A distanza di quattordici anni dall’ultima occasione, ovvero dall’edizione di Berna 2011, allorchè si imposero per la quarta volta in carriera Alyona Savchenko e Robin Szolkowy, la Germania è tornata ai vertici europei delle coppie di artistico grazie alla vittoria di Minerva Hase e Nikita Volodin, coppia formatasi nella primavera del 2023, ma immediatamente salita agli onori delle cronache in ragione del proprio talento. In realtà la vittoria di Hase/Volodin è giunta in totale discontinuità rispetto alla grande tradizione della Germania nella specifica specialità in oggetto, poiché i due nuovi campioni europei sono il prodotto di una nuova scuola russa, quella di Sochi, guidata da Dmitry Savin e Fyodor Klimov, a loro volta esponenti un tempo della scuola che Nina Mozer, allenatrice dei grandi Volosozhar/Trankov, campioni olimpici 2014, aprì anni fa in quel di Mosca.
Complice il disimpegno della Mozer dall’attività di allenatrice emerso da qualche anno e solo quest’anno rientrato, Savin ha dato vita alla propria scuola, cooptando nell’iniziativa Klimov, che in coppia con la splendida Kseniya Stolbova fu argento olimpico nella citata edizione delle Olimpiadi, in cui raccolse anche l’oro nella competizione a squadra.
La berlinese Hase e il russo di San Pietroburgo Volodin hanno vinto la medaglia d’oro senza particolari tentennamenti, issandosi in vetta alla classifica sin dallo short program, grazie a un programma privo di errori negli elementi di salto, anche se non perfetto nel suo insieme. Nel libero, fatta eccezione per la sequenza triplo toeloop-doppio axel-axel in cui Minerva commetteva uno step out nel doppio axel, interrompendo di fatto la sequenza ed eseguendo comunque un semplice axel finale, i tedeschi non incorrevano in errori, riuscendo in tal modo a chiudere in testa il segmento di gara e a conquistare la tanto agognata medaglia d’oro.
A rendere loro la vita difficile sono stati i nostri Sara Conti/Niccolò Macii, già campioni europei due stagioni orsono in quel di Espoo. Solo sesti lo scorso anno nella gara che consacrò campioni europei Lucrezia Beccari e Matteo Guarise, costretti al palo a seguito del serio infortunio patito dalla giovane torinese, Sara e Niccolò hanno pattinato con grande determinazione, più che mai convinti di poter impensierire la coppia tedesca, favorita nei pronostici. Sulle note della “Carmen” di Bizet, nella speciale versione per il balletto creata dal grande Rodion Shchedrin, gli allievi di Barbara Luoni hanno pattinato uno short program convincente, macchiato tuttavia da uno step-out di Sara sull’arrivo del triplo loop lanciato.
Nel libero, articolato sulle note di “Papa Can You Hear Me”, brano che Barbra Streisand intonò nell’ambito della colonna sonora di “Yentl”, film da lei diretto e interpretato, hanno come i tedeschi commesso un errore nella sequenza triplo toeloop-doppio axel-doppio axel, allorchè Niccolò ha commesso step-out sul doppio axel finale, inanellando tuttavia una serie di elementi di grande livello, a partire dal triplo salchow in parallelo e dai due tripli lanciati, rispettivamente il loop e il salchow. Meritata era dunque la loro medaglia d’argento, giunta a coronamento di una stagione disputata costantemente ad alto livello.
La medaglia di bronzo finiva al collo dei campioni del mondo juniores in carica Anastasiya Metelkina/Luka Berulava, coppia russo-georgiana già medaglia d’argento lo scorso anno a Kaunas. La coppia di stanza a Perm, in Russia, nella scuola guidata da Pavel Slyusarenko, aveva chiuso solo al nono posto lo short program, complice certamente la caduta di Anastasiya nel triplo salchow in parallelo, ma soprattutto a causa di una spirale della morte esterno-indietro certamente molto originale nella sua esecuzione, ma giudicata no-level a causa della posizione della testa della partner, non al di sotto dalla linea ideale creata del corpo della stessa. I georgiani affrontavano dunque il loro libero senza nulla da perdere, così da riuscire in un ottimo programma che li proiettava sul podio, a spese dei russi battenti bandiera ungherese Mariya Pavlova/Aleksey Svyatchenko, esponenti come i neocampioni della scuola di Sochi.
Argento ad Espoo due anni fa e bronzo lo scorso anno a Kaunas, Rebecca Ghilardi e Filippo Ambrosini hanno chiuso al sesto posto, un piazzamento onorevole, ma certamente non confacente alle loro ambizioni. Già in ritardo nello short program, dove Rebecca eseguiva solo semplice il doppio axel e appoggiava le due mani sull’arrivo del triplo lutz lanciato, i pattinatori di stanza all’Icelab di Bergamo non sono sembrati al meglio delle loro possibilità, pur ripresentando il fortunato libero dello scorso anno sul tema di “Dracula”. Frenati da un grave errore di Rebecca che “apriva” il previsto doppio axel, oltre che da una caduta di Filippo nel triplo salchow in parallelto, gli azzurri erano ancora ancora una volta imprecisi, pregiudicando una possibile rimonta. Rebecca e Filippo sono ora attesi ad una prova importantissima in quel di Boston, dove sarà fondamentale ben pattinare anche in previsione olimpica.
Molto bene in quel di Tallinn ha invece fatto la coppia formata da Irma Caldara e Riccardo Maglio, alla loro prima esperienza in un grande campionato ISU. La coppia di stanza ora a Torino, dove è seguita con profitto dalle sorelle Cristiana e Fabiana Di Natale, ha emozionato nel proprio programma corto sulle note de “La Donna Cannone” di Francesco De Gregori, chiudendo la gara in una onorevole quindicesima posizione, a qualificare la loro meritata convocazione.
Nella foto il podio della gara delle coppie, Conti/Macii (ITA), Hase/Volodin (GER) e Metelkina/Berulava (GEO)

Nella foto Sara Conti/Niccolò Macii (ITA)

Nella foto Minerva Hase/Nikita Volodin (GER)

Nella foto Anastasiya Metelkina/Luka Berulava (GEO)
