Esaurite le competizioni programmate nell’ambito delle Artistic International Series, il calendario internazionale delle rotelle è ripreso con i vari campionati continentali previsti in stagione. Ad inaugurare la serie sono stati dunque i Campionati Panamericani, andati in scena in quel Parco Olimpico della Gioventù di Buenos Aires, in cui aveva trovato svolgimento la prima semifinale delle citate Series.
Nella foto Maria Paula Munoz/Jeshua Folleco (COL)

L’edizione argentina dei Campionati Panamericani, da non confondersi con i Giochi Panamericani, manifestazione polisportiva con cadenza quadriennale, è stata purtroppo caratterizzata dall’assenza degli Stati Uniti, rappresentati unicamente da Jessica Gaudy, sesta nella danza ai Mondiali ’21 di Asuncion in coppia con Benson Kuan, ma oggi dedita esclusivamente alla solo dance. È chiaro che la mancanza dei pattinatori statunitensi, anche se non così impattante come avrebbe potuto essere in passato, quando gli atleti a stelle e strisce erano di fatto dei fuoriclasse, ha impoverito la rassegna e in generale il pattinaggio internazionale: del resto, giova non dimenticare che a parte la citata Gaudy, nessun americano ha partecipato alle due semifinali delle Series, così che sarà possibile vedere all’opera gli americani solo in sede mondiale, con grave danno per il movimento.
Nella foto Maria Paula Munoz/Jeshua Folleco (COL)

È cosi che i campionati sono stati dominati dalle nazioni sudamericane e in particolare dai padroni di casa argentini, capaci di aggiudicarsi tre delle quattro competizioni classiche, lasciando alla Colombia il titolo della danza. Del resto per i danzatori argentini sbarrare la strada a Maria Paula Munoz e Jeshua Folleco, campioni del mondo juniores 2023 e recenti terzi nella finale delle Series di Reggio Emilia, era davvero impossibile. La coppia colombiana si è imposta in una gara dagli ottimi contenuti tecnici, che ha visto migliorati i primati nazionali di vari paesi, a testimonianza che i confronti agonistici ad alto livello non possono che far evolvere positivamente il generale livello tecnico dei pattinatori delle nazioni cosiddette minori.
Dunque anche i primati colombiani sono stati battuti, ma d’altra parte non poteva essere altrimenti vista la qualità dei giovani Munoz/Folleco (19 e 17 anni rispettivamente, ndr), portatisi al comando già nella style sance, da loro proposta sulle note immortali di Benny Goodman, nel dettaglio di “Sing, Sing, Sing”, e di “Cheek to Cheek”, brano di Fred Astaire, scritto da Irving Berlin. Il brio, la velocità di esecuzione e il loro pieno immedesimarsi nello spirito dello Swing hanno coinvolto il pubblico, che ha loro tributato una giusta ovazione. Il loro primato si è poi consolidato nel libero, lo stesso che regalò loro la vittoria iridata a livello junior in quel di Rimini. Pattinando sulla colonna sonora del musical spagnolo di grande successo “El Medico”, le cui musiche sono state scritte da Ivan Macias, i colombiani hanno confermato tutto il loro valore, brillando una volta di più per unisono, fluidità e soprattutto per la qualità dei loro fili.
Nella foto Gabriella Giraldi/Felipe Werle (BRA)

Alle loro spalle si sono classificati i brasiliani Gabriella Giraldi/Felipe Werle, che hanno pienamente riscattato la prova disastrosa di Reggio Emilia, dove erano stati costretti al quinto posto a causa delle cadute di Felipe nei due programmi di gara. Nella style dance Gabriela e Felipe hanno come i colombiani proposto “Sing, Sing, Sing”, cui hanno però affiancato la famosa “Moonlight Serenade” di Glenn Miller, inserendosi immediatamente al secondo posto, piazzamento conservato nella danza libera, quest’anno pattinata con successo sul brano di Andrea Bocelli “The Prayer”, nella versione che il grande cantante toscano ha cantato insieme a Katharine McPhee.
Il bronzo è stato appannaggio della seconda coppia colombiana, quella formata da Hannah Castillo/Juan Jose Pino, settimi ai Mondiali di Rimini, ma certamente molto migliorati: insidiati nella style dance dagli argentini Rocio Cacciato/Lucas Repetto, bravi a proporre brani originali e ricercati, nel libero hanno scavato un solco rispetto ai rivali, giustificando la loro medaglia di bronzo. Da segnalare che Cacciato/Repetto, alla fine quarti davanti ai connazionali Norro/Prieto, hanno migliorato i loro primati nazionali, così come hanno fatto gli uruguaiani Katherine Bueno/Diego Diaz, coppia solo al secondo anno di attività, ma già distintasi soprattutto a livello continentale e qui settima classificata.
Nella foto Melisa Norro/Luciano Prieto (ARG)

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