Reduce dal bronzo di Saitama 2023, il non ancora ventenne Ilia Malinin ha trovato piena consacrazione in quel di Montreal dove, con un libero eccezionale dal punto di vista tecnico, ha fatto suo il titolo mondiale. L’oriundo russo di stanza a Reston, piccola città della Virginia, gravitante nell’area del ben più nota Fairfax, ha una volta di più stupito il mondo del pattinaggio, giustificando l’appellativo che gli è stato da tempo affibbiato di “quadgod”, “dio dei quadrupli”. Dopo un terzo posto nello short program, concluso a meno di due punti dal campione uscente Shoma Uno, nel libero ha proposto un programma tecnico incredibilmente difficile, che gli ha garantito un punteggio totale per gli elementi (TES, ndr) di ben 137 punti. Ilia ha aperto il programma con il quadruplo axel, suo marchio di fabbrica, per poi proseguire con il quadruplo lutz, il quadruplo loop, il quadruplo salchow, la combinazione quadruplo lutz-euler-triplo flip, la combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop, per poi chiudere, limitatamente ai salti, con la sequenza triplo lutz-triplo axel!

Ma il giovane statunitense non si è limitato ad eccellere nei salti, avendo anche proposto trottole e sequenza di passi a livello quattro: solo la flying seat spin è risultata di livello tre, in un programma comunque ben presentato, grazie al notevole lavoro coreografico messo in atto in sede di preparazione. Del resto i suoi due programmi di gara, il corto sulle note di “Malaguena” e il libero su quelle della colonna sonora della serie televisiva “Succession”, portano la firma di Shae-Lynn Bourne, la non dimenticata danzatrice canadese, campionessa del mondo nel 2003 insieme al partner Victor Kraatz.

Quella di Malinin è stata dunque una vittoria indiscutibile, frutto di un’abilità tecnica che al momento non trova eguali: anche il grande Nathan Chen propose sei quadrupli nei suoi programmi, nel dettaglio quello olimpico di PyeongChang 2018 e quello dei mondiali di Milano dello stesso anno, ma non con la stessa precisione esecutiva. Il figlio di Tatyana Malinina e di Roman Skornyakov, pattinatori russi trapiantati negli Stati Uniti al termine della loro carriera, appare al momento il più serio candidato al titolo olimpico di Milano-Cortina 2026, anche se i suoi rivali non staranno certo a guardare.

Yuma Kagiyama per esempio, vicecampione olimpico a Pechino 2022, ha dimostrato di avere i mezzi tecnici per poterlo contrastare: reduce da un anno orribile, dovuto a un’infinita serie di infortuni, il ventenne giapponese sembra rinato, tanto che dopo la vittoria al NHK Trophy di Osaka, ha messo a segno il terzo posto nella finale del Grand Prix, la vittoria ai Four Continents e il secondo posto di Montreal. Allenato dal padre Masakazu, bronzo ai Mondiali junior 1989 di Sarajevo, e dalla nostra splendida Carolina Kostner, ha portato a termine un’ottima gara: secondo nello short program, nel libero ha concluso al terzo posto nonostante una caduta nel triplo axel, difendendo comunque con successo la medaglia d’argento dall’imperiosa rimonta del due volte campione europeo Adam Siao Him Fa.

L’oriundo delle isole Mauritius era infatti incorso in un totale disastro nel suo short program, chiuso al diciannovesimo posto a causa di errori in tutti e tre i suoi elementi di salto, ovvero il quadruplo lutz, il triplo axel e la combinazione con il quadruplo toeloop, salto dove peraltro cadeva rovinosamente. Senza più nulla da perdere, l’atleta di stanza a Nizza metteva a segno ben quattro salti quadrupli e due tripli axel nel suo bellissimo libero sulle note composte da Max Richter, permettendosi il lusso o meglio, dimostrando piena incoscienza tattica, di eseguire il suo famoso salto mortale (back flip), vietato dai regolamenti e penalizzato con una detrazione di due punti.

In effetti, tale penalizzazione non ha influito sulla sua classifica, ma certamente se la prestazione di Shoma Uno fosse stata all’altezza, gli avrebbe negato una totalmente insperata medaglia di bronzo. La sua è stata certamente una rimonta incredibile, che solo il “nuovo” sistema di punteggio ha consentito: il vecchio sistema “6.0” avrebbe permesso solo una rimonta parziale da un diciannovesimo posto nel primo segmento di gara, ma non certo la conquista di una medaglia. Giù dal podio è rimasto il grande Shoma Uno, già due volte campione del mondo, nonché argento e bronzo olimpico, rispettivamente nel 2018 e nel 2022. Splendido nel suo programma corto, nel libero è parso sottotono, abulico, tanto da cadere nel quadruplo loop iniziale e da commettere varie imprecisioni in altri suoi salti: il ventiseienne pattinatore di Nagoya è sembrato, come detto, privo di mordente nel suo libero, quasi fosse rassegnato a subire la rimonta di un indiavolato Malinin. Il campione di Nagoya ha comunque distanziato il grande Jason Brown, che alle soglie dei trent’anni, senza nemmeno lontanamente abbozzare un salto quadruplo, ha conquistato un brillante quinto posto, deliziando una volta di più il pubblico con le sue capacità artistiche.

Assente Matteo Rizzo, convalescente per l’operazione all’anca successiva al campionato europeo di Kaunas, e fermo ai box Daniel Grassl, l’onore italiano è stato difeso con successo da Nikolaj Memola e Gabriele Frangipani, rispettivamente nono e sedicesimo: purtroppo la somma dei loro piazzamenti non ha consentito di conquistare un terzo spazio per i nostri colori ai prossimi Mondiali di Boston, aprendo dunque la strada a una battaglia che il prossimo anno, a livello nazionale, si preannuncia incandescente. Nikolaj era stato splendido nel suo programma corto sulle note immortali di Rachmaninov, realizzando fra l’altro un bellissimo quadruplo lutz. Nel libero, che nonostante alcune imprecisioni lo ha visto eseguire con successo il quadruplo lutz e due tripli axel, il milanese perdeva alcune posizioni, rimanendo comunque nei primi dieci della classifica. Frangipani ha invece pregiudicato la sua gara nel corto, a causa di una caduta nel quadruplo salchow, dopo una pur bellissima combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop. L’allievo di Fabio Mascarello ha cercato generosamente di rimontare nel libero ma purtroppo i suoi errori lo hanno relegato al sedicesimo posto finale.

Nella foto Ilia Malinin (USA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Yuma Kagiyama (JPN)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Adam Siao Him Fa (FRA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Nikolaj Memola (ITA)

foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Gabriele Frangipani (ITA)

foto di Raniero Corbelletti
Categorie: Ghiaccio