La competizione delle coppie dei Four Continents di Shanghai ha tradito le attese quanto meno dal punto di vista tecnico, mostrandosi tuttavia particolarmente interessante dal punto di vista agonistico.

Alla vigilia vi era molta attesa per vedere all’opera i campioni del mondo giapponesi Riku Miura/Ryuichi Kihara, dominatori della scorsa stagione, allorchè seppero imporsi, in successione cronologica, nella finale del Grand Prix, nei Four Continents e nei Mondiali. Riku e Ryuichi avevano esordito in stagione all’Autumn Classic di Montreal, prova di Challenger Series, con un secondo posto, ma poi avevano dovuto saltare tutta la stagione a seguito di un serio problema alla schiena patito da Ryuichi, diagnosticato nella forma di una spondilosi lombare. Con l’obiettivo di arrivare ai Mondiali in condizione di poter difendere il loro titolo, il duo giapponese seguito da Bruno Marcotte ha scelto di tornare alle gare in quel di Shanghai, cogliendo sì l’argento ma certamente non convincendo. Secondi nel corto, sostenuti oltre misura dai giudici nei components, nonostante Riku abbia eseguito solo doppio il previsto triplo toeloop e abbia concluso su due piedi il triplo lutz lanciato, nel libero hanno continuato ad inanellare imprecisioni di vario genere, culminate nella caduta di Riku sull’arrivo del triplo lutz lanciato. Pur terzi nel segmento di gara, i nipponici hanno fatto loro la medaglia d’argento grazie alla valutazione ultra-generosa dei giudici, non potendo tuttavia nulla contro la coppia canadese Deanna Stellato/Maxime Deschamps.

È vero comunque che neppure i canadesi hanno fornito in quel di Shanghai la loro miglior prova, incorrendo in alcuni rilevanti errori e beneficiando di punteggi fin troppo gratificanti. Nel programma corto Maxime cadeva nel triplo toeloop in parallelo, ma ciò non impediva alla coppia di issarsi in prima posizione. Nel libero Deanna collassava pesantemente su Maxime nell’esecuzione del triplo twist, prima che Maxime completasse il triplo salchow con un grave step-out, un salto questo eseguito particolarmente lontano dalla partner. Grazie agli altri elementi complessivamente ben completati la coppia conseguiva la medaglia d’oro, facendo seguito al bronzo conquistato lo scorso anno a Colorado Springs.

Per la quarantenne americana di chiare origini italiane che dal 2019 pattina per i colori canadesi, si è trattato di un grande successo, lei che dopo l’argento come singolista ai Mondiali junior del 2000, medaglia seguita all’oro nella finale Grand Prix junior del medesimo anno, si era ritirata nel 2002 per problemi fisici alle anche. Tornata al pattinaggio nel 2016 dopo il matrimonio con Michael Dudek nel 2013 e l’ottenimento di un diploma di estetista, la Stellato ha abbracciato con entusiasmo la specialità delle coppie, pattinando inizialmente con il connazionale Nathan Bartholomay, con il quale è stata quinta ai Four Continents del 2017 e diciassettesima ai Mondiali dello stesso anno.

Quello di Deanna non è comunque il primo esempio di ultraquarantenni d’assalto nelle coppie, basti pensare alla britannica Zoe Jones, decima ai Mondiali 2022 a quarantadue anni o nelle rotelle al colombiano Juan Manuel Lemus, settimo ai Mondiali di quest’anno all’età di quarantatre anni!

In tema di veterani si può allora segnalare lo statunitense Danny O’Shea, trentatreenne capace insieme alla nuova partner Ellie Kam, diciannove anni, di vincere la medaglia di bronzo, approfittando del crollo dei connazionali Chelsea Liu/Balasz Nagy, terzi dopo lo short ma settimi alla fine. Ricordiamo che Danny ha avuto molte partner in carriera, l’ultima delle quali, prima della Kam, è stata proprio la citata Liu: la sua partenership più lunga e famosa è stata certamente quella con Tarah Kayne, pattinatrice con la quale vinse l’oro ai Four Continents del 2018 e l’argento a quelli del 2014, edizioni queste disertate dalle migliori coppie nordamericane, proiettate già sulle Olimpiadi svoltesi giusto in quegli anni.

Allenati a Colorado Springs da Drew Meekins, hanno tenuto a bada le velleità dei due volte vicecampioni mondiali juniores, gli australiani Golubeva/Giotopoulos Moore, coppia allenata dai coniugi russi Galina e Andrey Pachin, in passato allenatori di un’altra coppia mista australiana, quella formata da Yekaterina Aleksandrovskaya e Harley Windsor, campioni del mondo juniores a loro volta nel 2017, prima di precipitare in un’involuzione tecnica, che sulla giovane provocò una depressione così grave da portarla al suicidio.

Nella foto Miura/Kihara (JPN), Stellato/Deschamps (CAN) e Kam/O’Shea (USA)

foto di Raniero Corbelletti
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Nella foto Deanna Stellato/Maxime Deschamps (CAN)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Riku Miura/Ryuichi Kihara (JPN)

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Nella foto Ellie Kam/Danny O’Shea (USA)

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