Favorita dall’assenza dei pattinatori russi, ma d’altro canto aiutata da una qualità tecnica sempre più elevata e da un supporto mediatico sempre più consistente, l’ascesa della Corea del Sud nel panorama del pattinaggio mondiale è davvero indiscutibile. Infatti, seguendo la scia del titolo olimpico della ormai leggendaria Yuna Kim nel 2010 e raccogliendo d’altra parte i frutti derivati dall’aver ospitato le Olimpiadi di PyeongChang nel 2018, il pattinaggio coreano ha trovato negli anni ottimi protagonisti, dapprima capaci di vincere medaglie ai Four Continents, e successivamente di salire sul podio ai Mondiali, oltre che ai Mondiali juniores.

È così che ai Mondiali juniores di Taipei è arrivata l’ora del primo titolo coreano nella storia della manifestazione, grazie al quindicenne Minkyu Seo, anche lui come i più noti Kagiyama e Malinin figlio d’arte: Minkyu è infatti figlio di Eun-Ju Kim, pattinatrice coreana che ha gareggiato a livello internazionale e che ora è divenuta sua allenatrice. Primo nello short program, nel libero ha contenuto la rimonta del giapponese Rio Nakata, pur senza quadrupli e con un solo triplo axel, proposto in combinazione con il doppio toeloop, dal momento che il secondo si è risulto in un axel semplice. La qualità dei suoi components ha fatto la differenza, permettendogli un risultato storico, che in patria ha avuto grande eco, se solo si pensa all’accoglienza trionfale riservatagli sin dal suo arrivo all’aeroporto di Seoul.

L’argento è andato al citato giapponese Nakata, anch’egli quindicenne: solo quinto nel libero a causa soprattutto di un arrivo impreciso del suo triplo toeloop, posto in combinazione a seguire il triplo flip, nel libero ha tentato il tutto per tutto, proponendo in particolare un quadruplo toeloop, completato con uno step-out, e due tripli axel, arrivando in tal modo ad insidiare il rivale coreano.

L’allievo di Kensuke Nakaniwa in quel di Chiba ha a sua volta tenuto a bada lo slovacco Adam Hagara, vera grande sorpresa di stagione. Il pattinatore slovacco, allievo del tecnico russo Aleksandr Dvojnikov e della sorella Alexandra Hagarova, ha vinto con merito il bronzo, dando seguito a quello conseguito nella finale del Grand Prix junior a Pechino e all’argento vinto alle Olimpiadi giovanili di Gangwon. Diciottenne di Trnava, Adam sembra avere il talento necessario a rinverdire i fasti di un pattinaggio, quello maschile slovacco, che sotto i colori dell’antica Cecoslovacchia, propose grandi talendi quali Ondrej Nepela e Jozef Sabovcik.

Pur senza quadrupli ma con elementi tecnici particolarmente solidi Adam ha respinto il tentativo di rimonta del nipponico Nakamura, approfittando dei molti errori che nel libero hanno escluso dal giro delle medaglie il francese Francoise Pitot, secondo nel corto.

Decisamente valida è stata la prova dell’azzurro Matteo Nalbone, alla sua prima partecipazione in un campionato ISU. Tornato ad allenarsi al Forum di Milano, ma questa volta sotto la guida tecnica della finlandese Alisa Mikonsaari e della russa Angelina Turenko, Nalbone è stato capace di un ottimo diciottesimo posto, nonostante un grave errore nello short, allorchè dopo un ottimo triplo axel iniziale, nella trottola in posizione camel, prevista con cambio piede, perdeva il necessario equilibrio nel cambio piede, così da non riuscire a completare i giri necessari nella seconda parte dell’elemento. La trottola veniva giustamente giudicata “no level”, con una perdità di almento quattro punti, gli stessi che se incamerati lo avrebbero proiettato vicino ai primi dieci in classifica. Nel libero eseguiva molto bene il quadruplo toeloop ad inizio programma, pagando poi dazio in termini di errori negli altri elementi di salto.

Negativa è stata invece la prova di Raffaele Zich, reduce da una stagione caratterizzata da numerosi problemi fisici: sesto alle Olimpiadi giovanili, sembrava prossimo a tornare nella forma migliore, ma complici due errori “capitali”, vedi il triplo axel completato solo semplice e la combinazione ridottasi a triplo flip-toeloop semplice, precipitava al ventinovesimo posto, fuori dal libero. La speranza è che il torinese di origini vietnamite possa con calma lavorare nelle migliori condizioni fisiche, così da poter esprimere il suo enorme talento.

Nella foto Minkyu Seo (KOR)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Rio Nakata (JPN)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foro Adam Hagara (SVK)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Matteo Nalbone (ITA)

foto di Raniero Corbelletti
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