In attesa della disputa dei Campionati del Mondo di Pechino, il movimento asiatico del pattinaggio a rotelle ha fatto tappa nella città coreana di Jecheon, dove è andata in scena l’edizione numero venti dei Campionati Asiatici, competizione che ha permesso di fare il punto non solo sul livello tecnico del rotellismo asiatico, ma in generale anche sulla diffusione degli sport rotellistici in un continente sportivamente molto importante.
Jecheon, città della Corea centrale, nota non solo per il fatto di essere immersa in un contesto naturale molto affascinante, ma anche per essere una città sede di terme molto rinomate, ha ospitato le gare del pattinaggio artistico all’interno di un palazzetto dello sport, la cui superficie molto ampia, costituita da un classico parquet da incontri di basket, ha permesso prestazioni tecniche di alto livello. Come avviene da anni in tanti sport, anche in quel di Jecheon hanno gareggiato su invito alcuni atleti dell’Oceania, in particolari australiani, presenti nelle classifiche ma ovviamente fuori dalla lotta per le medaglie.
Nella foto Yi-Fan Chen (TPE)

Le gare sono state dominate dagli atleti di Taiwan, a livello sportivo noto come Chinese Taipei, nazione che sulle rotelle investe da anni con profitto: tre delle quattro gare classiche sono andate agli atleti originari dell’isola anticamente nota come Formosa, oggi contesa con grande energia dai cinesi. A parte quelli di Taiwan, notevoli sono apparsi anche gli sforzi profusi da nazioni come l’India, la Cina e soprattutto il Giappone, paese quest’ultimo che da tempo ha iniziato un progetto rivolto ai giovani pattinatori, che sembra finalmente dare i suoi frutti. I giapponesi, guidati dal grande Shingo Nishiki, pattinatore di vertice nella prima decade del secolo, hanno proposto talenti interessanti, in special modo il giovane Kento Sugimoto, capace di vincere con autorevolezza la competizione junior, lui che internazionalmente può ancora gareggiare a livello youth.
Nella foto Yi-Hsueh Lin (TPE)

A livello assoluto la gara più interessante è stata certamente quella maschile, dove il taiwanese Yi-Hsueh Lin si è imposto con più fatica di quanto dica il punteggio sul connazionale Yi-Fan Chen, ovvero il più volte campione del mondo di pattinaggio inline, secondo ai Mondiali di Rimini lo scorso anno. Chen, elegantissimo come al solito, ha provato a sfidare il rivale non sottraendosi alla necessità di rischiare tripli complessi come il flip, pagando tuttavia dazio sugli arrivi degli stessi in termini di imprecisioni. Lin da parte sua ha pattinato al meglio il programma corto, conseguendo non a caso il record nazionale, commettendo però qualche errore di troppo nel libero, pattinato sulle note del musical “I Miserabili”: dopo un inizio promettente con il triplo loop e la combinazione doppio axel-euler-triplo toeloop, realizzava solo doppio il primo di due tripli toeloop in combinazione, un secondo doppio axel e un triplo salchow, rinunciando al triplo flip.
Nella foto Jiying Yan/Caide Yan (CHN)

Detto del successo che Taiwan ha conquistato nel settore delle coppie dove, in una gara modesta dal punto di vista tecnico, Yu-Hsuan Huang/Chao-Wei Chang hanno regolato i rivali indiani e cinesi, interessante è stata la gara della danza, vinta dagli australiani Harper Connors/Oscar White, pattinatori già sicuri di prendere parte ai Mondiali di Pechino. Nel libero, sulle splendide note di “Exogenesis” dei Muse, gli australiani hanno prevalso in ragione di una maggiore precisione tecnica rispetto alle altre coppie, spesso vittime di ingenuità nell’interpretazione dei regolamenti.
Gli indiani Naranyanan/Abhijith, pattinatore quest’ultimo visto anche in gare sul ghiaccio, hanno commesso errori fatali nei sollevamenti, dove hanno tentato prese molto complesse, finendo per perdere livelli preziosi. Per loro, la seconda posizione non è stata particolarmente amara, poiché è comunque coincisa con la medaglia d’oro, risultando loro la prima coppia asiatica. Molto interessante è stata l’esibizione nel libero della coppia italocinese formata dai fratelli Jiying Yan e Caide Yan, che secondi nella style dance, hanno perso una posizione nella loro danza libera sulle note della colonna sonora del film-fantasy “The Shape of Water”, le cui musiche si devono al bravissimo Alexandre Desplat. Dotati di linee molto belle e tecnicamente non sprovveduti, Mirko e Milly (questi sono i nomi italiani dei due ragazzi, ndr) sono attesi a un sostanziale miglioramento nei Mondiali casalinghi di Pechino, dove potranno fare fare ulteriore esperienza e puntare a una posizione fra le prime dieci.
La gara femminile ha visto invece prevalere la taiwanese Hsiao-Ching Hung, capace di lasciare a debita distanza la veterana cinese Zhidou Dong. Nelle altre gare, in particolare nelle prove inline, segnalata la presenza di atlete iraniane, giunte in Corea nonostante la difficile situazione politica del loro paese, colpito da raid israeliani, va ricordata la vittoria del citato Yi-Fan Chen, capace di una prestazione di grande livello.
Nella foto Kento Sugimoto (JPN)

Nella foto Yu-Hsuan Huang/Chao-Wei Chang (TPE)
