In quel di Debrecen, per la terza volta in carriera, il ventiduenne georgiano-moscovita Luka Berulava è riuscito nell’impresa di laurearsi campione del mondo junior nella gara delle coppie di artistico, pattinando insieme ad Anastasiya Metelkina, pattinatrice russa diciannovenne, con la quale si era già imposto lo scorso anno a Taipei. Approfittando del fatto che l’ISU, in sede congressuale ha esteso per le specialità di coppia, la durata della categoria juniores, Luka ha colto un alloro che già nel 2022 a Tallinn era stato suo, in coppia con la sua prima partner Karina Safina.

Nella storia dei Mondiali juniores solo due coppie hanno saputo imporsi per tre volte, peraltro consecutive, ovvero i sovietici-russi Natalya Krestyaninova/Aleksey Torchinskiy, tra il ’90 e il ’92, ma soprattutto gli olimpionici cinesi Wenjing Sui/Cong Han, tra il ’10 e il ’12. Onore dunque ai vincitori, capaci tra l’altro di raccogliere a livello assoluto due medaglie agli Europei, ovvero l’argento di Kaunas ’24, in scia ai nostri splendidi Lucrezia Beccari/Matteo Guarise, e il bronzo di Tallinn ’25, dietro ai tedeschi Hase/Volodin e ai nostri impareggiabili Conti/Macii, oltre che in stagione conseguire una prestigiosa vittoria nel famoso NHK Trophy di Tokyo.

Nella foto Anastasiya Metelkina/Luka Berulava (GEO)

foto di Raniero Corbelletti

Seguiti nella scuola di Perm, città posta ai piedi dei Monti Urali, da Pavel Slusarenko, Nastya e Luka hanno dominato la competizione in modo disarmante, se si pensa che a fine gara saranno ben 27 i punti di vantaggio sui secondi classificati e ben 36 sui terzi! Del resto il bagaglio tecnico della coppia è parso inavvicinabile per i rivali, nonostante alcune imprecisioni nel loro libero sulle note di “A Necessary End”, splendido brano della band messicana “Saltillo”: nel programma infatti, Berulava appoggiava la mano sull’arrivo del doppio axel successivo in combinazione a un triplo salchow, non potendo così che abbozzare un semplice axel, come terzo salto della sequenza. Luka, sfruttando l’origine della sua famiglia che gli permette di gareggiare per la nazione caucasica, è solo uno dei tanti talenti russi-georgiani scovati dalla dinamica, nonché sempre elegantissima, presidente della federazione georgiana di pattinaggio Mariam Giorgobiani, ex-pattinatrice sovietica, che con ostinazione ha costruito nel pattinaggio artistico mondiale il “fenomeno Georgia”, riuscendo a far costruire nel proprio paese il palazzo del ghiaccio di Batumi, sede quest’anno delle Giornate Olimpiche della Gioventù Europea.

A fronte di una controprestazione degli attesi cinesi Jiaxuan Zhang/Yihang Huang, dominatori della finale del Grand Prix Junior di Grenoble dopo aver vinto due tappe dello stesso, alla fine solo quinti dopo il terzo posto nello short, al secondo posto si è classificata la coppia ucraina formata da Sofiia Golichenko e Artyom Darenskyi, coppia che come i vincitori hanno approfittato delle discutibili nuove regole ISU per rimanere nella categoria juniores: Artyom ha infatti già 23 anni compiuti e la differenza di esperienza con alcuni altri atleti molto più giovani in gara è apparsa stridente.

Nella foto Sofiia Holichenko/Artyom Darenskyi (UKR)

foto di Raniero Corbelletti

La coppia del resto ha già rappresentato il proprio paese ad Europei e Mondiali assoluti e nella gara preolimpica di Milano si è classificata al terzo posto. Allievi a Dnipro (la ex Dnepropetrovsk) di Igor Marchenko, ex-pattinatore nella stessa specialità delle coppie, i due ucraini si sono impossessati del secondo posto già nello short, grazie a una prova sostanzialmente precisa, e lo hanno poi mantenuto grazie a un buon libero, corredato però da errori nei salti in singolo: dapprima la coppia ha eseguito un difficilissimo triplo flip in parallelo completamente fuori sincronia, oltre che sottoruotato da Artyom e con il filo d’entrata dubbio di Sofiia, per poi non riuscire ad eseguire la combinazione a causa dell’arrivo in step-out e con l’appoggio delle mani sul ghiaccio di Artyom nel triplo salchow iniziale della stessa. Grazie a solidi sollevamenti e a ottimi lanciati gli ucraini mantenevano il loro posto su un podio, su cui, sul terzo gradino, riuscivano a salire i canadesi Martina Ariano Kent/Charly Laliberte Laurent.

Nella foto Martina Ariano Kent/Charly Laliberte Laurent (CAN)

foto di Raniero Corbelletti

Originari del Quebec e in particolare allenati da due ex-specialisti delle coppie come Marc-André Craig e David Paradis, Martina e Charly hanno recuperato una posizione nonostante un non bellissimo triplo twist ad inizio programma, con l’arrivo della partner “collassato” sulla spalla sinistra del compagno e un bruttissimo arrivo, sempre di Martina, con entrambe le mani a toccare il ghiaccio nel triplo loop lanciato. I sollevamenti di livello quattro e un’ottima sequenza doppio axel-doppio axel ha permesso loro di vincere una medaglia in parte insperata, prodotto anche del citato “disastro” della coppia cinese, alla fine nona nella classifica del libero. La medaglia dei canadesi ha un poco intristito se solo si pensa che dodici mesi fa i due chiusero il mondiale quinti alla spalle dei nostri Irina Napolitano/Edoardo Comi, qui in Ungheria solo dodicesimi, al termine di una stagione non all’altezza delle aspettative. Gli allievi di Cristina Mauri hanno pagato a caro prezzo l’errore dello short program, allorchè Irina cadeva sull’arrivo del triplo salchow lanciato. Una spirale della morte esterno-indietro classificata solo a livello base e una trottola in parallelo non del tutto in sincronia li precipitava al quattordicesimo posto, posizione dalla quale risalivano sì nel libero, ma non oltre il dodicesimo sopra ricordato. I due milanesi sono comunque molto giovani e dunque lo spazio per un ampio miglioramento c’è tutto: in tal senso siamo sicuri che sin dalla prossima stagione sapranno mettere a frutto il duro lavoro svolto anche in questa sfortunata annata. Quindicesimi sono invece finiti gli altri due azzurri in gara Polina Polman e Gabriel Renoldi, coppia vicecampione italiana di categoria alle spalle di Napolitano/Comi. Il binomio allenato da Luca Demattè e Tiziana Rosaspina all’Icelab di Bergamo, ha positivamente bruciato le tappe in stagione, qualificandosi brillantemente per l’appuntamento iridato in ragione dei grandi progressi compiuti. I due azzurri avevano cominciato bene nello short, classificandosi dodicesimi pur senza gravi imprecisioni; nel libero invece, Polina cadeva sul doppio axel e successivamente la trottola di coppia finale era giudicata “no level”, facendo perdere loro almeno quattro decisivi punti. Anche per loro vale la precedente considerazione espressa in riferimento a Napolitano/Comi: la giovane età e le solide basi tecniche possedute giocano a loro vantaggio, in vista di una stagione che può vederli protagonisti.