Per il terzo anno consecutivo i Campionati Italiani hanno fatto tappa in quello che viene definito il gioiello della Valcamonica, ovvero Ponte di Legno, località che nei fatti è divenuta la capitale del pattinaggio a rotelle.

In questa sede ha trovato ancora piena consacrazione Alessandro Liberatore, giunto nell’occasione al quarto titolo consecutivo ma soprattutto apparso pronto per i Mondiali di Rimini, in cui cercherà finalmente quella medaglia d’oro che ancora gli manca, lui che oltre all’argento ai World Games, si è messo al collo l’argento ai Mondiali del 2022 e il bronzo a quelli del 2021.

Il suo è stato un successo molto netto, raggiunto grazie a due programmi di gara particolarmente positivi: nello short program, nonostante un incoveniente iniziale, allorchè era costretto a ritardare l’inizio del programma a causa di un’ imprevista epistassi, il campione azzurro è stato impeccabile sulle note del Bolero di Ravel, eseguendo in modo corretto la sequenza triplo toeloop-triplo toeloop-euler-triplo salchow, il triplo loop e il doppio axel, oltre che una sequenza di passi di livello tre. Nel libero l’allievo di Sara Locandro ha proposto un bellissimo programma dal titolo “Il Sogno Impossibile”, riferendosi in tal senso al sogno non realizzato che ha caratterizzato le carriere di tanti campioni delle rotelle, ovvero quello olimpico.

Detto che in realtà alcuni rotellisti quel sogno lo hanno in effetti concretizzato, pur dovendo a tal fine passare al ghiaccio, il programma è parso davvero accattivante, grazie anche alle musiche scelte, ovvero “Arrival of the Birds” della Cinematic Orchestra e “The Impossible Dream” di Josh Groban: dopo la combinazione triplo loop-triplo toeloop, peraltro sottoruotato, e la sequenza triplo flip-euler-triplo salchow, Alessandro cadeva sul triplo toeloop posto in combinazione con il triplo lutz, ma si riprendeva benissimo con un secondo triplo lutz e il doppio axel.

Alle sue spalle ha brillato Danilo Gelao, che sul podio dei nazionali non era mai salito in carriera: il pugliese ha proposto uno short program molto interessante proponendo il famoso Notturno, opera 9 numero 2, di Chopin in una versione classica che tuttavia nella parte finale è sfociata in una versione moderna, tratta dal Total Chaos Music, un progetto musicale volto a rivisitare in una discutibile chiave contemporanea brani classici.

Terzo a fine giornata, dopo una combinazione triplo flip-triplo toeloop-triplo toeloop, conclusa con l’appoggio della mano sulla pista all’arrivo dell’ultimo salto, un triplo loop con step-out e il doppio axel, Gelao è salito sul secondo gradino del podio grazie a un libero che nella sua connotazione coreografica ha fatto riferimento a due versioni di “Yesterday” dei Beatles, ovvero quella di Michael Bolton e quella di Alala. Dopo la prima combinazione triplo loop-triplo toeloop e la sequenza triplo flip-loop-euler-triplo salchow, Danilo era perfetto nella combinazione triplo flip-triplo toeloop, prima di cadere sul triplo loop, caduta peraltro non riportata a referto dal referee: nonostante ciò il suo programma gli garantiva l’argento e dunque la convocazione per i Mondiali.

L’ultimo posto per i Mondiali è stato appannaggio di Alex Chimetto, terzo dopo essere stato secondo nello short. Il pattinatore veneto, secondo lo scorso anno e bronzo ai Mondiali junior del 2022, aveva ben impressionato nello short pattinato sulle musiche di “Amazonia” del grande Jean-Michel Jarre, allorchè aveva sì eseguito la combinazione triplo flip-triplo toeloop-triplo toeloop con step-out sull’ultimo salto, ma dove peraltro nella combo-spin non gli erano state riconosciute alcune posizioni. Nel libero su musiche di Power-Haus e di Alibi Music, pur pattinando un buon programma non riusciva a contenere la rimonta di Gelao: dopo un triplo loop e una combinazione triplo flip-triplo toeloop impeccabili, Alex sottoruotava il triplo salchow posto in conclusione della sequenza con il triplo flip e appoggiava la mano sull’arrivo del triplo lutz.

Ai piedi del podio rimaneva invece Mirko Mazzo, nonostante il suo quinto posto nel libero, piazzamento conseguito già nel corto e poi conservato con fatica nel suo libero, a causa anche di alcune imprecisioni nei salti e soprattutto di una coreografia non del tutto convincente. Ad insidiarlo è stato Marco Giustino, che nel corto aveva chiuso sesto, pagando a caro prezzo una trottola sul tacco riconosciuta dal pannello tecnico no-level. Un vero peccato perchè la sua coreografia su brani di Astor Piazzolla era sembrata pienamente confacente alla qualità del suo pattinaggio e soprattutto alla sua capacità interpretativa. Tale caratteristica emergeva anche nel libero, allorchè con un valido programma sul tema della colonna sonora di “Rocketman” risaliva di una posizione, concludendo al quinto posto.

Nella foto Alessandro Liberatore (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Danilo Gelao (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Alex Chimetto (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti