La quinta edizione del Budapest Trophy ha ancora una volta sorriso ai colori italiani, dal momento che i nostri pattinatori sono stati ancora una volta protagonisti della nota competizione andata in scena in riva al Danubio. In particolare ha brillato la stella di Matteo Rizzo, che si è imposto per la terza volta nel torneo magiaro, arricchendo un albo d’oro che al maschile parla solo italiano, visto che in cinque edizioni, oltre ai successi di Rizzo, si sono registrati anche quelli di Daniel Grassl e Nikolaj Memola. La gara è andata in scena sulla pista del Vasas, la grande polisportiva nata in epoca comunista, espressione un tempo del sindacato dei lavoratori metallurgici.

Per Matteo Rizzo, la competizione ungherese ha segnato il rientro alle gare dopo l’operazione subita all’anca all’indomani della bellissima medaglia di bronzo da lui conseguita ai Campionati Europei di Kaunas, in scia a Siao Him Fa e Selevko. L’allievo del padre Valter ha dominato la competizione, aggiudicandosi entrambi i segmenti di gara grazie a due prestazioni convincenti: nel corto, nonostante un quadruplo loop sottoruotato, l’azzurro è stato in grado di precedere un avversario di valore qual è lo svizzero Lukas Britschgi, medaglia di bronzo agli Europei di Espoo 2023. Nel libero, pur con il quadruplo loop ancora una volta sottoruotato, Rizzo ha pattinato molto bene, eseguendo i suoi restanti elementi tecnici positivamente: nello specifico completava due splendidi tripli axel, staccando definitivamente il rivale.

Britschgi, allievo in quel di Oberstdorf di Michael Huth, lo storico allenatore di Carolina Kostner, ha pagato a caro prezzo nel libero una caduta nel secondo quadruplo toeloop del suo programma e un triplo axel eseguito solo singolo. I due campioni hanno preceduto il russo battente bandiera tedesca Nikita Starostin, rimasto però al di sotto dei 200 punti.

Nella gara femminile si è registrato l’importante successo della statunitense Alysa Liu, rientrata alle gare a diciannove anni, dopo essersi ritirata, satura di pattinaggio, a soli diciassette, nel 2022. La Liu, nota in passato per la sua abilità nell’eseguire il triplo axel, già medaglia di bronzo ai Mondiali post-olimpici di Montpellier, ha vinto con merito rintuzzando nel libero il tentativo di rimonta messo in atto dalla filiforme svizzera Kimmy Repond, medaglia di bronzo ai citati Europei di Espoo, alla fine seconda con circa tre punti di ritardo dalla rivale.

La Liu è tornata quest’anno ad allenarsi con Massimo Scali, facendo base a Lakewood, in California, così da poter continuare i suoi studi di psicologia alla UCLA University. Sul terzo gradino del podio è salita invece la brava francese Lorine Schild, capace di precedere di pochi centesimi di punto Lindsay Thorngren.

La competizione di danza ha visto primeggiare gli statunitensi Christina Carreira/Anthony Ponomarenko, che pur giovanissimi hanno già una lunga carriera a livello internazionale, nel contesto della quale spiccano l’argento ai Mondiali juniores del 2018 e il doppio bronzo ai Four Continents del 2022 e del 2024. In coppia dal 2014, Christina e Anthony hanno confermato la loro solidità tecnica, precedendo i sorprendenti connazionali Emily Bratti/Ian Somerville, allievi in quel di Washington dei coniugi White, ovvero il grande campione olimpico di Pyeongchang Charlie e l’altrettanto famosa Tanith Belbin, argento alle Olimpiadi di Torino 2006. Gli americani hanno sopravanzato di misura i finlandesi, bronzo europeo 2023, Juulia Turkkila/Matthias Versluis, rappresentanti della scuola fondata a Helsinki dal nostro Maurizio Margaglio.

In gara si sono ben comportate due nostre giovani coppie: Giulia Paolino e Andrea Tuba hanno chiuso al nono posto, perdendo purtroppo due posizioni nel libero, mentre Carlotta Argentieri e Francesco Riva si sono classificati al tredicesimo posto.

Nella foto Matteo Rizzo (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Christina Carreira/Anthony Ponomarenko (USA)

Foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Alysa Liu (USA)

Foto di Raniero Corbelletti
Categorie: Ghiaccio