La prova maschile dei Mondiali Juniores si è conclusa con un podio che ha riproposto gli stessi tre atleti che dodici mesi fa a Taipei se l’erano conquistato: se però lo slovacco Adam Hagara ha confermato la medaglia di bronzo di allora, gli altri due pattinatori si sono scambiati la posizione, così che Minkyu Seo, campione lo scorso anno, ha chiuso secondo, laddove Rio Nakata, argento in carica ha fatto sua la vittoria.

Nella foto Rio Nakata (JPN)

Foto di Raniero Corbelletti

Il sedicenne di Chiba, allenato dal padre Makoto e dall’ex-pattinatore Kensuke Nakaniwa, bronzo alle Universiadi del ’03, è così diventato il settimo giapponese ad aggiudicarsi il titolo mondiale junior, entrando in un gruppo di “eletti”, composto da fuoriclasse del calibro di Yuzuru Hanyu, Daisuke Takahashi e Shoma Uno, e di pattinatori di grande valore come Nobunari Oda, Takahiko Kozuka e Kao Miura! Dunque una grande responsabilità quella che Rio avrà da qua in poi, dovendo dare seguito a suon di risultati a un talento che pare sopraffino. Seguito a livello coreografico dal grande pattinatore uzbeko Misha Ge, il nipponico si è installato in seconda posizione in uno short pattinato sulle note di brani dei Taalbi Brothers, giovani musicisti americani affascinati dai ritmi gipsy e mediterranei: rispetto al diretto rivale per il titolo, il coetaneo coreano Seo, ha qui pagato la scelta conservativa di una combinazione più sicura, triplo toeloop-triplo toeloop, a fronte di possibili combinazioni con lutz e flip. Staccato comunque di poco da Seo, nel libero, sulla colonna sonora de “I Pirati dei Caraibi”, ha fatto la differenza, poiché dopo un quadruplo toeloop iniziale atterrato con un bruttissimo step-out, ha ben eseguito la combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop, e due tripli axel, di cui uno in combinazione con euler e triplo salchow. Meritata dunque la sua vittoria, che vista la sua giovane età avrà forse modo di ripetere già il prossimo anno, confrontandosi si spera con i giovani talenti russi, scalpitanti nella loro attesa di dimostrare al mondo il loro reale valore.

Nella foto Minkyu Seo (KOR)

Foto di Raniero Corbelletti

Il campione uscente Minkyu Seo, anch’egli sedicenne, ha provato a fare la doppietta ma dopo uno short sulla “Sonata al Chiar di Luna” di Beethoven pressochè perfetto, con triplo axel, triplo flip e combinazione triplo lutz-triplo toeloop, oltre che a passi e trottole di livello quattro, nel libero ha dovuto abbassare bandiera in ragione della mancanza di quadrupli e di combinazioni più “leggere”. In un libero che il grande Patrick Chan, tre volte campione del mondo, ha preparato per lui sulle note di “Singing in the Rain”, il pattinatore di Daegu ha eseguito sì due tripli axel, ma non è riuscito a difendere il suo primato in classifica.

Nella foto Adam Hagara (SVK)

Foto di Raniero Corbelletti

Il bronzo è tornato nuovamente nelle mani di Adam Hagara, pattinatore slovacco di Trnava, allenato dal tecnico russo Vladimir Dvojnikov e dalla sorella Alexandra Hagarova. Secondo alle Olimpiadi giovanili di Gangwon lo scorso anno, Adam è un pattinatore ancora poco appariscente, ma certamente solido dal punto di vista tecnico, come dimostrano i suoi punteggi. Lui che tutti i giorni, dopo la mattinata trascorsa a scuola in quel di Trnava, si sposta immediatamente a cinquanta chilometri di distanza in quel di Bratislava, è riuscito nel libero in una grande rimonta, approfittando anche degli errori dei rivali: non presentando quadrupli, lo slovacco nel libero ha fatto leva sui suoi due tripli axel, uno dei quali in combinazione con il doppio toeloop, e sulla sua coreografia su temi tratti da film di James Bond, riuscendo dunque nell’impresa. Gli errori più gravi sopraccitati sono stati quelli dello statunitense Jacob Sanchez, già vincitore della finale del Grand Prix di Grenoble: il diciassettenne allievo dei grandi Larisa Seleznyova e Andrey Makarov, coppia medagliata a livello olimpico e mondiale, nonché due volte campione d’Europa, nel suo libero pagava molto caro l’errore nella sequenza, in cui anziché eseguire il previsto triplo lutz, realizzavva malamente un singolo lutz, prima del previsto doppio axel. È così che scivolava giù dal podio, difendendo comunque la sua quarta posizione dal ritorno del secondo coreano, Habin Choi, quinto. In gara vi era anche il nosro Raffaele Zich, da quest’anno accasatosi alla scuola di Champery per allenarsi con Stephane Lambiel e Angelo Dolfini. Il diciottenne azzurro, alla quarta partecipazione a questa manifestazione, ha chiuso a un deludente ventunesimo posto, dopo che nello short, pattinato su musiche dei Rolling Stones, era stato tredicesimo, peraltro con molto rimpianto, visto che il risultato era stato inficiato da un flip solo doppio e da una flying camel spin solo di livello due. Nel libero, su musiche di Ezio Bosso, dopo l’errore iniziale nel triplo loop, si innervosiva, così da commettere una serie di errori che lo precipitava al penultimo posto parziale. Il torinese di origine vietnamita possiede un grande talento e assimilati pienamente gli effetti del cambiamento tecnico da lui operato potrà certamente stabilizzare la sua tecnica, al fine di emergere innanzi tutto in un panorama italiano di grandissimo livello tecnico.