A conferma di un ritrovato stato di forma, dopo un anno di calvario a causa di un serio infortunio al piedi sinistro, Yuma Kagiyama è tornato ai fasti di un recente passato, cogliendo il suo primo titolo internazionale a livello senior.

In effetti il ventenne di Nagano aveva sì vinto l’oro delle Olimpiadi giovanili di Losanna 2020, ma a livello assoluto aveva collezionato belle medaglie ma mai del metallo più prezioso: argento olimpico a Pechino 2022 e due volte argento mondiale a Stoccolma 2021 e a Montpellier 2022, aveva vinto anche un bronzo ai Four Continents di Seoul 2020. Figlio d’arte, il padre nonché allenatore Masakazu fu due volte presente alle Olimpiadi dopo essere stato bronzo ai Mondiali Juniores 1989, Yuma si avvale da quest’anno della collaborazione tecnica della nostra Carolina Kostner, con cui ha trascorso lunghi periodi di allenamento a Varese, rivelatisi particolarmente proficui visti i risultati di stagione.

A Shanghai il suo è stato un dominio assoluto, annunciatosi già nel corto, dove sulle note di “Believer”, infliggeva ben sette punti di distacco al connazionale Sato, grazie soprattutto a uno splendido quadruplo salchow, alla combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop e al triplo axel: formidabile era poi la sua sequenza di passi, premiata da GOE incredibilmente alti. Nel libero, basato sulle meravigliose musiche di Ezio Bosso, andava ad oltrepassare la soglia dei 200 punti di parziale, riuscendo così ad ottenere un totale di oltre trecento punti: a parte un arrivo impreciso sul quadruplo flip, praticamente perfetti risultavano il quadruplo salchow, la combinazione quadruplo toeloop-euler-triplo salchow, oltre che due tripli axel, così da garantirgli un successo particolrmente meritato.

Alle spalle di Kagiyama si è classificato quello che si potrebbe definire il suo “gemello” sportivo Shun Sato, anche lui ventenne, nato però a Sendai. Già bronzo ai Four Continents di Colorado Springs dello scorso anno e nel 2020 oro nella finale del Grand Prix Junior di Torino, Sato ha completato un ottimo short program, realizzando la combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop e il quadruplo lutz, oltre che il triplo axel, pagando dazio, rispetto all’amico rivale, in termini di valutazione delle componenti del programma. Nel libero, forte del quadruplo toeloop, della combinazione quadruplo toeloop-doppio toeloop e del quadruplo lutz, oltre che di due tripli axel, il primo dei quali in combinazione con euler e triplo salchow, commetteva un solo errore sull’arrivo del triplo loop, venendo sì sopravanzato dal coreano Cha nella classifica del libero, conservando tuttavia la medaglia d’argento.

La medaglia di bronzo andava dunque al citato coreano Junhwan Cha, già terzo dopo lo short program. Il ventiduenne di Seoul, già medaglia d’oro ai Four Continents di Tallinn nel 2022, nonché medaglia d’argento ai Mondiali di Saitama dello scorso anno, era reduce da una prima parte di stagione molto negativa a causa di un problema fisico all’anca destra talmente serio da indurlo a rinunciare alla tappa finlandese del Grand Prix. Junhwan ha poi sicuramente patito la decisione, presa nel mese di giugno dello scorso anno, di interrompere la collaborazione con il grande tecnico canadese Brian Orser, complice la difficoltà di rimanere in pianta stabile in Canada nel difficile periodo post-Covid: è così che il giovane campione coreano si è affidato alle cure dell’allenatrice Hyunjung Chi, in passato allenatrice, per un certo periodo, della grandissima Yuna Kim. In terra cinese Cha ha chiuso al terzo posto già nel corto, dove per sopravanzare di una posizione il terzo giapponese in gara, Sota Yamamoto, gli è bastato un solo quadruplo, nello specifico il salchow. Yamamoto, nonostante due quadrupli, salchow e toeloop in combinazione con il triplo toeloop, ha patito una più bassa valutazione dei components, inferiore di tre punti a quella del rivale. Il coreano nel libero era in grado di proporre due quadrupli, il secondo dei quali, un toeloop eseguito con step-out, ma nonostante i problemi con il filo d’entrata nei tripli lutz, teneva a distanza Yamamoto, caduto nel quadruplo salchow iniziale, conquistando la sua seconda medaglia negli ormai venticinquennali campionati intercontinentali.

Da segnalare il buon quinto posto del veterano di tante battaglie, ma comunque solo ventiseienne, Boyang Jin, campione dei Four Continents nel 2018 e due volte bronzo mondiale nel 2016 e nel 2017: sciolte le riserve sulla continuazione della propria carriere, emerse dopo un per lui deludente nono posto nelle Olimpiadi casalinghe di Pechino, Boyang ha scelto di darsi una nuova possibilità agonistica, approdando alla corte del citato Brian Orser e della collaboratrice di questo, ovvero quella Tracy Wilson, bronzo olimpico nella danza insieme al compianto Robert McCall a Calgary ’88.

Nelle foto Shun Sato (JPN), Yuma Kagiyama (JPN) e Junhwan Cha (KOR)

foto di Raniero Corbelletti
foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Yuma Kagiyama (JPN)

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Nella foto Shun Sato (JPN)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Junhwan Cha (KOR)

foto di Raniero Corbelletti
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