Quelli di Rimini, per il settore femminile, sono stati sicuramente i Mondiali del rinnovamento, se è vero che le prime quattro atlete classificate erano tutte esordienti a livello senior: la particolare situazione è stata certamente favorita dalla concomitante uscita di scena delle grandi protagoniste degli ultimi anni, a partire da quella di una fuoriclasse quale Rebecca Tarlazzi, che dopo la vittoria di Ibagué ha appeso i pattini al chiodo. Come lei ha preso la strada del ritiro la vicecampionessa del mondo spagnola Carla Escrich, laddove la nostra Giada Luppi, bronzo lo scorso anno ma argento due anni fa a Buenos Aires, ha scelto di dedicarsi all’attività di cantante. Va anche detto che avesse scelto di gareggiare fra le seniores, l’incredibile Madalena Costa avrebbe vinto con cinquanta punti di vantaggio, un’enormità che non può essere sottaciuta.
Il livello della gara è stato comunque molto alto e lo spettacolo offerto dalle migliori atlete è stato particolarmente accattivante. Ad imporsi è stata con relativa sorpresa Benedetta Altezza, allieva del leggendario Luca D’Alisera e di Elia Campagna: Benedetta aveva sì vinto il titolo italiano in quel di Ponte di Legno, ma come detto la sua esperienza a livello internazionale senior era praticamente inesistente, avendo lei saltato l’appuntamento con la prova di Artistic International Series di Trieste.
Sesta ai Mondiali Junior ’23 ma già terza a quelli del 2022, la napoletana ha mostrato grande carattere e determinazione e senza timori reverenziali ha preso la testa sin dal primo segmento di gara, pattinato su un mix di musiche spagnole, interpretate dalla cantante israeliana Yasmin Levy: dopo la combinazione triplo toeloop-doppio toeloop-euler-triplo salchow, ha proseguito con il triplo salchow e il doppio axel, corredando il tutto con una sequenza di passi di livello tre e una combospin di livello quattro. In tal modo si garantiva un vantaggio di otto punti sulla seconda, che andava poi ad incrementare con il programma libero imperniato nella sua parte centrale su due famosi brani operistici, tratti rispettivamente da “La Forza del Destino” di Giuseppe Verdi e dalla “Tosca” di Puccini.
Dopo due splendide combinazioni iniziali, doppio axel-loop-euler-triplo salchow e triplo toeloop-loop-euler-triplo salchow, Benedetta proponeva anche quella triplo toeloop-doppio toeloop, prima di incorrere nell’unico errore della sua gara, ovvero quello relativo al triplo loop risultato sottoruotato: una splendida trottola combinata e il doppio axel le consentivano però di chiudere il programma al meglio fra il tripudio del pubblico riminese. Meritata dunque la sua vittoria colta ai danni della sua rivale di sempre, la poliedrica Gioia Fiori, pattinatrice eccezionale.
In effetti, Gioia da qualche anno si cimenta con successo anche nel pattinaggio su ghiaccio, contesto nel quale lo scorso anno è stata quinta ai Campionati Italiani Juniores, a soli 30 centesimi di punto dal podio. La Fiori, già campionessa mondiale junior 2022, ha purtroppo pagato le imprecisioni del suo programma corto, in cui, dopo il doppio axel iniziale, ha appoggiato la mano sull’arrivo del triplo salchow, posto in combinazione con il triplo toeloop-doppio toeloop-euler, e ha commesso un errore sulla seconda posizione della combospin.
“Solo” terza, alle spalle anche della spagnola Sira Bella, la laziale ha completato un ottimo programma libero, basato fondamentalmente sulle note del brano di Lana del Rey “Young and Beautiful”: Gioia realizzava sì due ottime combinazioni, triplo toeloop-euler-triplo salchow e doppio axel-euler-triplo salchow, ma pagava però un dazio enorme di circa sette punti nel momento in cui il suo triplo toeloop si risolveva in un doppio. La Fiori, medaglia d’argento, deve comunque ritenersi soddisfatta, anche perchè era praticamente all’esordio stagionale, avendo saltato le gare più importanti della stagione per problemi fisici: l’azzurra è riuscita comunque a sopravanzare le pericolose iberiche Elna Frances e Sira Bella, confermando la supremazia della scuola italiana.
La Frances, campionessa europea a Fafe, attardata dopo lo short a causa di una caduta nel triplo toeloop e di un arrivo molto impreciso dello stesso salto posto in combinazione con doppio toeloop e doppio loop, si è ripresa nel libero conquistando la medaglia di bronzo a danno della connazionale Bella, seconda nel corto, ma solo quarta dopo un libero in cui cadeva due volte, nel doppio axel iniziale e nel triplo toeloop finale.
Quinta si classificava la terza azzurra, Micol Zangoli, veterana di tante battaglie, che sulla pista di casa, era in grado nel libero di rimontare dal settimo posto dello short, piazzandosi giusto davanti all’ivoriana d’Italia, Yenè Soro Bonati, molto attesa dopo il successo nella tappa dell’Artistic International Series di Trieste ma qui solo sesta: la pattinatrice nata a Firenze ha scontato pesantemente l’errore del corto, allorchè ha eseguito solo singolo il previsto doppio axel. In generale, tuttavia, è parsa ancora inferiore alle rivali dal punto di vista artistico, con coreografie che insistono ad esaltare il suo atletismo senza valorizzare esteticamente la sua elegante figura.
Nella foto Benedetta Altezza (ITA)
Nella foto Gioia Fiori (ITA)
Nella foto Elna Frances (ESP)