Bratislava è un luogo che da sempre porta bene, come si suol dire, al pattinaggio italiano, se è vero che nella capitale slovacca vinsero il loro primo grande titolo Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio, che nel 2001 si laurearono campioni europei. Anche Anna Cappellini e Luca Lanotte conservano grandi ricordi della città in riva al Danubio, visto che agli Europei del 2016 furono secondi solo a due fuoriclasse come Gabriella Papadakis e Guillaume Cizeron.

A conferma della positiva tradizione, un grande successo è arrivato anche quest’anno nell’ambito dell’Ondrej Nepela Memorial, grande torneo internazionale giunto allo storico traguardo della trentesima edizione. Sulla pista che di Nepela, campione olimpico di Sapporo 1972, porta il nome, i nostri portacolori hanno brillato in modo eccezionale, soprattutto nel settore maschile allorchè hanno occupato, incredibilmente, tutti i gradini del podio.

A guidare l’armata italiana a tale grande successo è stato il redivivo Daniel Grassl, rientrato alle gare da pochissime settimane dopo le varie sventure di cui è stato, suo malgrado, protagonista. Daniel, trasferitosi a Torino alla corte di Edoardo De Bernardis, ha preso il comando sin dallo short program, proposto sulle note del Notturno n. 20 di Chopin, allorchè eseguiva il quadruplo loop, la combinazione triplo lutz-triplo toeloop, il triplo axel e tutti gli altri elementi classificati di livello quattro. Il nostro atleta guadagnava un grande vantaggio, che nel libero non si limitava ad amministrare, ma incrementava con decisione. Utilizzando una geniale coreografia sul tema del film “Billy Elliot”, personagglio che sembra essere pienamente nelle sue corde, il meranese non si scoraggiava per il quadruplo lutz iniziale trasformatosi in doppio e di seguito replicava con il quadruplo loop, il quadruplo salchow e due tripli axel, il primo in combinazione con il triplo toeloop, il secondo in sequenza con due doppi axel. Daniel è sembrato in pieno recupero e pronto dunque a giocarsi le proprie carte nella lotta che i forti pattinatori azzurri metteranno in atto per qualificarsi ai Campionati Europei.

Alle sue spalle si classificava il campione italiano in carica Nikolaj Memola, che nel libero rimontava dopo il quarto posto del corto. Allenato dalla madre Olga Romanova, ex-pattinatrice russa di San Pietroburgo da anni di stanza in Italia, Nikolaj pagava a caro prezzo la caduta nel quadruplo lutz collocato all’inizio del suo programma sulle note della colonna sonora di “Mission Impossible 2”. Nel libero, costruito coreograficamente su una splendida melodia di Abel Korzeniowski, “Song for the Little Sparrow”, il milanese cadeva nuovamente nel quadruplo lutz, ma la parte restante del suo programma risultava perfetta, consentendogli di sopravanzare il promettente idolo locale Adam Hagara, bronzo agli ultimi Mondiali juniores e argento alle Olimpiadi giovanili, alla fine quarto, dietro anche al terzo azzurro, Corey Circelli.

L’italocanadese, allievo di Brian Orser, riusciva finalmente a mostrare tutto il proprio talento, confermando in particolare le sue qualità di interprete. Nello short, su una bella coreografia preparata per lui da Guillaume Cizeron sulle note del brano di Edith Piaf “Mon Dieu”, si inseriva al terzo posto della classifica grazie a un bellissimo quadruplo toeloop e nonostante un triplo axel sottoruotato e concluso in modo impreciso. Nel libero, sull’emozionante “Piano Concerto n. 2 “ di Sergey Rachmaninov, confermava il suo piazzamento nonostante un triplo axel risoltosi in singolo, emozionando il pubblico con la sua innata capacità di vivere la musica proposta. Tutti e tre gli azzurri con le loro prove hanno una volta di più certificato l’alto livello del pattinaggio maschile italiano, pronto a stupire il mondo nei prossimi appuntamenti internazionali.

L’Italia ha saputo entusiasmare gli appassionati anche nella gara femminile, dove Lara Gutmann ha conquistato il terzo posto, alle spalle della diciasettenne coreana Ahsun Yun e dell’israeliana Mariya Seniuk, diciannovenne russa di Mosca, allenata da Yuliya Lavrenchuk, la non dimenticata pattinatrice ucraina che agli Europei del 1997 di Parigi vinse la medaglia di bronzo. Lara può comunque recriminare per i molti punti persi nel corto, allorchè quello che doveva essere un triplo lutz si riduceva a doppio, così da perdere un intero spot di punteggio. Lara è sembrata in grandi condizioni di forma, confermando dunque la bella prestazione fornita ad Astana nel Denis Ten Memorial.

Nella gara di danza a trionfare erano i britannici Lilah Fear e Lewis Gibson, reduci dal successo al Nebelhorn Trophy. I due volte vicecampioni europei hanno ancora una volta mostrato il loro collaudato stile, valorizzato da brani di musica pop o rock, certamente utili a mettere in luce le loro doti tecniche, ma anche a mascherare, probabilmente, una carente versatilità interpretativa. Gli inglesi hanno preceduto due altre coppie appartenenti alla loro scuola di allenamento, ovvero i giovani coniugi russo-georgiani Diana Davis/Gleb Smolkin, secondi, e la coppia battente bandiera spagnola, formata dall’inglese Olivia Smart e dal tedesco Tim Dieck, terza. In gara c’erano anche gli azzurri Victoria Manni/Carlo Roethlisberger, capaci di chiudere all’ottavo posto, nonostante un bellissimo libero sulla colonna sonora del film “Titanic” che avrebbe certamente meritato una migliore valutazione.

Nella foto Daniel Grassl (ITA)

Foto di Alberto Ponti

Nella foto Nikolaj Memola (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

Nella foto Corey Circelli (ITA)

Foto di Laura Malvarosa
Categorie: Ghiaccio