L’edizione 2024 dei Mondiali di Rimini sarà a lungo ricordata non solo per la funzionalità e la bellezza della location messa a punto per la manifestazione o per la splendida cornice di pubblico che ha accompagnato lo svolgimento delle gare, ma anche perchè l’Italia dopo cinque anni è tornata a fare l’en-plein, aggiudicandosi ogni competizione della massima categoria.
Grande merito di questo eccellente risultato va certamente ascritto ad Alessandro Liberatore che, uscito di scena il tre volte campione del mondo Pau Garcia e costretto alla rinuncia il vicecampione del mondo in carica Kilian Gomis, dopo una serie di eccellenti piazzamenti colti nelle grandi competizioni internazionali è riuscito finalmente a coronare una splendida carriera, con il titolo più ambito dai pattinatori a rotelle, ovvero quello iridato. Già medaglia d’argento ai World Games 2022, nonché argento ai Mondiali di Buenos Aires dello stesso anno e bronzo a quelli di Asuncion 2021, il quattro volte campione nazionale è stato capace di cogliere il prestigioso risultato, contenendo nel libero il tentativo di rimonta di uno scatenato Diogo Craveiro, il portoghese già bronzo lo scorso anno ai Mondiali di Ibagué e argento quest’anno agli Europei casalinghi di Fafe.
L’allievo di Sara Locandro ha fatto la differenza rispetto al rivale grazie al punteggio relativo alle componenti del programma, avendolo staccato, nello specifico, di circa quattro punti in entrambi i segmenti di gara. Otto punti che hanno fatto dunque la differenza e che hanno consentito all’azzurro di vincere la medaglia d’oro, decimo italiano a riuscire nell’impresa, a quarant’anni di distanza dal successo di Michele Biserni ai Mondiali di Tokyo 1984. Quello di Alessandro è il ventiduesimo titolo che l’Italia conquista nel settore maschile: dopo il citato oro di Biserni, vi sono infatti state le vittorie di Luca Lallai (4 titoli), di Luca D’Alisera (3), di Roberto Riva (3), di Andrea Barbieri (2), di Dario Betti (2), oltre che le singole vittorie di Alessandro Amadesi e Andrea Girotto, per arrivare ai quattro successi di Luca Lucaroni.
Nello short program Alessandro è stato indiscutibilmente il migliore, proponendo una bellissima coreografia sul “Bolero” di Ravel: dopo una combinazione triplo toeloop-triplo toeloop-euler-triplo salchow, è stato in grado di realizzare il triplo loop e uno splendido doppio axel, eseguito con le braccia distese sopra la testa, così da giustificare la sua leadership. Nel libero, affrontato sulle musiche, fra le altre, di “The Impossible Dream” del grande Josh Groban, il nostro atleta ha voluto rappresentare il suo sogno, quello di poter partecipare alle Olimpiadi: a fronte di due ottime combinazioni iniziali, triplo loop-triplo toeloop e triplo loop-euler-triplo salchow, Alessandro incorreva in alcune incertezze, allorchè, per esempio, atterrava in modo incerto il triplo lutz, rendendo precaria la connessione con il previsto triplo toeloop in combinazione, e soprattutto perchè eseguiva solo semplice l’axel. Tuttavia il titolo era meritatamente suo con un vantaggio su Craveiro di meno di due punti.
Diogo Craveiro ha una volta di più impressionato gli esperti, confermando quel salto di qualità che lo scorso anno aveva effettuato: brillante nel suo pattinaggio veloce ed atletico, deve sicuramente rimpiangere le sue imprecisioni nel programma corto, lo stesso presentato lo scorso anno sulle note di “Golden Hour” di JVKE. Craveiro infatti concludeva la combinazione triplo flip-triplo toeloop-triplo toeloop con un giro inopportuno e appoggiava la mano sull’arrivo del triplo loop, risultando inevitabilmente secondo con quattro punti di ritardo. Il lusitano riusciva a vincere il programma libero grazie a uno spumeggiante programma, incentrato sulle note di “I’m Just Ken” di Ryan Gosling: ragionando sulla sua mancata vittoria, va detto che fatali gli sono stati due step-out su altrettanti tripli toeloop posti alla fine di due combinazioni, la prima con il triplo lutz e la seconda con un triplo loop.
Craveiro ha comunque ampiamente distanziato il giovane spagnolo Lucas Yanez, uno che ai Mondiali neppure doveva esserci, essendo stato solo quarto ai Nazionali spagnoli di Maria de Huerva: infortunati il citato Gomis e Bou, il galiziano ha dunque saputo cogliere l’occasione della vita, dimostrando comunque di possedere un’ ottima tecnica di salto, emersa sin dal programma corto, in ragione di una splendida combinazione triplo flip-triplo toeloop-triplo toeloop. Nel libero ha confermato la sua attitudine con salti impeccabili a partire dalle combinazioni eseguite, doppio axel-triplo toeloop, triplo flip-loop-triplo loop e triplo flip-triplo toeloop, giustificando ampiamente la sua medaglia di bronzo.
Grande sconfitto è stato il due volte campione europeo Hector Diez, tradito nel suo corto sulla “Danza Macabra” di Saint-Saens da due cadute, una sul triplo loop posto in combinazione a seguire il triplo flip e il triplo toeloop e una nella trottola combinata in fine di programma. Il suo tentativo di rimonta si è arenato di fronte alla stabilità tecnica del citato Yanez, consentendogli comunque di contenere il ritorno del connazionale Arnau Perez, penalizzato nel corto da una caduta sul triplo toeloop della combinazione con triplo flip e triplo toeloop: il catalano ha comunque mostrato due splendide coreografie, quella del corto, sul brano “Before The Sea” del grande Ezio Bosso, e quella del libero, sulla sonata per violino e piano “Lamento per una una vita persa nel limbo” della geniale compositrice australiana Chloé Charody.
Nella foto Alessandro Liberatore (ITA)

Nella foto Diogo Craveiro (POR)

Foto di Lucas Yanez (ESP)
