A distanza di quasi 60 anni dall’edizione di Sestriere 1966, per la sesta volta nella storia della manifestazione, le Universiadi invernali hanno fatto tappa in Italia, venendo ospitate per la seconda volta in diciotto anni da Torino: dopo l’edizione precedentemente citata, fu la volta di Belluno nel 1985, di Tarvisio nel 2003, di Torino nel 2007, di Trento nel 2013, fino ad arrivare all’edizione odierna.

Universiadi fortunate quelle di Torino per i colori italiani, che hanno visto Daniel Grassl, da poco laureatosi per la quinta volta campione nazionale, aggiudicarsi la medaglia d’argento in una gara dal contenuto tecnico particolarmente alto, come dimostra la classifica finale della gara. Il campione meranese è stato infatti preceduto dal solo Yuma Kagiyama, vicecampione olimpico a Pechino nel 2022, nonché per tre volte medaglia d’argento ai Mondiali, riuscendo tuttavia a lasciarsi alle spalle il coreano Junhwan Cha, vicecampione del mondo nel 2023, oltre che campione dei Quattro Continenti nel 2022, alla fine medaglia di bronzo.

Daniel ha iniziato la competizione con il piede giusto, collocandosi al terzo posto nello short program, in cui ha proposto il nuovo programma sulle musiche di “Human”, brano scritto dal compositore italiano Stefano Lentini in collaborazione con Tom Baxter: dopo una combinazione quadruplo lutz-triplo toeloop, ben eseguita nonostante il filo d’entrata del lutz sia risultato incerto, e un quadruplo loop concluso sul quarto di rotazione, Daniel eseguiva perfettamente il triplo axel e gli altri elementi del programma, non a caso valutati di livello quattro.

L’allievo di Edoardo De Bernardis era poi splendido nel suo libero sviluppato sul tema di “Billy Elliot”, vincendo il segmento di gara, grazie a un programma forte di tre salti quadrupli, lutz, loop e salchow, e due tripli axel, il primo in combinazione con il triplo toeloop e il secondo in sequenza con due doppi axel. Anche se il quadruplo lutz risultava ancora atterrato sul quarto, è pur vero che Daniel è stato artefice di una prestazione davvero eccellente, sfiorando i suoi record italiani, risalenti alla stagione olimpica 2022. Dopo le disavventure degli ultimi due anni Grassl è sembrato aver ritrovato piena energia e vitalità, proiettandosi con giuste aspettative verso i Mondiali di Boston.

Il titolo di Kagiyama è stato comunque meritato ed è arrivato soprattutto grazie a un magistrale short program, concluso con un vantaggio di oltre dieci punti sul connazionale Shun Sato, precipitato al quinto posto dopo un libero poco fortunato. Kagiyama, allievo della nostra Carolina Kostner e del padre Masakazu, pattinatore capace di rappresentare il Giappone in sede olimpica, ha mostrato incertezze nel libero, cadendo su un quadruplo salchow e, in successione, mancando l’esecuzione del quadruplo lutz, eseguito solo semplice.

Il coreano Cha ha mostrato in entrambi i programmi di essere in piena ripresa dopo un 2024 negativo, candidandosi come sicuro protagonista per l’edizione dei prossimi Four Continents casalinghi di Seoul. Ai piedi del podio è rimasto il sempre più competitivo kazako Mikhail Shaidorov, finalista quest’anno nel Grand Prix e già medaglia di bronzo ai Mondiali Juniores del 2022, capace comunque di precedere il citato Sato, già medaglia d’argento ai Four Continents dello scorso anno a Shanghai.

A ridosso delle posizioni di vertice ha brillato l’azzurro Corey Circelli, brillante settimo, in rimonta di una posizione dopo lo short. L’italocanadese, allievo del grande Brian Orser, vicecampione olimpico sia nel 1984 che nel 1988, ha letteralmente incantato nel suo libero sulle note di Rachmaninov, evidenziando tutta la qualità del suo pattinaggio, cui ha saputo aggiungere anche un ottimo livello tecnico. Positiva è stata anche la prova di Raffaele Zich, da poco passato sotto le cure dell’ex-campione del mondo Stephane Lambiel: il torinese ha chiuso al tredicesimo posto, perdendo quattro posizioni dopo lo short program.

Nella foto Daniel Grassl (ITA)

Foto di Alberto Ponti