Nella storia delle Universiadi Invernali il Giappone ha spesso dominato la competizione femminile, a segnalare la particolare attenzione che il paese del Sol Levante mostra per questa importante manifestazione polisportiva. Non ha dunque sorpreso che ad imporsi nell’edizione torinese della rassegna iridata universitaria sia stata per la quattordicesima volta un’atleta giapponese, nello specifico Rion Sumiyoshi.
Che la ventunenne di Tokyo fosse dotata di talento si sapeva, ma spesso “chiusa” da una concorrenza interna spaventosamente agguerrita, non solo non aveva mai raccolto risultati eclatanti, ma neppure aveva avuto opportunità di partecipare a grandi manifestazioni internazionali. Solo lo scorso anno si era particolarmente distinta, agguantando la finale del Grand Prix di Pechino, chiusa poi al sesto posto: tuttavia il successivo modesto ottavo posto ai campionati giapponesi le aveva precluso ogni convocazione ai più alti livelli.
Nella gara andata in scena al Palavela, dopo essersi collocata al terzo posto nello short program, la Sumiyoshi ha compiuto una grande rimonta nel programma libero, superando alla fine la favorita connazionale Mone Chiba di soli 0.44 centesimi di punto. La Sumiyoshi ha pattinato il suo libero, articolato su una coregografia di Shae-Lynn Bourne su musiche di Karl Jenkins, in modo molto coraggioso, non esitando a presentare un quadruplo toeloop, peraltro degradato dal pannello tecnico.
D’altra parte la citata Mone Chiba è risultata particolarmente fallosa nel libero, cadendo nel triplo lutz e non completando in alcune occasioni la rotazione dei suoi salti. Alla fine la campionessa dei Four Continents in carica, nonché argento nella recente finale del Grand Prix a Grenoble, ha dovuto accontentarsi della medaglia d’argento, lasciandosi alle spalle la ex-bambina prodigio russa Sofiya Samodelkina, accasatasi da poco alla federazione kazaka.
La diciottenne di Mosca, rientrata alle gare da un lungo periodo di crisi, legato anche a una crescita fisica difficile da metabolizzare in chiave tecnica, ha ben figurato, anche a fronte di una complessiva valutazione dei giudici al di sotto delle aspettative.
Al quinto posto si è classificata la nostra Lara Gutmann, grande protagonista di stagione, con il bronzo nella tappa di Grand Prix in Finlandia e l’argento dei Nazionali alle spalle di Anna Pezzetta. L’allieva di Gabriele Minchio può recriminare per un libero non all’altezza, che le ha precluso la via di un podio, quello delle Universiadi, sul quale nella storia sono salite due grandi protagoniste del pattinaggio italiano, ovvero Silvia Fontana, terza nel 2003, e Valentina Marchei, due volte medaglia d’argento nel 2007 e nel 2013. Alle spalle della trentina hanno positivamente pattinato Ginevra Negrello e Marina Piredda, rispettivamente settima e ottava.
Nella foto Lara Gutmann (ITA)
