Giunti alla ventiseiesima edizione, i Campionati dei Quattro Continenti, meglio noti come Four Continents, sono stati ospitati per l’ottava volta in Corea del Sud, per la precisione nella capitale Seoul. È stata la terza volta in cui i campionati sono approdati al Mokdong Ice Rink, dopo le edizioni qui svolte nel 2015 e nel 2020: collocato nel distretto di Yangcheon, a sud del fiume Han, il corso d’acqua che di fatto divide a metà la capitale coreana, l’impianto ha una capienza di quindicimila spettatori, certamente utili ad accogliere gli appassionati locali del nostro sport, cresciuti a dismisura dopo le gesta compiute in un recente passato dalla grande Yuna Kim, campionessa olimpica a Vancouver 2010 e argento a Sochi nel 2014, oltre che due volte campionessa del mondo, nel 2009 e nel 2013, e una volta campionessa dei Four Continents nel 2009.
Ebbene, eguagliando la grande campionessa e ugualmente Haein Lee, che vinse nel 2023, il titolo è andato quest’anno a Chaeyeon Kim, reduce da un’altra grande medaglia d’oro, quella degli Asian Winter Games. La diciottenne nata proprio a Seoul attraversa un vero e proprio stato di grazia, cominciato a dir la verità già lo scorso anno con l’argento ai Four Continents e il bronzo ai Mondiali di Montreal: qui a Seoul ha letteralmente dominato, vincendo entrambi i segmenti di gara con margine ampio.
Nello short, coreografato per lei da Benoit Richaud sulla colonna sonora della serie “Tron: Legacy”, la Kim non ha rischiato elementi difficilissimi quali il triplo axel o i quadrupli, ma ha eseguito ogni elemento in modo pulito e preciso, come testimoniano i livelli quattro delle sue trottole e della sua sequenza di passi: dopo un doppio axel “d’entrata” la coreana ha proseguito con la combinazione triplo lutz-triplo toeloop e con il triplo flip.
Nel libero, affrontato con grande nervosismo, ha confermato la sua brillante condizione di forma non commettendo errori in un programma basato su brani del compositore canadese Karl Hugo e di René Duperé, noto musicista il cui nome è legato alle colonne sonore degli spettacoli del Cirque du Soleil. In particolare la Kim ha impressionato per aver collocato le sue due più difficili combinazioni nella seconda parte del programma, in particolare quella triplo lutz-triplo toeloop e la sequenza triplo lutz-doppio axel.
Alle spalle della scatenata Kim ha brillato la stella della veterana americana Bradie Tennell, ventisettenne dell’Illinois, che in carriera vanta un bronzo nella gara a squadre delle Olimpiadi 2018 e un altro bronzo ai Four Continents del 2020, disputati proprio a Seoul.
Reduce dall’aver praticamente saltato la stagione 2023/2024, interrotta sul nascere da un infortunio all’anca, la Tennell ha ritrovato quest’anno le giuste motivazioni, così da salire sul podio di Seoul. Quinta nello short program, penalizzata da un triplo toeloop sottoruotato eseguito in successione al triplo lutz, oltre che da un triplo loop più facile dei tripli flip proposti dalle rivali, Bradie ha messo in atto nel libero una grande rimonta che le ha regalato la prestigiosa medaglia. Su un libero basato su due immortali brani classici, “Il Corsaro” di Adam e “Paquita” di Minkus, la statunitense non ha avuto particolari tentennamenti nei salti, se si fa eccezione per il triplo toeloop, questa volta atterrato sul quarto dopo il triplo lutz: peccato che nonostante la medaglia e il quarto posto ai Nazionali, i responsabili della federazione americana non l’abbiano selezionata per i Mondiali, preferendole la Levito e privandola dunque della gioia di competere davanti al pubblico di casa.
Soddisfazione che non avrà neppure Sarah Everhardt, diciottenne compagna di allenamento di Ilya Malinin, essendo allenata dai genitori del campione del mondo Tatyana Malinina e Roman Skornyakov. Terza ai Nazionali, la Everhardt si è installata al terzo posto già nello short, dove ha aperto con la più facile delle combinazioni di due tripli, ovvero quella triplo toeloop-triplo toeloop, lasciando il triplo lutz eseguito singolo. Nel libero le sue imprecisioni sono state maggiori, ma non hanno pregiudicato la sua medaglia, colta ai danni della rediviva Alysa Liu, diciannovenne, bronzo giovanissima ai Mondiali postolimpici del 2022, prima di una eclissi durata due anni.
Allieva fra gli altri del nostro Massimo Scali, ha ritrovato le giuste motivazioni per tornare alle competizioni, lei che in passato aveva colpito l’immaginario collettivo eseguendo il triplo axel e il quadruplo lutz, salti al momento al di fuori delle sue possibilità. Quarta nel corto anche a causa di un triplo toeloop sottoruotato nella combinazione con il triplo flip e di una layback spin solo di livello due, in un libero basato sull’indimenticabile brano di Donna Summer “MacArthur Park”, si confermava al quarto posto nonostante i suoi flip risultassero dal filo incerto e i suoi salti di chiusura delle combinazioni fossero sul quarto, giustificando il suo posto nel team americano per i Mondiali.
Grandi sconfitte della competizione sono state le giapponesi, a partire da quella Mone Chiba che era reduce da una serie di probanti secondi posti, da ultimi quelli nella finale del Grand Prix e alle Universiadi, inframezzata peraltro da un mezzo passo falso ai Nazionali, chiusi al quarto posto: seconda nel libero, precipitava al sesto posto finale con il settimo libero, a causa di un programma caratterizzato da due cadute, nel triplo salchow e nel triplo flip.
Meglio della diciannovenne di Tokyo, che, giova non dimenticare, difendeva il titolo vinto lo scorso anno a Shanghai, faceva la veterana Wakaba Higuchi, medaglia d’argento ai Mondiali di Milano 2018, nonché argento olimpico a squadre nel 2022, che dopo il settimo posto dello short, risaliva al quinto posto finale.
Da segnalare infine il settimo posto di Sofiya Samodelkina, russa che ha scelto di gareggiare per il Kazakistan, rientrata alle gare dopo un lungo stop, ma già capace di salire sul podio, terza, alle Universiadi di Torino. La Samodelkina ha preceduto la coreana Haein Lee, come già sottolineato, campionessa dei Four Continents nel 2023.
Nella foto Chaeyeon Kim (KOR)

Nella foto Bradie Tennell (USA)

Nella foto Sarah Everhardt (USA)
