Sei anni fa, vittima di un colpo d’arma bianca durante un tentativo di rapina, moriva l’indimenticabile Denis Ten, pattinatore dal talento cristallino, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Sochi del 2014, medaglia d’argento ai Mondiali di London 2013 e medaglia d’oro ai Four Continents del 2015. Ebbene, la fondazione che porta il suo nome, nonché la federazione kazaka, dal 2019 organizza una gara internazionale che lo ricorda e che si svolge nella città di Astana. Quella che è la moderna capitale del Kazakistan, tornata da due anni a chiamarsi Astana, dopo che per alcuni anni era stata chiamata Nur-Sultan, ha ospitato le gare nella splendida Barys Arena, impianto che i kazaki sperano possa presto ospitare competizioni di ancor più alto livello in seno all’ISU.

In terra asiatica l’Italia ha brillato grazie a Lara Gutmann, tornata sul podio di una prova di Challenger Series dopo due anni, allorchè era stata seconda nell’Ondrej Nepela Memorial di Bratislava. La Gutmann ha pattinato bene sin dallo short program, in cui ha sì rinunciato ad eseguire la combinazione di due tripli toeloop, ma ha comunque realizzato un triplo lutz corretto nella rotazione, anche se un po’ faticoso nell’arrivo. Più a suo agio sulle melodie di Korzeniowski e di Sakamoto proposte nel suo libero, la trentina ha guadagnato una posizione, arrivando a ridosso della seconda posizione. Dopo una combinazione iniziale triplo lutz-euler-triplo salchow e una successiva sequenza triplo toeloop-doppio axel, l’allieva di Gabriele Minchio eseguiva bene il triplo flip, avendo problemi solo nel triplo lutz e nel triplo loop finali, conclusi sul quarto di rotazione. Per lei vi è stata anche la soddisfazione di un primato personale parziale di 127.65, che le ha consentito di vincere il segmento di gara.

A vincere è stata la campionessa europea 2023 Anastasiya Gubanova, pattinatrice russa che ha scelto di gareggiare per la Georgia. La Gubanova si è imposta soprattutto grazie al suo short program, dove grazie alla combinazione triplo flip-triplo toeloop e al triplo lutz, ha guadagnato un ampio margine sulle rivali. Nonostante un errore grave nel libero, dove mancava totalmente un salto, perdendo dunque un intero “spot” di punteggio, la pattinatrice di San Pietroburgo ha tenuto a bada l’attesissima Sofiya Samodelkina, ex-bambina prodigio del pattinaggio russo, in passato capace di quadrupli e di triplo axel, accasatasi da poco alla federazione kazaka.

Apparsa naturalmente appesantita e a digiuno da competizioni internazionali, la neokazaka ha comunque ben impressionato, chiudendo seconda, ma dando l’impressione che, qualora riuscisse a recuperare la piena forma fisica, le prime posizioni delle classifiche mondiali non saranno per lei impossibili.

Il Kazakistan ha potuto comunque gioire per il successo tra gli uomini di Mikhail Shaidorov, il ventenne talento di Almaty, già argento ai Mondiali juniores del 2022. Avviato al pattinaggio dal padre Stanislav e dal 2019 allenato in quel di Sochi, in Russia, dal grande Aleksey Urmanov, campione olimpico a Lillehammer 1994, Misha ha impressionato soprattutto nel corto, allorchè ha realizzato molto bene la combinazione quadruplo lutz-triplo toeloop, il triplo axel e il quadruplo toeloop, giustificando pienamente il suo nuovo record personale, ora fissato a 95.50.

Detto che sia il suo corto, sulla colonna sonora di “Dune”, che il suo libero sulla “Sonata al Chiar di Luna” di Bethoveen sono stati coreografati dal nostro Ivan Righini, quattro volte campione italiano, il kazako ha proposto tre quadrupli anche nel libero, sia pur non del tutto precisi, e pur non vincendo il segmento di gara ha comunque conservato il primo posto, davanti a due russi che gareggiano per altre bandiere: l’azero Vladimir Litvintsev, allievo della non dimenticata Viktoriya Volchkova, già medagliata a livello europeo e mondiale, si è classificato secondo, mostrandosi totalmente trasformato rispetto all’opaca prova del Lombardia Trophy, mentre il georgiano Nika Egadze, allievo della Tutberidze, ha chiuso ottimo terzo.

A vincere il libero è stato però il nostro Daniel Grassl, che nell’occasione è tornato alle gare dopo oltre un anno e mezzo di assenza, in relazione alla vicenda legata ai tre “whereabouts” (la reperibilità ai controlli antidoping) mancati e segnalati alla procura antidoping. Daniel, nel frattempo passato alle cure di Edoardo De Bernardis in quel di Torino, dopo un corto deficitario in ragione di due cadute, sul quadruplo lutz e sul triplo axel, ha incantato il pubblico con il suo libero sul tema della colonna sonora del famoso film “Billy Elliott”: pienamente a suo agio nel ruolo, dopo un quadruplo lutz sottoruotato, ha eseguito positivamente il quadruplo loop e due tripli axel, il secondo dei quali in sequenza con due doppi axel, meritandosi dunque la vittoria parziale e il quarto posto finale.

Nella danza ha trionfato la “nouvelle vague”, verrebbe da dire, visto il successo dei fratelli Natalie e Filip Taschler (22 e 24 anni rispettivamente) allievi ad Egna di Matteo Zanni: la coppia di Brno, ha preceduto altri due fratelli, i Brown, Oona e Gage (20 e 22 anni), statunitensi di stanza a Montreal. I Brown, campioni del mondo junior nel 2022, hanno a loro volta superato in rimonta i canadesi Alicia Fabbri e Paul Ayer, membri della loro stessa scuola di allenamento. In merito alla gara, non è mancato il rammarico per la forzata rinuncia di Victoria Manni e Carlo Roethlisberger, costretti al palo per il mancato arrivo dei loro bagagli, andati persi durnate gli scali aerei effettuati.

Nella foto Lara Gutmann (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Anastasiya Gubanova (GEO)

Foto di Raniero Corbelletti
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