Pur senza coppie russe in competizione, la gara di danza dei campionati del mondo juniores di Taipei ha parlato molto russo, se è vero che dei sei atleti presenti sul podio della competizione, ben quattro, Markelov, la Tkachenko, Kiliakov e Savitskiy, hanno in tasca un passaporto russo, oltre a quello utile a gareggiare per i loro paesi di appartenenza a livello sportivo. Se a questo si aggiunge che i tecnici delle tre coppie vincenti sono tutti russi, ben si comprendono da una parte la forza d’urto della scuola russa della danza sul ghiaccio e dall’altra il peso decisamente rilevante dell’assenza dei pattinatori russi in competizione.

Ad imporsi sono stati Leah Neset e Artyom Markelov, coppia statunitense di stanza a Colorado Springs, dove si allena sotto la guida di Yelena Khalyavina, ex-pattinatrice russa argento ai Mondiali juniores del 2002 in coppia con il grande Maksim Shabalin, campione del mondo assoluto con la Domnina nel 2009. La Khalyavina si è trasferita da anni in America, dove ha sposato l’ex-pattinatore polacco Andrzej Dostatni, che pur risiedendo da anni negli Stati Uniti, in sede ISU risulta technical specialist di livello internazionale per il paese d’origine. Leah e Artyom hanno letteralmente dominato la competizione, vincendo entrambi i segmenti di gara nonostante l’errore sul sollevamento coreografico posto in conclusione del loro libero, basato fondamentalmente sulla versione che Sarah Brightman ha tratto dall’immortale “Adagio” di Albinoni. Al termine del sollevamento, dopo varie rotazioni in cui la partner era sollevata per il braccio destro e la gamba destra, Artyom andava a collocarla sul ghiaccio con un leggero disequilibrio, tale da costringere la ragazza ad appoggiare per un attimo sul ghiaccio la mano libera. Tanto bastava perchè il pannello tecnico “chiamasse” quanto accaduto, in modo discutibile, come caduta: la superiorità in termini di valore dei components era comunque a loro vantaggio, così che la vittoria non veniva messa in discussione.

L’argento è invece andato alla coppia israeliana formata da Elizabeth Tkachenko e Aleksey Kiliakov, russi residenti in America ma, per opportunità sportiva, battenti bandiera israeliana. Allenati dai genitori di Aleksey, ovvero Aleksey senior e Yelena Novak, la coppia ha dimostrato indubbia personalità, mostrando di possedere un talento che non mancherà di segnalarsi anche a livello senior nei prossimi anni.

Il bronzo è invece andato alla coppia tedesca formata da Darya Grimm e Michail Savitskiy, pattinatori che si allenano ad Oberstdorf sotto la guida di Rostislav Sinitsin e Natalya Karamishova, coniugi russi che sotto i colori dell’Unione Sovietica furono quinti agli Europei del 1979. Secondi nella rhythm dance, hanno perso una posizione nel libero, rimanendo sì staccati dai rivali israeliani di solo mezzo punto, ma d’altra parte distanziando nettamente i validi francesi Celina Fradji/Jean-Hans Fourneux, esponenti dell’emergente scuola di Karine Arribert in quel di Villard de Lans.

Ottima ma non priva di rimpianti è stata la prova di Noemi Tali/Noah Lafornara, coppia di nuova formazione, allenata da Valter Rizzo, Brunhilde Bianchi e Denis Petukhov, capace di classificarsi al settimo posto. In effetti la prova dei due azzurri nella rhythm dance era stata entusiasmante, tanto da essere premiata con un splendido quarto posto parziale, a soli tre punti dalla coppia israeliana, classificatasi terza.

Nel libero diversamente non tutto filava liscio, a partire dalla trottola classificata solo di livello due, per poi arrivare alla sequenza su un piede valutata solo di livello uno a Noemi: inoltre, nella posizione assunta alla fine del programma, Noah perdeva l’equilibrio, trascinando a terra anche la compagna, così da far scattare una duplice penalizzazione, che unita a quella per un sollevamento troppo lungo, costava loro almeno una posizione in classifica. Aldilà di ciò i due diciannovenni costituiscono la grande speranza italiana per gli anni a venire e in tal senso non va dimenticato che il loro è il primo piazzamento nella “top ten” dei Mondiali juniores da otto anni a questa parte, allorchè Sara Ghislandi e Giona Ortenzi furono decimi a Debrecen 2016. Per trovare inoltre un piazzamento migliore del loro settimo posto, occorre tornare addirittura al 2010, quando a L’Aja Lorenza Alessandrini e Simone Vaturi furono quinti, a pochi centesimi di punto dalla medaglia di bronzo. Speriamo dunque che la coppia possa lavorare al meglio, così da dare seguito a un movimento, quello italiano, alla disperata ricerca di talenti.

Nella foto Leah Neset/Artyom Markelov (USA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Noemi Tali/Noah Lafornara (ITA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Elizabeth Tkachenko/Aleksey Kiliakov (ISR)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Darya Grimm/Mikhail Savitskiy (GER)

foto di Raniero Corbelletti

Categorie: Ghiaccio