La competizione femminile preolimpica è servita a molti per fugare i dubbi sorti all’indomani degli Europei di Tallinn, in merito alla reale consistenza della neocampionessa europea Nina Petrykina, ventenne che sostenuta dal pubblico di casa, ha completamente ribaltato i pronostici della vigilia.
Anche in passato il fattore campo ha aiutato valide pattinatrici ad ottenere risultati del tutto insperati a livello continentale: due esempi costituiscono anche ricordi dolorosi per i colori italiani, visto che a fare le spese delle vittorie delle rivali fu la nostra Carolina Kostner.
Nel gelo di Berna 2011, l’elvetica Sarah Meier conquistò il titolo europeo, così come in quel di Helsinki 2009 ad imporsi fu la finlandese Laura Lepisto; a Budapest 2004 fu ancora l’ungherese Julia Sebestyen a far tesoro del tifo dei propri tifosi, aggiudicandosi il titolo.
In realtà la Petrykina non ha avuto timori a rimettersi in gioco dopo il prestigioso risultato degli Europei e da vera campionessa non si è scomposta più di tanto quando nello short, avendo eseguito solo doppio il previsto triplo flip e avendo sbagliato la combinazione triplo lutz-doppio toeloop, concludeva al quinto posto. In effetti nel libero non sbagliava nulla, recuperando la vetta della classifica: l’allieva di Svetlana Varnavskaya realizzava due tripli lutz e due tripli flip, corredando il tutto con trottole di livello quattro e una sequenza di passi di livello tre, giustificando dunque la prestigiosa vittoria.
L’argento è andato all’italoamericana Isabeau Levito, al rientro alle gare dopo l’assenza per infortunio a un piede ai propri campionati nazionali. Inserita d’ufficio nel team americano per Boston, la Levito doveva fornire a Milano, città natale della madre, una prova d’efficienza importante, tale da indurre i responsabili della sua nazionale a confermare la convocazione. La diciottenne americana, vicecampionessa del mondo lo scorso anno, è parsa molto lontana dalla forma migliore, incorrendo in vari errori, legati alla piena rotazione dei suoi salti e al corretto filo d’entrata del suo lutz. Alla fine, sulle note del suo libero “Sogno d’Amore” di Liszt, difendeva la seconda posizione dello short, garantendosi il pass per Boston, a spese della nostra Lara Gutmann, che si era imposta nello short.
Praticamente perfetta in tale segmento di gara, con la combinazione triplo toeloop-triplo toeloop, il triplo lutz, trottole di livello quattro e passi di livello tre, l’allieva di Gabriele Minchio ha provato nel libero a difendere la propria leadership, ma una caduta sul secondo triplo lutz e un triplo loop atterrato sul quarto le impedivano l’impresa, regalandole tuttavia la medaglia di bronzo.
Detto che la giapponese Yoshie Onda, recente quarta alle Universiadi di Torino, ma solo undicesima ai campionati nazionali, provava invano la rimonta dal sesto posto dello short, con il secondo libero, fermandosi al quinto posto finale, va segnalato l’ottimo ottavo posto di Marina Piredda, sempre costante su ottimi livelli internazionali.
Nella foto Nina Petrykina (EST)

Nella foto Isabeau Levito (USA)

Nella foto Lara Gutmann (ITA)

Nella foto Yoshie Onda (JPN)

Nella foto Marina Piredda (ITA)
