La gara femminile degli Europei ha letteralmente parlato russo, se è vero che i primi due posti della classifica sono stati occupati da due pattinatrici la cui madre lingua è il russo e la cui cultura di riferimento è senza alcun dubbio quella russa. Stiamo parlando della medaglia d’argento Anastasiya Gubanova, ma soprattutto della vincitrice della gara, ovvero Nina Petrykina, capace non senza sorpresa di stroncare la resistenza di agguerrite rivali. La ventenne di Tallinn è di etnia russa, ovvero fa parte di quella larga parte della popolazione estone che si esprime correntemente in lingua russa e che professa la religione cristiano-ortodossa: Petrykina è la corretta dizione del suo cognome, in qualche modo “storpiato” nella sua versione estone, cioè Petrokina, come compare nelle classifiche delle gare e in generale nelle schede biografiche dell’ISU.
Reduce da un anno orribile a causa di una seria malattia, l’allieva di Svetlana Varnavskaya ha certamente tratto vantaggio dal fattore campo, ma ha altresì dimostrato di possedere un ottimo talento, che si esprime particolarmente in una abilità tecnica di tutto rispetto. Nina aveva chiuso la prima giornata di gare al secondo posto, a soli cinque centesimi di punto dalla vincitrice del segmento di gara, ovvero la russo-georgiana Anastasiya Gubanova: in realtà il suo avrebbe potuto essere un primo posto di giornata, se solo non fosse stata oggetto di un palese errore messo in atto nella materiale digitazione del suo punteggio per le skating skills dalla giudice slovena Breda Marisek. La Marisek, infatti, anziché digitare il presumibile punteggio di 7.75, metteva nella memoria del suo computer un improbabile 0.75, un punteggio che pregiudicava il possibile parziale primato della ragazza estone.
Nel libero la Petrykina fugava comunque ogni dubbio pattinando, sulle note della colonna sonora di “Dune”, un programma non solo privo di errori ma anche di una pur minima indecisione, valorizzato tra l’altro da due tripli lutz e due tripli flip. È così che il pubblico estone, fino ad allora abbastanza tiepido nell’accogliere l’evento a livello comunicativo e non particolarmente caloroso nei confronti degli atleti durante le competizioni, ritrovava di colpo tifo e passione, allorchè poteva assistere all’affermazione di una propria pattinatrice.
La Gubanova, tornata nell’occasione ai suoi livelli migliori, doveva dunque inchinarsi alla rivale, pur dimostrando interamente il suo valore. L’allieva di Yevgeniy Rukavitsin in quel di San Pietroburgo pattinava entrambi i suoi programmi senza incorrere in gravi errori: solo nel libero era leggermente imprecisa, allorchè atterrava sul quarto il triplo loop e sottoruotava un triplo flip, ma nell’insieme le sue prove risultavano ampiamente convincenti, consentendogli di acquisire una seconda medaglia d’argento dopo quella dello scorso anno a Kaunas e dopo l’oro di Espoo 2023.
Proprio come lo scorso anno il bronzo è andato alla belga di origine italiana Nina Pinzarrone, molto elegante nel suo pattinaggio, anche se poco precisa nella rotazione dei suoi salti. Nel suo bellissimo libero, coreografato da Benoit Richaud sulle note della colonna sonora della serie televisiva “The Handmaid’s Tale” e sullo splendido Notturno del musicista americano Eric Cristian, non completava correttamente la rotazione di ben cinque salti, pregiudicando dunque una medaglia più prestigiosa. Subito dietro la quotata svizzera Kimmy Repond, si sono classificate le nostre due rappresentanti, Anna Pezzetta quinta e Lara Gutmann sesta.
La neocampionessa italiana, allieva al Forum di Assago di Angelina Turenko e Alisa Mikonsaari, ha portato a termine una gara di grandissimo contenuto tecnico, rimontando di una posizione dopo il sesto posto di uno short, complessivamente penalizzato dalla scelta di non rischiare la combinazione di due tripli e da un arrivo precario del suo triplo flip. Nel libero Anna ha mostrato per intero il suo grande talento, evidenziato dalla bellezza dei suoi alti e grandi salti, conquistando un quinto posto all’esordio europeo che lascia grandi speranze per il futuro.
Lara Gutmann, autrice di una stagione da incorniciare, ha chiuso a un meritato sesto posto, avendo tuttavia da recriminare per l’occasione perduta di salire sul podio: la medaglia era alla sua portata, forte com’era di due due coreografie eccellenti, in particolare quella del libero, curata da Stephane Lambiel su musiche di Korzeniowski e Sakamoto. Tuttavia in tale contesto finiva per “alleggerire” il contenuto tecnico del suo programma, riducendosi ad eseguire solo doppi due previsti tripli, il salchow della combinazione iniziale con il triplo lutz e l’euler, e il doppio lutz in singolo, tutti errori fatali in un’ottica di lotta per le medaglie.
Nella foto il podio della gara donne, Anastasiya Gubanova (GEO), Nina Petrykina (EST) e Nina Pinzarrone (BEL)

Nella foto Nina Petrykina (EST)

Nella foto Anastasiya Gubanova (GEO)

Nella foto Nina Pinzarrone (BEL)
