La gara maschile del Lombardia Trophy è stata nei fatti una riproposizione degli ultimi Campionati Mondiali di Montreal, nel momento in cui ha visto ai nastri di partenza il campione del mondo in carica, Ilia Malinin, e il vicecampione del mondo in carica, Yuma Kagiyama, il tutto con il corollario del campione del mondo junior 2023 Kao Miura e del vicecampione dei Quattro Continenti Shun Sato.
In un contesto del genere è stato davvero deludente non vedere in gara alcun pattinatore azzurro, giusto in un momento storico in cui il nostro pattinaggio maschile non è mai stato così forte, potendo esprimere campioni come Rizzo, Grassl, Memola, Frangipani e comunque altri ottimi pattinatori. Purtroppo infortuni e specifiche programmazioni hanno imposto tale negativa realtà. Tuttavia la bellezza intrinseca della competizione ha fatto dimenticare l’assenza dei colori azzurri, concentrando dunque l’attenzione del pubblico sui formidabili campioni presenti, a partire dal fenomenale Malinin.
Ilia Skornyakov, noto al pubblico del pattinaggio con il cognome materno di Malinin, ha confermato tutto il suo talento, staccando di oltre 20 punti un eccellente Kagiyama. Seguito in balaustra dal padre e a bordo pista dal manager Ari Zakarian, ex-pattinatore sovietico di origine armena che in passato seguì nel medesimo ruolo il leggendario Plyushchenko, Ilia ha preso un netto vantaggio già nel programma corto, presentato sulle note di “Running”, allorchè dopo un quadruplo flip iniziale, ha realizzato il triplo axel e la combinazione quadruplo lutz-triplo toeloop, oltre ad elementi tutti di livello quattro, fatta eccezione per la flying seat spin, giudicata di livello tre. Nel libero, pattinato sul tema di “I’m Not a Vampire”, programma come il corto coreografato da Shae-Lynn Bourne, grazie a ben quattro quadrupli e due tripli axel non ha lasciato scampo ai rivali, fra i quali ha brillato il citato Kagiyama.
Il pattinatore nipponico allenato dal padre Masakazu e dalla nostra Carolina Kostner e seguito a livello coreografico da Lori Nichol, si è insediato al secondo posto già nel corto, commettendo un errore sull’arrivo del quadruplo salchow iniziale, nel suo bellissimo programma sulle note del famoso “The Sound of Silence”. Nel libero, proposto su musiche spagnole, il vicecampione olimpico ha mostrato una qualità di pattinaggio eccezionale, realizzando anch’egli quattro quadrupli e due tripli axel, pur con problemi in fase di atterraggio in un quadruplo teoloop e nel triplo axel in singolo.
Dopo il ritiro di due anni fa del grandissimo Yuzuru Hanyu e quello molto fresco di un altro fantastico pattinatore come Shoma Uno, il Giappone può contare sul suo grande talento e su altri ottimi interpreti, quali per esempio Shun Sato e Kao Miura. Dopo un terzo posto nel corto, conseguito a fronte di un quadruplo lutz concluso sul quarto, Sato ha conservato il terzo gradino del podio con autorevolezza, davanti a un Kao Miura in rimonta dopo un quinto posto nello short program.
Primo pattinatore europeo è stato il russo battente bandiera georgiana Nika Egadze, atleta di scuola Tutberidze, seguito a Bergamo dal collaboratore principale della grande allenatrice russa Sergey Dudakov: Nika è apparso finalmente più continuo nel rendimento tecnico delle sue prestazioni, proponendosi dunque come un valido outsider in vista degli Europei.
Nelle foto Ilia Malinin (USA)