La ventiquattresima edizione dei Campionati Mondiali di pattinaggio sincronizzato su ghiaccio ha fatto tappa in quella che è la patria della specialità, ovvero la Finlandia. In una storia, quella dei Mondiali di sincronizzato, cominciata ufficialmente nel 2000 dopo quattro edizioni sperimentali, i team finnici, tutti di Helsinki, hanno vinto infatti ben 10 volte, nel dettaglio 5 volte il Marigold Ice Unity, 4 volte le Rockettes, una volta l’Unique.

Ospitati per la quarta volta a Helsinki, nella Helsinki Ice Hall, storica sede delle grandi manifestazioni di pattinaggio artistico svoltesi in Finlandia nel secolo scorso, i Mondiali 2025 hanno visto una grande partecipazione di pubblico, particolarmente rumoroso al punto da disturbare l’ascolto del tema musicale scelto dai vari team in competizione: tale situazione è stata determinata dalla scelta sbagliata di distribuire al pubblico dei battimani in plastica, strumenti che, se efficaci in un luogo all’aperto come può essere uno stadio di calcio, sono risultati molto fastidiosi in un luogo chiuso quale è un palazzo del ghiaccio. È dunque auspicabile che l’ISU vieti l’utilizzo di tali strumenti, a tutto vantaggio dello spettacolo offerto dai team in gara.

Dal punto di vista tecnico ha rattristato gli addetti ai lavori vedere in gara solo venti squadre, a testimonianza del momento difficile vissuto dalla specialità, perennemente indecisa a compiere i giusti passi per divenire finalmente olimpica. Se è vero che in gara mancavano i team russi, è anche indiscutibile che negli anni sono scomparse nazioni che per la loro collocazione geopolitica, risultavano strategiche nel panorama olimpico: il Messico, il Sud Africa, la Cina, la Nuova Zelanda, solo per citarne alcune, sono nazioni che il movimento non può perdere e che anzi deve al più presto ritrovare ai nastri di partenza.

Nella foto Rockettes Helsinki (FIN)

La competizione ha dunque visto il quarto successo delle Rockettes di Helsinki, che hanno messo fine a una serie di tre titoli consecutivi conquistati dalle canadesi del Quebec del Les Supremes di Saint-Leonard, qui addirittura giù dal podio. La vittoria del team allenato dalla nota Kaisa Arrateig non è stato per niente facile, poiché le concittadine del Team Unique hanno vinto il programma libero, colmando parzialmente il divario accumulato nello short. Le Rockettes hanno preso il comando delle operazioni in questo segmento di gara grazie ad una prova particolarmente valida sulle note di due brani, il primo “Laponie” della cantante francese ZAZ, al secolo Isabelle Geffroy, e il secondo, “Ma Terre Promise”, del famoso pianista Karl Hugo, artista particolarmente legato al pattinaggio. Le Rockettes hanno di fatto distanziato l’Unique grazie al punteggio per le componenti del programma, visto che tecnicamente le due squadre erano risultate pressochè equivalenti. Nel libero, proposto principalmente su una moderna versione di “Smooth Criminal” di Michael Jackson, le campionesse nazionali finlandesi si sono difese dal tentativo di rimonta delle rivali, guadagnando il quarto titolo della propria storia.

Nella foto Unique Helsinki (FIN)

Il Team Unique, già campione del mondo 2013 a Boston, ha offerto strenua resistenza, aggiudicandosi come detto il libero, pattinato su musiche di Tango, spaziando con coraggiosa disinvoltura coreografica dalla colonna sonora di “Chicago” ai brani immortali di Astor Piazzolla. Il team di Miriamj Penttinen ha così permesso alla Finlandia di fare doppietta: non accadeva dall’edizione 2011, svoltasi sempre a Helsinki, in cui le Rockettes si imposero ai danni del Marigold, qui assente perchè “solo” terzo ai campionati nazionali.

Nella foto Haydenettes Lexington (USA)

Il podio è stato completano dal leggendario team statunitense delle Haydenettes, vicecampione lo scorso anno. Le americane, guidate in balaustra dall’allenatrice finlandese Saga Krantz, hanno meritato la loro medaglia di bronzo grazie a un bellissimo libero, orchestrato sulle musiche di “Eleonor Rigby”, brano dei mitici Beatles. Il club originario di Lexington, Kentucky, è in realtà affiliato allo Skating Club di Boston, ovvero il club che maggiormente ha pagato dazio in termine di vite umane, nella disgrazia aerea dello scorso gennaio, in cui sono periti molti pattinatori, tecnici e genitori che facevano ritorno dai campionati nazionali: la loro medaglia è stata dunque dedicata ai compagni di squadra defunti e chiaramente non c’è stato modo migliore per onorare la loro memoria.

Fuori dal podio sono rimaste le tre volte campionesse del mondo delle Supremes di Saint-Leonard, cui fatale è stato lo short, in cui le canadesi sono incorse in due cadute, sulle note di un programma basato sul famoso brano francese “La Boheme”. Le allieve della ex-pattinatrice di singolo Marilyn Langlois e del danzatore Pascal Denis, quinte nello short dietro anche alle connazionali del Nova di Montreal, hanno tentato la rimonta, ma nonostante il terzo libero, il podio è rimasto per loro un miraggio.

Nella foto Ice on Fire Trento (ITA) – Martina Bergo, Beatrice Carletti, Annalisa Carlini, Beatrice Cocciò, Aurora Comai, Sabrina Conterno-Malnoy, Ella-George Cook, Sofia Cozzini, Sara Devigili, Ilaria Failo, Caterina Guzzo, Leonie Lindner, Leticia Macena, Alice Marchesoni, Veera Naatanen, Ellen Partinen, Matilde Petri, Chloe Suris, Matilde Taccori, Lisa Villotti.

Alle spalle del Team Nova, sceso al quinto posto, si sono collocate le azzurre dell’Ice On Fire di Trento, capaci dunque di cogliere un risultato storico per l’Italia, che mai nella specialità era arrivata tanto in alto. Prima di quest’anno il miglior piazzamento italiano ai Mondiali erano stati i due noni posti colti dalle trentine lo scorso anno e dalle milanesi delle Hot Shivers, sempre a Helsinki nel 2019. Le atlete allenate da Roberta Giuliani e da Gabriele Minchio, tecnico anche della singolista Lara Gutmann, avevano fin qui disputato un’eccellente stagione, che aveva in più occasioni evidenziato i grandi progressi del team: tuttavia la prova di Helsinki è andata oltre le più rosee aspettative, ponendo le azzurre a ridosso di team che hanno fatto la storia del sincronizzato mondiale. Già seste nello short, creato dagli stessi allenatori citati su un brano, “Majesty”, del compositore canadese Apashe (John de Buck, ndr), e sulle musiche di Vivaldi, le italiane hanno consolidato il loro piazzamento grazie a un bellissimo programma sul tema de “L’Uccello di Fuoco” di Stravinsky, con cui hanno ridimensionato le ambizioni delle tedesche del Berlin 1 e delle newyorkesi dello Skyliners. Onore dunque al team di Trento, capace di concludere una stagione, quella italiana del ghiaccio, in modo entusiasmante.