Se quella della danza è stata una competizione di altissimo livello, altrettanto non si può dire di quella delle coppie di artistico, mai come quest’anno ridotta in termini di partecipazione, essendo stati solo quattro i binomi che hanno affrontato il lungo e costoso viaggio in Oriente. È proprio così, perchè il fattore economico è stato determinante nel ridurre all’osso la partecipazione alla gara iridata, nella quale sono mancate le coppie spagnole, argentine, colombiane, boliviane e indiane, che pure in stagione avevano dato segno di “esistere”, partecipando alle tappe delle Series oppure ai propri rispettivi campionati continentali: se a questo si aggiunge la scelta fatta dall’Italia di portare solo due coppie, rinunciando alla terza, giusto per lasciare spazio ad altre nazioni, si può comprendere quanto la specialità sia in una fase di profonda crisi, che si spera non irreversibile.

Nella foto Micol Mills/Tommaso Cortini (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

È così che l’Italia non ha occupato tutti i gradini del podio per la prima volta dal 2014, in una specialità che la vede dominare da ormai 33 anni, da quando Maura Ferri e Patrick Venerucci si imposero in quel di Tampa, in Florida. Da allora l’Italia ha non solo vinto consecutivamente, ma ha ceduto la medaglia d’argento in rare occasioni, creando a lungo termine un dominio tecnico divenuto con il tempo quasi imbarazzante. Micol Mills e Tommaso Cortini hanno vinto con merito, diventando la dodicesima coppia italiana a vincere il titolo iridato, esattamente 38 anni dopo il primo storico successo azzurro di Monica Mezzadri e Fabio Trevisani ad Auckland nel 1987.

A tale proposito, ricordiamo con piacere le coppie artefici dei 34 titoli mondiali azzurri nella specialità: Beatrice Palazzi Rossi/Patrick Venerucci vinsero 9 volte, Rebecca Tarlazzi/Luca Lucaroni sei, Marika Zanforlin/Federico Degli Esposti e Sara Venerucci/Danilo Decembrini quattro, i citati Monica Mezzadri/Fabio Trevisani e Maura Ferri/Patrick Venerucci, con l’aggiunta di Alice Esposito/Federico Rossi, due, per chiudere con Laura Marzocchini/Enrico Fabbri, Sara Venerucci/Matteo Guarise, Elena Lago/Marco Garelli, Giulia Merli/Daniele Ragazzi e appunto Micol Mills e Tommaso Cortini, vincitori in una sola occasione.

Nella foto Micol Mills/Tommaso Cortini (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

Gli allievi di Cristina Pelli e Patrick Venerucci con la vittoria in terra cinese, hanno coronato un sogno, inseguito realisticamente da quando nel 2022 avevano chiuso al terzo posto, avvicinandosi all’agognato traguardo con gli argenti vinti nel 2023 e nel 2024. La loro non è stata una passeggiata trionfale, ma al contrario un percorso irto di ostacoli, in una gara dal contenuto tecnico complessivo non pienamente soddisfacente, se è vero che gli azzurri si sono imposti con un punteggio molto inferiore ai 200 punti, “barriera” sotto la quale mai in passato si era scesi per vincere la medaglia d’oro.

Micol e Tommaso hanno preso il comando sin dallo short program, pattinato sulle note di “Canta Ancora”, brano di Arisa, tratto dalla colonna sonora de “Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa”, film italiano di Margherita Ferri, uscito nelle sale lo scorso anno. Su una musica forse più adatta ad una esibizione, i nostri atleti sono sembrati molto attenti a realizzare al meglio i vari elementi tecnici, eseguendo per esempio molto bene il doppio axel: tuttavia una perdita di equilibrio di Tommaso nella prima posizione della trottola in parallelo è costata loro piuttosto cara in termini di punti, visto la prestazione dei diretti rivali.

Nel lungo, dove si sono esibiti su musiche spagnole arrangiate dal gruppo tedesco dei Suprhot, hanno rischiato davvero molto a causa di alcuni probanti errori: aldilà della ripetuta incertezza di Tommaso nella trottola d’incontro (era già successo nella tappa di Trieste delle International Series, ndr) Micol è caduta sull’arrivo del triplo loop lanciato, mostrando iincertezza anche sull’arrivo del doppio axel lanciato; inoltre Tommaso ha completato con uno step-out il doppio toeloop seguito in combinazione al doppio loop, incamerando in tal modo GOE negativi. La qualità indiscussa dei sollevamenti e in generale la maturità del pattinaggio hanno giocato a loro vantaggio, garantendogli la tanto sospirata medaglia d’oro.

Nella foto Angelica Polli/Josè Enrico Inglese (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

A dare del filo da torcere ai nuovi campioni del mondo sono stati i campioni del mondo junior dello scorso anno, Angelica Polli/Josè Enrico Inglese, apparsi tecnicamente molto forti. Nel corto, da loro proposto sul noto brano del cantautore statunitense Teddy Swims “Lose Control”, hanno eseguito molto bene il triplo twist e il doppio axel, risultando imprecisi solo nella trottola in parallelo, la dove, nella seconda posizione, perdevano la corretta sincronia.

Nella foto Angelica Polli/Josè Enrico Inglese (ITA)

Foto di Raniero Corbelletti

Il loro libero si è articolato sul tema di Zorro, proposto nel dettaglio non solo attraverso la famosa colonna sonora del film “La Maschera di Zorro”, ma anche utilizzando brani tratti dalla ormai antica serie televisiva. I riminesi, anche loro allievi del duo Pelli/Venerucci, hanno iniziato il programma molto bene con l’esecuzione del triplo twist, ma poi sono incorsi in un errore decisivo nel doppio axel in parallelo, allorchè Angelica cadeva. Nonostante i lanciati, nel dettaglio il triplo loop e il doppio axel, siano risultati validi, la coppia non era precisa nell’esecuzione della sequenza di passi, giudicata solo di livello basic, perdendo punti preziosi, se è vero che alla fine, nel segmento di gara, erano dietro i rivali per soli tre punti, tutti maturati con i components, visto che nel punteggio tecnico erano risultati avanti di circa quattro punti. La loro medaglia d’argento è comunque da considerarsi in termini molto positivi, poiché la loro giovane età promette di renderli protagonisti della specialità per molti anni a venire.

Nella foto Susanna Spatz/Michael Slowey (USA)

Foto di Raniero Corbelletti

In assenza come detto della nostra terza coppia, la medaglia di bronzo è andata agli americani Susanna Spatz/Michael Slowey, che solo nel libero si sono sbarazzati della “compagnia” dei brasiliani Giullia Gastaldi/Yago Soares, che nel corto li avevano braccati a solo due punti di distanza. Susanna e Michael, allievi in quel di Brunswick, in Ohio, di Amber Burgess, hanno così riportato sul podio dopo molto tempo una coppia americana: non succedeva dell’edizione 2010 di Portimao, quando medaglia di bronzo furono Aubrey Orcutt/Robert Hines. Gli americani, già quarti lo scorso anno e sesti due anni fa, sulle note del “Don Chishotte” di Minkus non sono stati brillanti nel loro short program, avendo commesso vari errori, culminati in quello di Michael nella spirale della morte, giudicata alla fine “no level”. Susanna, 23 anni, e Michael, 25 anni, si sono però parzialmente ritrovati nel loro libero sul brano di Andrea Bocelli “Io Ci Sarò” dove, pur cadendo entrambi nella trottola di coppia e lei sull’arrivo del triplo flip lanciato, hanno mostrato solidi sollevamenti e una spirale della morte finalmente corretta, regalandosi una medaglia di bronzo indimenticabile, alla luce del loro prossimo matrimonio, previsto il 15 novembre.

Nella foto Susanna Spatz/Michael Slowey (USA)

Foto di Raniero Corbelletti