Quella che stando alle dichiarazioni di Gioia Fiori potrebbe essere la sua ultima stagione sulle rotelle, prima di dedicarsi completamente al ghiaccio per coltivare al meglio la speranza di una partecipazione olimpica, è proseguita nel migliore dei modi, grazie al suo convincente successo nella finale delle Artistic International Series di Reggio Emilia. La pattinatrice di Anguillara ha prevalso, confermando i valori tecnici già espressi nella tappa di Trieste e distanziando ancora una volta la italo-ivoriana Soro e la spagnola Bella. A conti fatti, stante l’impegno nella categoria juniores della portoghese Madalena Costa, l’unica che in chiave mondiale potrebbe realisticamente insidiare la triade citata è la spagnola Elna Frances, bronzo mondiale a Rimini lo scorso anno, ma recentemente è stata ampiamente battuta dalla stessa Bella ai campionati nazionali.

Nella foto Gioia Fiori (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

Nella finale svoltasi nella città del Tricolore, la Fiori ha dovuto comunque faticare non poco, stante le prove che sia la Soro che la Bella hanno fornito, nettamente migliori di quelle della semifinale di Trieste. Sin dallo short program per le altre non c’è stato spazio, nonostante le attese della vigilia: per esempio, la portoghese Mariana Almeida, tre volte campionessa nazionale, nel suo programma sulle musiche di “La Forza”, brano “classicheggiante” della soprano estone di etnia russa Elina Nechayeva, è caduta malamente nel triplo salchow, peraltro incompleto nella rotazione, e solo grazie a due corretti doppi axel, di cui uno in combinazione, è riuscita a chiudere al quarto posto, ma con un distacco di 14 punti dalla Bella, terza.

Anche la messicana Valentina Lomas, molto elegante nella sua interpretazione di un brano di Diodato, “Beddha Ci Dormì”, è stata vittima di una caduta sul doppio loop finale di una combinazione con doppio axel-doppio toeloop, non finendo dunque che quinta. Molte attese vi erano anche per la tedesca Sofie Hofferberth, vincitrice della semifinale di Buenos Aires, ma ancora una volta sono andate deluse, visto che la cinque volte campionessa nazionale germanica ha dapprima chiuso il doppio axel con uno step out e poi ha eseguito un triplo salchow mancante di metà rotazione. La sua coreografia poco accattivante, basata sulla versione che la cantante jazz americana Solene ha realizzato della cover “Beneath the Mask”, non le ha permesso che il sesto posto, davanti alla talentuosa brasiliana Laura Olympio, solo settima a causa soprattutto della sua caduta sul doppio axel.

Come detto la Bella ha chiuso al terzo posto, dopo una combinazione triplo toeloop-euler- triplo salchow, salto quest’ultimo concluso su due piedi, un doppio axel e un secondo triplo salchow, pattinando sulle note di musiche blues. L’iberica è comunque parsa da subito, nel complesso, inferiore alle rivali per la vittoria, sia tecnicamente che artisticamente.

Nella foto Yené Soro (CIV)

Foto di Raniero Corbelletti

La Soro ha colto il primato personale di segmento grazie a un bellissimo programma su due brani di Woodkid, “On The End Now” e “Iron”, che ha finalmente reso giustizia non solo al suo talento, ma anche alle belle linee di cui è dotata: perfetta nei suoi salti, la combinazione triplo toeloop-euler-triplo salchow-doppio toeloop, il triplo salchow e il doppio axel, con una sequenza di passi di livello due, ha insidiato da vicino la Fiori, a sua volta splendida nel programma che Andrea Vaturi ha confezionato per lei. Sulle note di “Mad About You” degli Hooverphonic, che armonicamente si fondano alla versione del “Lago dei Cigni” di David Garrett, Gioia ha esordito con il doppio axel, passando poi alla combinazione triplo toeloop-doppio toeloop-euler-triplo salchow e a un secondo triplo salchow in singolo, così da collocarsi in vetta alla classifica.

Nel libero, detto della rimonta della pattinatrice napoletana Rebecca Bartolomeoli, solo ottava nello short ma alla fine quinta, lei che era stata ammessa a partecipare avendo vinto il torneo di qualificazione, denominato “Last Chance”, vanno sottolineati i gravi errori di tutte le pattinatrici precedentemente citate, così che quella per il titolo è stata ancora una volta una lotta a tre.

Nella foto Sira Bella (ESP)

Foto di Raniero Corbelletti

Sira Bella ha aperto le danze nel libero su brani evocanti, nell’idea del coreografo, il tema del mare, quali per esempio “Alfonsina y El Mar”, canzone struggente dedicata alla grande poetessa argentina Alfonsina Storni, morta suicida nelle acque di Mar del Plata. Peccato, tuttavia, per l’arbitrario effetto acustico delle onde del mare inserite goffamente, ma soprattutto arbitrariamente, nel primo brano del programma, ovvero lo splendido Notturno “Un Reve” del pianista Eric Cristian, una scelta davvero discutibile.

Alla catalana di Cunit non è bastato incrementare di ben 18 punti il proprio score di Trieste, visti i programmi ugualmente molto positivi delle rivali: dopo una combinazione iniziale triplo toeloop-euler-triplo salchow, imprecisa sull’arrivo del triplo iniziale, e una valida combinazione doppio axel-doppio toeloop, ha poi proseguito con un secondo doppio axel, con la combinazione triplo toeloop-doppio toeloop, chiudendo poi con un triplo salchow, sottoruotato e completato con l’appoggio della mano sulla pista, e con una sequenza di livello tre.

La Soro, molto elegante sulle musiche gospel da lei scelte, ha stabilito anche nel libero il primato personale, realizzando perfettamente la combinazione triplo toeloop-euler-triplo salchow, quella doppio axel-loop-euler-triplo salchow, oltre che un secondo doppio axel e una combinazione triplo toeloop-doppio toeloop: meritato dunque il secondo posto, frutto di una simbiosi sempre più efficace della sua innata atleticità e della sua indubbia grazia.

La Fiori, in un programma sul tema della memoria, ancora una volta non ha rischiato il triplo flip ad inizio programma, ma ha eseguito positivamente la combinazione triplo toeloop-euler-triplo salchow, il triplo loop, unica in tal senso ad eseguirlo in competizione, la combinazione doppio axel-loop-euler-triplo salchow, il triplo toeloop e un doppio axel. Indiscutibile dunque il suo successo, altro importantissimo passo verso il possibile titolo iridato in terra cinese.

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