovietica, esponente della scuola di Natalya Linichuk.
La coppia canadese ha preso nettamente il comando sin dalla Rhythm Dance, un programma perfettamente in linea con le richieste “stagionali” dell’ISU dettate per il segmento di gara. Il loro titolo è stato poi suggellato dalla splendida danza libera sulle note della colonna sonora di “Cime Tempestose”, musiche frutto del genio del compositore giapponese Ryuichi Sakamoto: interpretando il tema di come il sentimento dell’amore e dell’odio coesistano, il programma sembra riportare la danza su ghiaccio contemporanea in una dimensione artistica che, salvo rare eccezioni, da tempo non veniva più esplorata, sacrificata come oggi purtroppo è da serie di twizzles, il più delle volte disconnesse con la musica, e da sollevamenti acrobatici al limite del circense, che con la maggior parte dei ritmi di danza non hanno nulla a che vedere. Grazie dunque a Piper e Paul, da sempre innovativi nei loro programmi, che ai prossimi Mondiali casalinghi andranno alla ricerca della consacrazione iridata.
Alle loro spalle hanno colto l’argento i loro connazionali Laurence Fournier-Beaudry/Nikolaj Soerensen, reduci da un periodo alquanto travagliato. In effetti, nel mese di dicembre, Nikolaj è stato messo sotto inchiesta per un presunto atto di violenza sessuale avvenuto nel 2012: a seguito della denuncia formulata dalla pattinatrice vittima di tale violenza, a Nikolaj era stato consigliato di evitare la partecipazione ai campionati nazionali canadesi, anche per evitare inevitabili polemiche. Pur non essendo l’inchiesta conclusa, al trentacinquenne Nikolaj, pattinatore di origine danese, è stato concesso di gareggiare ai Four Continents, dove insieme alla partner Laurence, trentaduenne sua compagna nella vita, ha conquistato il secondo posto, ripetendo il risultato della passata stagione. A far da contraltare a un libero nel complesso abbastanza prevedibile nella sua coreografia sulle note di “Notre Dame de Paris”, vi è stata una interessante rhythm dance che ha proposto brani tratti dalla colonna sonora di “Top Gun”, il famosissimo film che regalò a Tom Cruise una popolarità “planetaria”. Laurence e Nikolaj si sono calati interamente nella parte, a partire dalla presentazione sul ghiaccio, affrontata indossando vistosi occhiali da sole.
La medaglia di bronzo è invece andata alla coppia battente bandiera americana formata dalla canadese Christina Carreira e dall’oriundo russo Anthony Ponomarenko. La coppia ora di stanza a Toronto ha in tal modo ripetuto il piazzamento del 2022, edizione dei Four Continents che, come tutte quelle programmate durante la stagione olimpica, viene disertata dalle maggiori coppie nordamericane. Ventiquattro anni lei, ventitre lui, Christina e Anthony sono comunque dei veterani, visto che dopo l’argento ai Mondiali junior del 2018 si sono subito cimentati nel circuito senior. Anthony è figlio secondogenito dei leggendari Marina Klimova/Sergey Ponomarenko, coppia capace di vincere in progressione tre medaglie olimpiche, il bronzo a Sarajevo ’84, l’argento a Calgary ’88, e l’oro ad Albertville ’92. La coppia, solo quinta nel libero finale, anche a causa di twizzles imprecisi da parte di Christina, ha contenuto a fatica l’attacco della nuova coppia americana formata da Emilea Zingas e Vadym Kolesnik, allievi di Igor Shpilband e Pasquale Camerlengo a Detroit. Emilea fino al 2022 ha pattinato in singolo, sfiorando la partecipazione olimpica, gareggiando sotto i colori di Cipro, paese d’origine dei nonni; Vadim invece, ucraino di nascita, è stato campione del mondo 2020 in coppia con Avonley Nguyen.
Nella foto Fournier-Beaudry/Soerensen (CAN), Gilles/Poirier (CAN) e Carreira/Ponomarenko (USA)

Nelle foto Piper Gilles/Paul Poirier (CAN)


Nella foto Laurence Fournier/beaudry/Nikolaj Soerensen (CAN)

Nella foto Christina Carreira/Anthony Ponomarenko (USA)
